Bellinzona Argo 1, in aula la parola fine: «I funzionari del DSS sapevano»

SwissTXT / pab

18.2.2019

Il presidente della CPI, il leghista Michele Foletti.
Il presidente della CPI, il leghista Michele Foletti.
Ti-Press

A due anni dallo scoppio dello scandalo Argo 1, il Gran Consiglio ticinese ha messo lunedì la parola fine alla questione.

E lo ha fatto con la discussione sul rapporto della Commissione parlamentare d'inchiesta (CPI), istituita nel novembre del 2017.

Legami tra il DSS e Argo 1

Le conclusioni di questo rapporto sottolineano come vi siano state gravi manchevolezze e, durante il dibattito, il presidente della CPI Michele Foletti ha ripercorso la storia dei legami tra il Cantone - e in particolare il Dipartimento sanità e socialità - e Argo 1: dall'estate 2012 a quando - nel febbraio del 2017, a seguito di una retata al centro per richiedenti l'asilo di Camorino - scoppiò lo scandalo legato all'attribuzione - senza base legale - del mandato all'agenzia di sicurezza.

«I funzionari del DSS sapevano cosa facevano»

Dopo più di un anno di lavoro (costo totale 111'000 franchi) della CPI, Foletti ha ribadito: “Né l’emergenza, né la provvisorietà in sé sono motivi sufficienti per giustificare la trasgressione alle norme”.

Urgenza che è sempre stata definita la ragione per l'attribuzione del mandato ad Argo 1. Per Foletti, i funzionari del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) sapevano invece esattamente cosa stavano facendo. Sapevano che non c'era la base legale.

Una situazione grave e preoccupante

La parola è poi passata ai rappresentanti dei partiti, i quali su un punto sono stati d'accordo: la CPI ha fatto luce su una situazione definita grave e preoccupante.

Sulle conclusioni del rapporto della CPI non c'è tuttavia stato un voto da parte del Parlamento, poiché non previsto dalla procedura.

Zali: «Gravi irregolarità, ma...»

Per rispondere alle critiche al Governo, e in particolare al direttore del DSS Paolo Beltraminelli, a prendere la parola è stato il presidente del Consiglio di Stato, Claudio Zali, che ha confermato le gravi irregolarità nell'attribuzione del mandato ad Argo 1, ma ha attribuito le principali responsabilità ai due funzionari del DSS.

“Per quello che ne è invece della valutazione dell’operato del capo del Dipartimento (Paolo Beltraminelli, ndr.), il Consiglio di Stato rileva unicamente di non essere mai venuto a meno della necessaria fiducia nei confronti del collega”, ha affermato in aula Zali, aggiungendo: “Il Consiglio di Stato intende tuttavia ed in conclusione sottolineare in modo particolare la positiva reazione avuta dopo l’assunzione del tema e le misure messe in atto per migliorare la situazione, e ridurre i rischi di disfunzione”.

Restano i dubbi sulle azioni dei funzionari

In conclusione, Michele Foletti ha sottolineato come lo scandalo Argo ha sì permesso di migliorare il funzionamento dell'amministrazione cantonale, “ma come Commissione parlamentare di inchiesta non possiamo ammettere, nella presa di posizione del Consiglio di Stato, che i funzionari hanno agito sempre in buona fede”.

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