Russia Come previsto è un plebiscito per Putin, che sfiora il 90%

SDA

17.3.2024 - 21:42

Le proteste dei seguaci di Alexei Navalny, gli attacchi alle regioni di confine con l'Ucraina e un allarme droni sugli aeroporti di Mosca non hanno impedito a Vladimir Putin di portare a termine senza incidenti di rilievo la maratona elettorale che lo ha confermato presidente con percentuali record che sfiorano il 90%: è il quinto mandato dopo già 24 anni trascorsi al potere, l'orizzonte ora è il 2030.

Tutto come previsto, Putin è stato rieletto con quasi il 90% dei voti. Da più parti però si denucia il fatto che non siano state delle elezioni libere.
Tutto come previsto, Putin è stato rieletto con quasi il 90% dei voti. Da più parti però si denucia il fatto che non siano state delle elezioni libere.
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Secondo diversi exit poll e con lo scrutinio dei voti già a buon punto, il capo del Cremlino si è aggiudicato tra l'87% e l'89% delle preferenze, con gli altre tre candidati-comparsa praticamente annientati.

Il comunista Nikolai Kharitonov, in seconda posizione, si è fermato al 4,7%, quello di Gente Nuova, Vladislav Davankov, al 3,6% e quello del Partito liberaldemocratico Leonid Slutsky al 2,5%.

I tre giorni in cui si sono svolte, per la prima volta, le consultazioni hanno dato i risultati sperati anche in termini di partecipazione, secondo i dati ufficiali. L'affluenza alle urne è stimata ad oltre il 73%, rispetto al 67,5% registrato nelle precedenti presidenziali, nel 2018. Mentre si attende ancora il dato del voto elettronico.

Vittoria nettissima nei territori occupati

Una partecipazione massiccia, tra l'80% e il 90%, è stata annunciata anche nelle quattro regioni ucraine parzialmente controllate dalle truppe di Mosca e annesse dalla Russia nel 2022: Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson.

Qui la vittoria di Putin è stata, se possibile, ancora più netta. Le percentuali che gli sono attribuite arrivano fino al 95% nel Donetsk, al 94% nel Lugansk, al 93% nella regione di Zaporizhzhia e all'88% in quella di Kherson.

Maria Zakharova: «L'Occidente ha fallito»

La prima reazione a livello internazionale è stata quella del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, secondo il quale Vladimir Putin è un uomo «malato di potere» che vuole «regnare in eterno».

Zelensky ha aggiunto che le elezioni russe non hanno «alcuna legittimità». L'ex presidente russo Dmitry Medvedev ha invece salutato quella che ha definito «la brillante vittoria» di Putin.

L'Occidente «ha fallito» nei suoi tentativi di boicottare le elezioni, ha affermato da parte sua il ministero degli Esteri, la cui portavoce, Maria Zakharova, aveva rilanciato sabato l'accusa ai diplomatici dei Paesi occidentali di «interferenze» nel processo elettorale.

E questo in particolare per il sostegno dei Paesi dell'Unione europea e degli Stati Uniti agli oppositori, soprattutto nella persona di Alexei Navalny e ora dei suoi collaboratori.

Protesta silenziosa e pacifica a mezzogiorno

Code di centinaia di persone si sono formate alle 12 davanti ai seggi nel centro di Mosca e in altre città in risposta all'appello lanciato dallo stesso Navalny poco prima di morire per il cosiddetto «Mezzogiorno contro Putin».

Ma tutto si è svolto senza gravi incidenti, anche se la ong Ovd-Info ha segnalato 74 fermi in tutta la Russia, soprattutto per episodi individuali di protesta.

Leonid Volkov, l'ex braccio destro di Navalny aggredito a martellate nei giorni scorsi in Lituania, ha affermato che la schiacciante vittoria di Putin «non ha nulla a che fare con la realtà».

Due morti a Belgorod

Anche nella regione frontaliera di Belgorod i seggi sono rimasti aperti in questi tre giorni nonostante i ripetuti bombardamenti ucraini e i tentativi di infiltrazione rivendicati da gruppi paramilitari russi inquadrati nelle forze di Kiev.

Oggi due persone, tra cui una ragazza di 16 anni, sono rimaste uccise e 11 ferite dai razzi ucraini.

A Chisinau invece, capitale della Moldavia, un uomo ha lanciato due bottiglie molotov contro l'ambasciata russa, dove erano in corso le operazioni di voto, senza provocare vittime o danni.

Clima di tensione in tutto il Paese

La Russia ha affrontato questi tre giorni elettorali in un clima di tensione a causa dei timori per la sicurezza. A Mosca un notevole schieramento di polizia era visibile oggi in diversi punti strategici, comprese le principali stazioni della metropolitana.

E la giornata era cominciata con la contraerea entrata in azione vicino agli aeroporti internazionale di Vnukovo e Domodedovo.

Nei pressi di questo secondo scalo, ha fatto sapere il sindaco Serghei Sobyanin, è stato abbattuto un drone. Ma gli occhi di tutto il mondo ora sono puntati sulle prossime mosse dello zar.