Regno Unito Scatta il visto, da aprile 2025 ci vorranno 10 sterline per andare a Londra

SDA

12.9.2024 - 08:40

Viaggiare per turismo nel Regno Unito sarà sempre più simile ad andare negli Stati Uniti a partire dall'anno prossimo: scatta infatti l'obbligo del visto elettronico a pagamento denominato Eta (Electronic Travel Authorisation) anche per i cittadini dell'Ue.

Keir Starmer in una foto d'archivio.
Keir Starmer in una foto d'archivio.
sda

Keystone-SDA

Il governo laburista britannico ha presentato i dettagli del sistema destinato a entrare in vigore dal 2 aprile del 2025, con forme di esenzione previste per chi ha un visto di lavoro o risiede regolarmente oltremanica.

L'estensione dell'Eta è programmata da tempo anche per i soggiorni di breve durata di vacanzieri provenienti dall'Unione, non più coperti dalla libertà di movimento automatica entro i confini britannici in base alle restrizioni introdotte nel dopo Brexit.

11 franchi per sei mesi nell'arco di due anni

Il tutto si traduce nella necessità di compilare un modulo online e di pagare una somma di denaro (10 sterline, pari a circa 11 franchi): in questo modo si potranno compiere viaggi multipli nel Regno per soggiorni fino a sei mesi nell'arco di due anni.

L'Home Office ha affermato inoltre che per i cittadini Ue sarà possibile richiedere il visto elettronico semplicemente usando l'app per smartphone chiamata Uk Eta, a partire dal 5 marzo del 2025.

Mentre per i viaggiatori non europei l'obbligatorietà scatta prima, dall'8 gennaio dell'anno prossimo.

Nel comunicato del ministero degli Interni si legge anche che l'estensione del sistema a tutti gli stranieri in arrivo nel Paese – con l'eccezione degli irlandesi in virtù degli accordi tra Londra e Dublino – punta a rendere gli ingressi dei viaggiatori occasionali più efficienti e più sicuri e, allo stesso tempo, «a prevenire gli abusi del nostro sistema di immigrazione».

Nessuna marcia indietro sulla Brexit

Parole che ricalcano nei toni quelle usate da Robert Jenrick, esponente dell'ala destra Tory attualmente front runner nella corsa per la leadership del partito conservatore, quando nel marzo 2023 da numero 2 dell'Home Office noto per le sue posizioni anti-immigrazione aveva annunciato il via libera ufficiale al modello Eta, applicato inizialmente ad alcuni Stati del Golfo alleati di Londra, come il Qatar.

Del resto anche il neo governo laburista, insediatosi dopo la vittoria elettorale del 4 luglio scorso e la fine dell'epoca Tory durata 14 anni, ha rivendicato la linea del rigore nel controllo dei confini.

Il premier Keir Starmer ha ribadito più volte che non intende fare marcia indietro rispetto alla Brexit e nemmeno impegnarsi in aperture sul ritorno parziale a una libertà di movimento con l'Ue.

Pochi passi concreti

La sua volontà di appianare le tensioni del passato con Bruxelles, come è emerso chiaramente con la recente visita in Germania, è limitata all'ambito commerciale e a trattati bilaterali nel settore della difesa e della lotta all'immigrazione illegale: ne è un esempio quello annunciato col cancelliere tedesco Olaf Scholz.

Anche rispetto alla proposta avanzata nei mesi scorsi dall'Unione sulla possibilità di una mobilità senza visto almeno per gli studenti non ci sono stati da parte del primo ministro passi concreti.

E sembra difficile intravederne nel futuro, laddove anche sul dossier dei migranti la compagine laburista ha promesso di portare avanti una linea dura attraverso i rimpatri e la lotta ai trafficanti di esseri umani.