Russia Putin: «Saremo più forti e nessuno ci intimidirà» e nomina per la prima volta Navalny

SDA

18.3.2024 - 08:31

Vladimir Puitin canta vittoria nella conferenza stampa trasmessa in tv dopo le elezioni presidenziali russe.
Vladimir Puitin canta vittoria nella conferenza stampa trasmessa in tv dopo le elezioni presidenziali russe.
Keystone

Vladimir Putin ha sottolineato che la sua vittoria alle elezioni consentirà alla Russia di consolidare la società e diventare «più forte ed efficace». «Nessuno sopprimerà mai la Russia quando saremo consolidati, siamo una famiglia unita», ha detto. S'è poi espresso anche sulla guerra in Ucraina:« I colloqui di pace sono possibili.». Il voto è stato condannato dall'Occidente. Alcuni leader, come Kim Jong-un, si sono invece congratulati con lo Zar, che nel suo discorso ha nominato per la prima volta l'oppositore Navalny.

18.3.2024 - 08:31

«Non importa quanto abbiano cercato di spaventarci, di sopprimere la nostra volontà, la nostra coscienza, nessuno ci è mai riuscito nella storia. Hanno fallito ora e falliranno in futuro», ha aggiunto, parlando dal quartier generale della sua campagna elettorale tra l'esultanza dei suoi supporter.

«La mia vittoria, ha aggiunto, dimostra che la Russia ha fatto bene a scegliere la sua strada attuale».

«Il risultato delle elezioni rappresenta la totale fiducia dei cittadini, sul fatto che faremo tutto come da programma», ha proseguito il presidente russo, esprimendo un ringraziamento anche ai soldati che combattono in Ucraina.

Nomina per la prima volta Navalny

Nella conferenza stampa trasmessa in tv, Vladimir Putin ha pronunciato per la prima volta in pubblico il nome di Alexei Navalny, definendo la sua morte avvenuta in carcere circa un mese fa «un evento triste».

«Per quanto riguarda il signor Navalny. Sì, è morto. Questo è un evento triste», ha detto Putin.

«Qualche giorno prima che il signor Navalny morisse, alcuni colleghi mi hanno detto... che c'era l'idea di scambiare il signor Navalny con alcune persone che sono in prigione nei paesi occidentali... Ho detto 'sono d'accordo'».

Proteste? Nessun impatto sul voto

Secondo Vladimir Putin l'azione di protesta «Mezzogiorno contro Putin» organizzate in diverse città russe e nei seggi elettorali all'estero «non ha avuto alcun effetto».

Lo ha affermato rispondendo a domande a riguardo, riferisce Sky News, quindi Putin ha aggiunto: «Chi ha rovinato le schede elettorali dovrebbe essere perseguito a norma di legge».

Il consenso sfiora il 90%

Vladimir Putin, giova ricordarlo, è stato confermato con una maggioranza schiacciante, con percentuali record che sfiorano il 90%, anche se lo spoglio è ancora in corso. È il quinto mandato dopo già 24 anni trascorsi al potere.

Secondo diversi exit poll e con lo scrutinio dei voti già a buon punto, il capo del Cremlino si è aggiudicato tra l'87% e l'89% delle preferenze, con gli altre tre candidati-comparsa praticamente annientati.

Congratulazioni da Cuba e Bolivia

Il presidente della Bolivia, Luis Arce, così come l'ex presidente Evo Morales, sono stati tra i primi leader politici a congratularsi con Vladimir Putin per la schiacciante vittoria.

Anche il leader nordcoreano Kim Jong-un si è congratulato con Vladimir Putin. Lo riferisce – come riporta la Tass – l'agenzia di stampa centrale coreana (Kcna). L'ambasciatore della Corea del Nord a Mosca consegnerà un telegramma di congratulazioni al ministero degli Esteri russo.

Anche Cuba e il Tagikistan si sono congratulati con lo Zar: «Ci congratuliamo sinceramente con il presidente Vladimir Putin per la rielezione. Ciò testimonia il riconoscimento della sua leadership da parte del popolo russo. Continueremo a rafforzare i legami tra Cuba e Russia nei settori legati al benessere dei nostri popoli», ha scritto il il ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodriguez Parrilla, sul social network X.

Il presidente del Tagikistan, Emomali Rakhmon, ha inviato un telegramma: «Mi congratulo cordialmente per la vittoria alle elezioni presidenziali. I risultati delle passate votazioni sono un'altra prova vivida della vostra alta autorità politica e dell'ampio sostegno da parte della società russa al vostro percorso statale volto a garantire uno sviluppo socioeconomico sostenibile del Paese e rafforzamento delle sue posizioni internazionali».

L'Occidente condanna il voto russo: «Né libero né equo»

Il copione era già scritto ed è stato rispettato. All'atteso plebiscito per Vladimir Putin ha fatto seguito la ferma condanna dell'Occidente per un voto considerato completamente fasullo.

A Bruxelles, Washington, Londra, le elezioni in Russia sono considerate importanti esclusivamente per le prossime mosse dello zar sulla guerra in Ucraina, in un contesto che vede Kiev in crescente difficoltà e gli alleati sempre più inquieti per guerra della quale non si vede l'epilogo.

Conflitto con la NATO? Sarebbe la Terza guerra mondiale

Putin si è anche espresso sulla politica estera. Secondo lui un conflitto fra la Russia e la Nato porterebbe ad una situazione tale da essere ad un passo dalla Terza Guerra Mondiale. 

Per lo Zar, la Russia è favorevole ai colloqui di pace con l'Ucraina, ma solo quando la parte opposta è veramente determinata a ricucire i rapporti e non stia semplicemente cercando di guadagnare tempo per la diminuzione delle scorte di munizioni.

Parigi ha ancora un ruolo per la pace

Putin vede inoltre ancora l'opportunità per la Francia di svolgere un ruolo positivo nel processo di pace Russia-Ucraina.

Commentando la proposta del presidente francese Emmanuel Macron di dichiarare una tregua olimpica in Ucraina, Putin ha detto ai giornalisti: «Siamo pronti a considerare tutte le proposte, ma sempre, in ogni circostanza, saremo guidati dagli interessi nazionali e dalla situazione sul campo di battaglia».

Quindi ha continuato: «L'ho già detto e lo ripeto: siamo favorevoli ai colloqui di pace, ma non se organizzati semplicemente perché il nostro avversario sta finendo le munizioni».

A suo avviso inoltre i colloqui di pace sono possibili «se sono seriamente disposti a costruire relazioni pacifiche di vicinato tra i due paesi in una prospettiva a lungo termine e non cercano solo di prendersi una pausa di 18 o 24 mesi per il riarmo»

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