Sequestro MoroBaragiola non è più italiano, non rischia l'estradizione
pab
23.1.2019
La cittadinanza elvetica acquisita nel 1986 non può essergli revocata e quindi, anche teoricamente, l'ex BR, secondo quanto scoperto dalla RSI, non rischia più l'estradizione.
Il passaporto rossocrociato non può essere revocato ad Alvaro Baragiola poiché nel suo caso l’articolo 42 della Legge federale sulla cittadinanza svizzera non è applicabile. Dal 1986, l'ex detenuto è esclusivamente cittadino elvetico, data la rinuncia al passaporto italiano 33 anni fa, contestualmente all'acquisizione della nazionalità elvetica.
La conferma degli specialisti
La notizia è stata confermata nel corso della puntata di Modem, trasmissione radiofonica d'approfondimento giornalistico della RSI in onda sulla Rete UNO.
Per una quarantina di minuti la giudice Agnese Balestra-Bianchi (ex presidente della Corte delle Assise criminali che condannò Alvaro Baragiola), Dick Marty (già procuratore pubblico) e lo storico Vladimiro Satta hanno ripercorso gli eventi riportando i fatti e contestualizzando la vicenda dell'ex terrorista, tornata d'attualità dopo l'estradizione in Italia la settimana scorsa di Cesare Battisti.
«Non ho più documenti italiani»
Secondo quanto ricostruito dalla RSI, il Consiglio di Stato ticinese nel 1988, rispondendo a un’interrogazione dei deputati Gianfranco Soldati e Renzo Quadri che chiedevano la revoca della cittadinanza svizzera dell'ex BR, spiegava come Baragiola ha "automaticamente" cessato di essere cittadino italiano in virtù della Legge sulla cittadinanza italiana del 1912.
E questo perché l'ex terrorista aveva all'epoca spontaneamente acquisito una cittadinanza straniera ed era residente nel Luganese. Un automatismo, spiegava oltre 30 anni fa il Governo ticinese, che non necessitava di nessuna notifica.
Da parte sua Alvaro Baragiola, ha rifiutato di rispondere ad altre domande dei colleghi della RSI, specificando in una e-mail alla redazione multimediale come, dal millennio scorso, non abbia mai avuto documenti italiani.