L'assalto al Capitol «Trump accese il fuoco del 6 gennaio, sia bandito»

SDA

23.12.2022 - 20:35

L'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump (foto d'archivio).
L'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump (foto d'archivio).
KEYSTONE

C'è «un solo uomo» dietro al giorno più buio della democrazia americana: Donald Trump, colpevole di aver acceso «il fuoco della rivolta» del 6 gennaio 2021 e di aver violato la Costituzione che aveva giurato di servire. 

Dopo 18 mesi di inchiesta sull'attacco a Capitol Hill, la commissione speciale della Camera ha pubblicato il rapporto di 814 pagine e chiesto al Congresso l'interdizione dell'ex presidente da qualsiasi incarico pubblico.

Dieci udienze, oltre 1.000 testimoni e quasi un milione di documenti raccolti hanno portato i deputati alla conclusione che l'ex presidente è il massimo, se non l'unico, responsabile dell'insurrezione. La causa principale è «one man: Trump», è scritto nero su bianco nel rapporto, composto da otto capitoli dai titoli evocativi.

«La grande bugia»

Il primo, «La grande bugia», documenta il tentativo del tycoon di ribaltare il risultato delle elezioni, iniziato la notte stessa del voto.

«Le nostre istituzioni sono forti solo quando coloro che le rappresentano restano fedeli alla Costituzione», attacca nel rapporto l'arcinemica di Trump Liz Cheney, una dei due repubblicani che fanno parte della commissione assieme a 7 democratici.

L'ex presidente ha partecipato ad una «cospirazione criminale» per ribaltare i risultati delle presidenziali vinte legittimamente da Joe Biden e le sue azioni nelle settimane prima dell'attacco sono state «premeditate», accusa il presidente Bennie Thompson.

Per questo il Congresso americano deve «bandire Trump» da ogni incarico pubblico, quindi vietargli la corsa alla Casa Bianca nel 2024, sostiene la Commissione citando il 14esimo articolo della Costituzione che stabilisce che a chiunque abbia prestato giuramento di servirla può essere impedito di ricoprire un incarico se coinvolto in un'insurrezione o rivolta. «Non è adatto a nessun ruolo pubblico», sentenzia Cheney.

Cospirazione, frode e insurrezione

Soltanto una raccomandazione certo, ma che pesa come un macigno sul futuro politico dell'ex presidente e arriva pochi giorni dopo il suo deferimento al dipartimento di Giustizia per le accuse gravissime di cospirazione, frode contro il governo statunitense e insurrezione.

Anche in questo caso solo il procuratore generale Merrick Garland ha il potere di incriminarlo. Se lo facesse, Trump rischierebbe sanzioni milionarie e fino a 20 anni di carcere. Ma se la sentirà uno degli uomini più vicini a Biden di compiere un passo così estremo? O aspetterà che sia lo stesso partito repubblicano a silurare il tycoon?

«Questa è una caccia alle streghe!»

Trump non sembra per il momento intenzionato a farsi da parte e, in una mitragliata di post sul suo social media Truth, rispolvera una grande classico della sua retorica, la persecuzione politica nei suoi confronti da parte di media, democratici, FBI, Twitter e Facebook.

«Il rapporto della Commissione totalmente di parte si è dimenticato di menzionare che Pelosi non diede ascolto alla mia raccomandazione di utilizzare i militari a Washington. Ho usate le parole "in pace e in modo patriottico" e ho invitato a esaminare il motivo della protesta. Questa è una caccia alle streghe!», attacca l'ex presidente.

E ancora: «L'FBI ha utilizzato Twitter e Facebook per far vincere le elezioni del 2020 a Biden. Non si poteva dire nulla di negativo su di lui, soprattutto sul figlio Hunter, mentre si potevano solo dire cose negative su di me con un livello di ferocia, odio e sì, disperazione, mai visto prima nel nostro Paese».

Per concludere con l'argomentazione che ha innescato la rivolta a Capitol Hill e tutto quello che ne è seguito: «Il governo degli Stati Uniti ha cambiato il risultato delle elezioni, e non c'è niente di peggio. Basta guardare i danni che sono stati fatti al nostro Paese e al mondo negli ultimi due anni: sono incalcolabili. Trump ha vinto!».

SDA