Una nuova «Collera di Dio»? Netanyahu ora punta sugli omicidi mirati e umilia l'Iran

SDA

1.8.2024 - 18:49

La vita di lusso a Doha, i sussurrati incontri con donne bellissime, l'edonismo smodato: il fianco scoperto di Ismail Hanyeh avrebbe potuto essere preso di mira in Qatar, proprio in virtù della sua vita scarsamente ritirata. O in Turchia, al Cairo. Invece no, chi ne ha decretato la fine ha scelto un luogo addirittura simbolico, Teheran.

Benjamin Netanyahu in una foto d'archivio.
Benjamin Netanyahu in una foto d'archivio.
KEYSTONE

Perché? Perché la testa della piovra è in Iran: da lì partono le direttive che da decenni avvelenano l'intero Medio Oriente, Israele in testa.

Insomma, sembrerebbe che il luogo scelto per eliminare il capo politico di Hamas abbia voluto infliggere un pubblico schiaffo in faccia all'Iran.

Spingendo in sostanza la Repubblica islamica a smetterla con il gioco feroce del lancia il sasso e nascondi la mano, laddove il sasso sono le bombe e la mano è quella dei gruppi sciiti tenuti in vita dai soldi iraniani: Hezbollah, Houthi, jihadisti siriani e iracheni.

Fino naturalmente a Hamas, foraggiato da decenni con un immane sostegno finanziario e militare.

Teheran «in stato di shock totale»

Teheran mercoledì ha accusato il colpo: al di là delle dichiarazioni ufficiali che puntano il dito contro Israele, le indiscrezioni trapelate dalla riunione del Consiglio supremo di sicurezza, tenuto eccezionalmente nella residenza di Khamenei, hanno descritto i funzionari sciiti «in stato di shock totale» per l'assassinio di Haniyeh proprio a casa loro.

Un «duro colpo alla reputazione dell'Iran», ha commentato il New York Times, in un momento in cui il Paese sta brigando alacremente per espandere il suo potere nella regione.

Un colpo ben mirato

Come se non bastasse, i primi ad essere beffati sono state le Guardie rivoluzionarie, spina dorsale della teocrazia iraniana: Haniyeh era ospite in un appartamento segreto, nascosto nel cuore di Teheran, di pertinenza proprio dei pasdaran.

Centrato da uno o più missili misteriosi che hanno ucciso solamente due persone: Haniyeh e la sua guardia del corpo. Nessun altro. Un colpo da maestri. Un raid in stile Mossad, si direbbe.

Anche se rivendicazioni ufficiali non ce ne sono state, Israele appare al mondo intero, nemici e amici compresi, l'unico attore che abbia potuto orchestrare un simile bingo.

Le azioni ricordano l'operazione «Collera di Dio»

Svelando probabilmente la nuova strategia del premier Benyamin Netanyahu, che da mesi viene accusato di non averne una.

Gli analisti israeliani hanno subito tirato in ballo il paragone con Golda Meir e l'operazione Collera di Dio: l'azione segreta organizzata dal Mossad per uccidere i responsabili, diretti e indiretti, del massacro delle olimpiadi di Monaco del 1972, quando un commando di terroristi palestinesi di Settembre Nero irruppe negli alloggi degli atleti israeliani del villaggio olimpico, sequestrando e uccidendo undici tra campioni e allenatori.

Autorizzata personalmente dall'allora premier Golda Meir, l'operazione si sarebbe protratta per più di 20 anni. Fino all'eliminazione fisica di tutti gli obiettivi.

A Netanyahu sta a cuore solo il suo destino?

Ora, Netanyahu viene considerato, in patria e fuori, sideralmente lontano da grandi figure della storia di Israele come la Meir o l'eroe nazionale Moshe Dayan.

Nonostante gli si riconoscano capacità politiche di alto livello e attaccamento al suo Paese, il cuore di Bibi sembrerebbe battere più per le sue sorti personali che per la patria.

E il destino di Israele nella risposta all'attesa rappresaglia di Teheran sta tutto nel gioco di equilibri che Netanyahu sceglierà.