Inchiesta esterna Molestie e mobbing da Unitas: «Vertici venuti meno ai loro doveri»

SwissTXT / red

25.3.2023 - 16:20

Animi accesi durante la riunione straordinaria dell'organizzazione
Animi accesi durante la riunione straordinaria dell'organizzazione
archivio Ti-Press

Il resoconto degli avvocati sulla vicenda è stato illustrato ai soci dell'associazione, riuniti sabato a Giubiasco in assemblea straordinaria. Casgnola eletto nuovo presidente.

25.3.2023 - 16:20

I vertici di Unitas non hanno fatto nulla, malgrado le varie segnalazioni di molestie e mobbing a opera di un ormai ex dirigente. Queste le dure conclusioni dell’inchiesta esterna sul caso Unitas, l’associazione ciechi e ipovedenti della Svizzera italiana. Oggi, sabato, i contenuti dell’audit sono stati illustrati ai soci dell'organizzazione, riuniti in assemblea straordinaria a Giubiasco.

Non lascia spazio a interpretazioni il resoconto degli avvocati Raffaella Martinelli Peter e Stefano Fornara. Sono 19 le segnalazioni raccolte su un arco temporale che va dal 1994 al 2021. Le violazioni riscontrate sono state sia di molestie, sia di altre azioni lesive della personalità.

Le conclusioni dell’inchiesta esterna hanno portato gli avvocati a dire che, come datore di lavoro, i vertici di Unitas sono venuti meno ai loro doveri. Malgrado il comportamento della persona segnalata destasse perplessità, non hanno infatti agito.

Nessuna misura fino al 2018

La mancata percezione che ci fosse del disagio significa che non c’era vigilanza, o che si è sottovalutata la situazione, oppure che c’era incompetenza in questo ambito.

Fino al 2018 non erano state adottate misure all’interno dell’associazione perché non ce n’era bisogno, così si erano giustificati i vertici. Ma in questo modo, hanno spiegato gli avvocati, non si è creata la via affinché le segnalazioni potessero arrivare. E anche quando dopo sono arrivate, i vertici si sono limitati a prendere atto senza nemmeno confrontare la persona segnalata alle accuse che le venivano mosse.

Varie reazioni in sala tra i soci

Queste conclusioni non hanno mancato di creare reazioni in sala tra i soci. Sono intervenuti in molti: chi indignandosi per il comportamento del comitato e della direzione, chi scusandosi perché quando all’epoca era in comitato non si era accorto di nulla.

Una vittima ha poi chiesto, con voce rotta dall’emozione, perché ancora nel 2021 il molestatore l’aveva contattata. Ma c’è anche chi in sala ha difeso l’ex dirigente: ciò che ha immancabilmente scaldato gli animi, subito calmati dal presidente del giorno Mauro dell’Ambrogio.

Casgnola eletto nuovo presidente

Il Governo, ricordiamo, aveva preteso il ricambio totale del comitato. E dimissioni erano state chieste anche dai vari dipendenti e utenti. Oggi, per motivi di tempistiche legate al regolamento, l’unica cosa che si poteva fare era nominare un nuovo presidente di Unitas.

Mario Vicari ha rassegnato le dimissioni (aveva ricoperto la carica per sei anni) e al posto suo è stato nominato a maggioranza Fabio Casgnola. Il suo mandato è limitato a due anni e scadrà quindi nel 2025. Casgnola, classe 1955, è stato attivo per una decina di anni al Dipartimento militare federale ed è stato direttore amministrativo della Clinica Ars Medica.

Si sono poi dimessi anche quattro membri di comitato, la cui sostituzione verrà decisa nella prossima assemblea di giugno. Discussa anche la revisione dello statuto di Unitas, con modifiche che dovrebbero risolvere le criticità evidenziate dall’audit sul piano dell’organizzazione dell’associazione. In altre parole si vuole evitare che troppo potere sia concentrato in una sola persona, come avvenuto con l’ex dirigente al centro delle accuse.

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