Disastri naturaliAlluvione in Libia, sale la rabbia a Derna, incendiata la casa del sindaco
SDA
19.9.2023 - 19:44
Dopo il disastro, la rabbia. Tra le rovine di quella che era la città di Derna, sventrata dall'alluvione che ha provocato migliaia di morti e dispersi, la gente è scesa in piazza per gridare non più la propria disperazione ma la collera contro chi di quella catastrofe è in qualche modo responsabile. Per incompetenza o colpevole di superficialità.
Keystone-SDA
19.09.2023, 19:44
SDA
I manifestanti hanno dato fuoco alla casa dell'ormai ex sindaco Abdulmenam al-Ghaithi, sospeso dall'incarico dopo il cedimento delle dighe che hanno cancellato interi quartieri e distrutto totalmente 900 edifici.
E il governo dell'uomo forte della Cirenaica, generale Khalifa Haftar, non ha trovato di meglio che cacciare i giornalisti da Derna, ufficialmente perché ostacolerebbero i soccorsi.
Più verosimilmente per evitare testimonianze scomode. Anche se, ormai, non rimane molto da nascondere.
«Aguila non ti vogliamo»
Non è bastato alla gente esasperata il licenziamento di tutti i membri del consiglio municipale di Derna, decisa dal premier della Cirenaica Usama Hamad, contro i quali è stata aperta un'inchiesta.
«Aguila non ti vogliamo» hanno gridato i manifestanti chiedendo le dimissioni del capo del parlamento libico orientale, Aguila Saleh.
Riuniti nella moschea Sahaba, punto di riferimento della città, hanno lanciato slogan di protesta ricordando di aver ricevuto l'avvertimento di restare in casa invece di quello di evacuare che avrebbe salvato migliaia di vite – il 10% dei morti secondo l'Oim sono migranti – e chiesto un'indagine indipendente oltre che la ricostruzione della città sotto la supervisione internazionale.
La manifestazione è un messaggio che le autorità «non sono riuscite a gestire la crisi», ha urlato un manifestante, Taha Mifta, – riporta il Guardian.
Perdite alle dighe segnalate già due anni fa
«Hanno la nostra morte sulla coscienza» ha detto a sua volta all'agenzia di stampa Afp Abdelqader al-Omrani, 48 anni, dal suo letto d'ospedale.
L'uomo ha raccontato che lui e altre persone che vivevano vicino alle dighe avevano «avvertito il comune e chiesto riparazioni» dopo aver individuato delle perdite già da due anni. Avvertimenti sempre ignorati.
Allontanata la stampa per nascondere i drammi?
Intanto a Derna è stata silenziata internet e disattivate le reti telefoniche. Secondo la compagnia nazionale di telecomunicazioni Lptci si tratta di «una rottura nella fibra ottica» e «potrebbe essere il risultato di un atto deliberato di sabotaggio».
Ai giornalisti locali e stranieri è stato dato tempo fino alle 13 per lasciare la città. Una misura necessaria, l'espulsione dei reporter, perché il loro numero elevato ostacolava le operazioni di salvataggio, si è giustificato Hichem Abu Chkiouat, ministro dell'aviazione civile del governo di Haftar.
«Si tratta di un tentativo di creare condizioni migliori per le squadre di soccorso, di svolgere il loro lavoro di salvataggio in modo più fluido ed efficace», ha detto Chkiouat, parlando al telefono con Reuters.
Una misura presa, tra l'altro, dopo che nel fine settimana la polizia di Derna avrebbe arrestato e interrogato giornalisti libici.
Sulla tragedia che si è consumata in Libia è intervenuto il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres nel discorso inaugurale della 78esima Assemblea generale. «Derna è una triste istantanea dello stato del nostro mondo: il diluvio di disuguaglianze, di ingiustizie, di incapacità di affrontare le sfide in mezzo a noi».