Guerra in Ucraina Zelensky: «Uccidere Putin? Abbiamo il diritto di difenderci»

SDA

21.11.2023 - 19:08

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla conferenza stampa congiunta con il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e la presidente moldava Maia Sandu (non raffigurati), dopo il loro incontro a Kiev.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla conferenza stampa congiunta con il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e la presidente moldava Maia Sandu (non raffigurati), dopo il loro incontro a Kiev.
KEYSTONE

L'Ucraina coglierebbe l'occasione di uccidere il presidente russo Vladimir Putin, se ne avesse la possibilità. Volodymyr Zelensky ci va giù pesante nel giorno del decimo anniversario dell'Euromaidan, nota come la rivoluzione della dignità in Ucraina.

Quella rivolta, nota Zelensky, fu «la prima vittoria della guerra di oggi». Il filo dunque va riannodato lì, quando il Paese si schierò a favore dell'Europa e della democrazia, rifiutando la sfera d'influenza di Mosca.

E siccome la storia non si muove in modo lineare, ma circolare, a dicembre i leader europei dovranno decidere se aprire i negoziati di adesione con Kiev (e Chisinau). Il sì non è scontato. Ecco perché il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, ha deciso di essere qui in quello che ha definito «un anniversario chiave per l'Europa».

L'aura di Zelensky inizia ad offuscarsi

Ma la celebrazione dell'Euromaidan avviene in un momento molto delicato per l'Ucraina. L'aura di Zelensky, a quasi due anni dall'inizio dell'invasione russa, inizia ad offuscarsi, sullo sfondo di una vittoria che pare meno alla portata di quanto promesso sinora, voci di profonde divisioni all'interno del cerchio magico presidenziale e una certa fatica da parte degli alleati a tenere il passo. Il presidente ucraino si gioca tutto.

In questo quadro si spiega l'attacco a Putin, lasciato intendere in un'intervista al tabloid britannico «The Sun». «È la guerra e l'Ucraina ha ogni diritto di difendere la sua terra», ha risposto a domanda precisa. D'altra parte, ha notato, il Cremlino ha organizzato «cinque o sei piani per farmi fuori».

Parole subito rimbalzate a Mosca. Gli ucraini «non hanno modo» di attentare alla vita del presidente Putin, ha ribattuto il portavoce Dmitry Peskov. L'ex delfino Dmitry Medvedev, dal canto suo, ha ribaltato la minaccia. «Con profezie così potenti è improbabile che questo sciocchino abbia la possibilità di vivere fino alla vecchiaia: i pensieri a volte si avverano», ha commentato.

Dagli Stati Uniti un altro pacchetto di aiuti

Tornando alla girandola di visite degli ultimi giorni, il capo del Pentagono Lloyd Austin è venuto per rassicurare Zelensky dell'incrollabile sostegno americano, parole rafforzate da un altro pacchetto di aiuti da 100 milioni di dollari – pochini, per la verità, rispetto al compito immane che si trovano davanti le forze armate ucraine.

Anche il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, è giunto nella capitale ucraina «per valutare personalmente la situazione attuale e l'efficacia del sostegno della Germania».

Michel, come si diceva, si è invece concentrato sulle prospettive dell'apertura dei negoziati adesione. «Quello di dicembre sarà un Consiglio Europeo molto difficile, non lo nascondiamo: ma farò tutto il possibile per far sì che arrivi la luce verde», ha detto al termine dell'incontro con Zelensky e la presidente moldava Maia Sandu al palazzo Mariinsky. «L'ingresso dell'Ucraina e della Moldavia è un nostro interesse strategico e manderebbe il messaggio che l'Ue è affidabile».

«Le prossime settimane saranno chiave»

«Le prossime settimane saranno chiave, non ho paura dei russi ma ho paura dei numeri al Consiglio Europeo», ha confessato la vice premier Olga Stefanishyna con delega all'allargamento commentando l'ipotesi di una fumata nera. Zelensky ha cercato di sdrammatizzare in conferenza stampa incalzato dalle domande. «Vedo molto ottimismo eh...».

Poi però è entrato nel merito: «Vorrei che ci basassimo sui dati concreti, non ci aspettiamo regali e capiamo che si tratta di un processo di merito. Ma abbiamo rispettato le 7 raccomandazioni dell'Ue al 100% e questa decisione sarebbe importante per mobilitare il popolo ucraino e mostrerebbe che difendiamo i nostri valori con i fatti e non solo con le parole: se non saremo uniti daremo un'extra vittoria a Vladimir Putin». Perché ormai non è più solo una questione interna all'Ue.