La Carità-Santa Chiara Accordo sulla ginecologia, De Rosa: «Progetto che va nella giusta direzione»

SwissTXT / red

27.4.2023

La Clinica Santa Chiara di Locarno
La Clinica Santa Chiara di Locarno
Ti-Press

L'accordo La Carità-Santa Chiara sulla ginecologia, secondo gli interessati, porterà vantaggi sia per il pubblico che per il privato.

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27.4.2023

L'accordo siglato martedì dall'ospedale La Carità e dalla clinica Santa Chiara, che concentra nel primo i parti e lascia alla seconda la ginecologia chirurgica, inizialmente per un periodo di prova di un anno e mezzo, per i promotori serve a salvaguardare il servizio di maternità a Locarno.

Le nascite all'anno in un'unica struttura saranno così circa 500, una massa critica sufficiente. Lo stesso discorso vale per le operazioni. Secondo gli scettici, invece, il settore pubblico - La Carità fa parte dell'EOC - lascia al privato un ambito redditizio.

Per il direttore generale Glauco Martinetti, l'Ente ospedaliero cantonale «guadagnerà 250 parti l'anno e diventerà la casa delle nascite per tutto il Locarnese, un grandissimo valore per le generazioni attuali e per quelle future» e dal punto di vista finanziario «molto probabilmente» sarà la clinica Santa Chiara che «perderà della cifra d'affari».

In questa intesa, tuttavia, «l'aspetto economico non è importante». Quel che conta, a detta anche del suo omologo del gruppo Moncucco Christian Camponovo, sarà la razionalizzazione delle risorse e dei costi, lo sviluppo delle competenze e la gestione del personale in un settore dove ne manca.

La fase pilota andrà avanti fino al 2024 e degli indicatori sono stati definiti, ha spiegato Camponovo alla RSI, per poi stabilire se renderla definitiva. «L'aspetto determinante sarà l'entusiasmo che si riuscirà ad avere da parte di tutti i collaboratori (...) e i presupposti fino a adesso sono molto buoni».

Dopo alcune resistenze iniziali (si partorisce e si fa partorire alla Santa Chiara da quasi cent'anni) praticamente tutti i dipendenti coinvolti hanno deciso di accettare di passare sotto l'EOC. Si tratta di una trentina di persone.

La prima di una serie?

La domanda che sorge spontanea è se questa collaborazione farà da preludio ad altri accordi analoghi fra l'Ente ospedaliero e il settore privato. «Oggi è presto per dire se c'è qualcosa di concreto, non facciamo speculazioni, ma è nell'interesse di tutti approfondire il tema e se ci sono possibilità le coglieremo», risponde alla RSI Camponovo.

«Bisogna andarci con i piedi di piombo (...), questo passo non vuol dire che dovremo farne degli altri. Dove avrà senso lo faremo, dove non avrà senso continueremo a essere in concorrenza come adesso», secondo Martinetti.

De Rosa: «Progetto pilota che va nella giusta direzione»

Per il consigliere di Stato Raffaele De Rosa, il capo del Dipartimento della sanità e della socialità, «il progetto pilota va nella giusta direzione perché ci sarà una migliore suddivisione delle competenze, si eviteranno inutili doppioni, ci sarà una migliore valorizzazione del capitale umano e delle risorse finanziarie».

De Rosa non ritiene che non ci siano «controindicazioni». Come Martinetti, ritiene tuttavia «al momento prematuro parlare di altri accordi», ma «se questa collaborazione partita spontaneamente dovesse mostrare i frutti positivi che auspichiamo, potrebbe servire da esempio virtuoso».

Secondo il responsabile del DSS, non si sta in ogni caso aggirando la volontà popolare, con riferimento alla votazione del 2016 in cui erano state respinte delle collaborazioni pubblico-privato «strutturate con la creazione di società anonime». Questo «progetto pilota è qualcosa di veramente differente con l'obiettivo di suddividere meglio i due mandati migliorando la presa a carico».