Russia-UEZakharova a Borrell: «Restrizioni media come in Terzo Reich»
SDA
7.2.2023 - 14:50
Il bando imposto dall'UE ai media russi giudicati strumenti della propaganda russa ricorda quanto fatto dal Terzo Reich, quando «vennero vietati i libri di 300 autori». Lo ha affermato la portavoce del ministero degli esteri di Mosca Maria Zakharova.
07.02.2023, 14:50
07.02.2023, 14:57
SDA
Ciò criticando l'alto rappresentante della politica estera dell'Unione europea Josep Borrell, che aprendo oggi la conferenza europea sulla disinformazione ha motivato le restrizioni con la necessità di «proteggere la libertà di espressione».
Anche i nazisti giustificarono le proibizioni con le esigenze di protezione, ha aggiunto la portavoce, affermando che «tutto cominciò con le proibizioni, con gli incendi dei libri, e finì con gli incendi dei corpi».
«Borrell – ha continuato la Zakharova – sarà interessato a sapere che fu dopo l'incendio del Reichstag che i nazisti giustificarono le 'proibizioni' con la 'protezione'. Il decreto del Presidente del Reich sulla 'Protezione del popolo e dello Stato', adottato subito dopo l'incendio, creò le condizioni per la messa al bando della libera vita politica in Germania. Più tardi questo stratagemma retorico, che Borrell utilizza, fu ripetutamente usato dal Terzo Reich».
La portavoce ha aggiunto che poi furono i soldati sovietici a «riportare l'Europa alla sua forma umana» sconfiggendo il nazismo. Ma «la Storia è ciclica, e oggi il nostro popolo si trova nuovamente a lottare contro questa logica nemica dell'umanità».
Stamani, aprendo la conferenza sulla disinformazione a Bruxelles, Borrell aveva dichiarato che «la Russia usa la manipolazione dell'informazione come un'arma, perché la guerra in Ucraina non si combatte solo con i proiettili: questa battaglia è in corso, il ministro (degli esteri Serghiei) Lavrov gira l'Africa e diffonde menzogne sulle responsabilità della guerra e sugli effetti che ha sul mondo».
«La Russia usa migliaia di persone, ha industrializzato la disinformazione, è un'arma, che fa male, uccide, uccide la capacità delle persone di capire cosa accade: se l'informazione è tossica, la democrazia non può funzionare», aveva affermato Borrell.