Guerra in Ucraina I russi lanciano l'assalto finale ad Azovstal

SDA

3.5.2022 - 21:56

«Un potente assalto al territorio dello stabilimento Azovstal con l'appoggio di mezzi corazzati, carri armati, tentativi di sbarco e un gran numero di fanti». Forse, quello decisivo. Dopo lo sfollamento dei primi convogli di civili verso Zaporizhzhia, le forze russe hanno ripreso la loro offensiva per assumere il controllo dell'acciaieria, ultima roccaforte ucraina a Mariupol e infrastruttura strategica per la futura amministrazione della città.

L'acciaieria Azovstal attaccata.
L'acciaieria Azovstal attaccata.
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Raid che, secondo il reggimento Azov, hanno provocato la morte di due donne e il ferimento di altre dieci persone. «Faremo tutto il possibile per respingere questo assalto», ha assicurato il vicecomandante del battaglione Svyatoslav Palamar, tornando a chiedere «l'immediato sfollamento dei civili».

Fonti ucraine stimano che nei sotterranei dell'impianto ci siano ancora tra 200 e 300 persone intrappolate, di cui 30-40 bambini, e più di 40 militari feriti che necessitano di cure.

Il nuovo attacco ad Azovstal, iniziato con bombardamenti d'artiglieria e dell'aviazione, con l'obiettivo di fare poi irruzione, è stato confermato anche dal ministero della difesa di Mosca, che accusa i combattenti nemici di aver sfruttato i corridoi umanitari per sgusciare fuori dai bunker e rivendica di volerne «distruggere» le «posizioni di tiro».

Mentre dal resto di Mariupol in mani russe, ha denunciato il sindaco Vadym Boichenko, sono quasi 40'000 gli abitanti «deportati» in Russia, molti costretti ai lavori forzati.

Attacchi anche nelle regioni vicino a Mariupol

Sotto i bombardamenti restano anche le regioni limitrofe di Mariupol. Nel villaggio di Zaliznychne, vicino a Zaporizhzhia, due persone sono rimaste uccise da schegge di raid che, secondo il portavoce dell'amministrazione regionale, il colonnello Ivan Arefiev, hanno distrutto una scuole e danneggiato dodici case.

Nuovi attacchi anche nell'area di Odessa. Secondo i vertici militari di Mosca, missili Oniks lanciati da droni hanno colpito e distrutto un hangar con armi inviate dai Paesi europei e dagli Usa.

L'offensiva continua a martellare soprattutto nel Donbass, dove secondo il governatore Pavlo Kyrylenko nella regione di Donetsk almeno dieci civili sono rimasti uccisi – tre in un raid aereo nella località di Avdiivka e gli altri sotto colpi d'artiglieria a Vuhledar e Lyman – e altri 15 feriti, mentre in altre zone sotto costanti bombardamenti si sta cercando di sfollare la popolazione dalla linea del fronte.

Pesanti combattimenti proseguono anche nell'oblast di Lugansk, dove stando al governatore Serhiy Gaidai nelle ultime ore dodici attacchi sono stati respinti, distruggendo tank, pezzi d'artiglieria e altri veicoli corazzati, ma Mosca sarebbe pronta a intensificare i bombardamenti in vista del 9 maggio, giorno in cui celebra la vittoria contro i nazisti.

Il piano prevedrebbe l'uso di armi pesanti, tra cui artiglieria e sistemi di lancio multipli per cercare di distruggere «tutto ciò che incontrano» e fare «terra bruciata», in modo da conquistare la regione entro quella data.

Attacchi anche lontano dal fronte

Gli attacchi continuano anche più a nord, nell'oblast di Kharkiv, dove si segnalano almeno un morto e diversi feriti, con combattimenti in particolare nella direzione strategica di Izyum.

Ma anche lontano dal fronte, l'Ucraina resta avvolta dal terrore dei bombardamenti nemici, con nuovi attacchi e allarmi antiaerei centinaia di chilometri a ovest della linea strategica del fiume Dnipro.

Nella serata di martedì, almeno cinque esplosioni si sono verificate a Leopoli, nell'ovest del Paese vicino al confine con la Polonia, seguite da blackout in alcune zone della città. Nel timore di nuovi raid missilistici, il sindaco Andriy Sadovyi ha invitato la popolazione a non lasciare i rifugi antiaerei.

E sempre nella serata di martedì, la contraerea ucraina ha abbattuto un missile russo sparato nei pressi di Kiev. Nel mirino sono finite anche Dnipro e Vinnytsia.