Tempo libero Canyoning, i fiumi vengono spesso sottovalutati

SwissTxt / pab

22.6.2020

Immagine d'illustrazione
Immagine d'illustrazione
Ti-Press / Pablo Gianinazzi / archivio

L’incidente costato la vita a un torrentista nella Valle di Lodrino la settimana scorsa è stato causato da una valutazione errata, secondo l'esperto intervistato dalla RSI. Al via, intanto, la nuova campagna di «Acque Sicure».

Marcel Luraschi, capo della polizia lacuale, intervistato dalla RSI non ha dubbi sulle cause del sinistro di cui è rimasto vittima il turista lituano: «La corrente era molto forte ed è stata fatta una valutazione errata: nel punto in cui si è verificato l’incidente è stata usata una tecnica non delle migliori ed è stata fatta una valutazione errata nel salto». 

Il tragico evento, lo ricordiamo, è avvenuto giovedì nella Valle di Lodrino. Il  corpo del torrentista è stato ritrovato solo sabato a 150 metri in linea d’aria dal punto in cui era scomparso.

Un recupero complesso

Ci sono volute ore, dapprima per trovarlo e poi per recuperalo: un intervento complesso che ha costretto cinque uomini della lacuale, appoggiati dalla colonna di soccorso, ad accostare la tecnica alpina alle ricerche subacquee, per setacciare tutte le pozze, che in quel tratto raggiungono persino gli 8 metri di profondità

Il Ticino è una meta conosciuta per praticare il torrentismo, uno sport certo affascinante, ma non privo di rischi e spesso c’è chi sottovaluta i fiumi del cantone.

Inoltre, spiega ancora Marcel Luraschi, «il turista che arriva dopo aver compiuto ore e ore di viaggio vuole assolutamente raggiungere l’obiettivo che si era prefissato, mentre per un ticinese che arrivando sul luogo vede che c’è tanta acqua, oltre a conoscere il territorio, può facilmente dire no: torno a casa o vado altrove».

Acque Sicure, partita la campagna

La commissione cantonale Acque Sicure continua quindi l'instancabile lavoro di prevenzione. Sabato a Tegna è stata inaugurata una nuova campagna ed è pure stato decretato il divieto permanente di canyoning lungo quattro tratti fluviali inferiori: Ticinetto, Isorno, Dongia e Rierna.

«Qui il semaforo sarà sempre rosso», spiega alla RSI Fabienne Bonzanigo, della Commissione Acque sicure del Dipartimento delle istituzioni, «non si potrà più entrare poiché si tratta di tratti di fiume a valle di impianti idroelettrici, dove ci possono essere in qualsiasi momento dei rilasci d’acqua, anche non programmati».

Un video per far capire il pericolo

Rilasci d’acqua esattamente come quello che sfocia nell'incantevole cascata di Tegna. «Qui per ora è tutto tranquillo, ma la cascata è stata mediamente aperta per far capire che c’è un pericolo: si chiama dispositivo bagnanti, è energia sprecata ma così si fa capire che c’è una cascata», aggiunge Adriano Keller, presidente dell’associazione Golene Terre di Pedemonte.

«Acque Sicure - aggiunge Keller - ha messo a disposizione un video dove si vede come in un minuto da una situazione di tranquillità si può passare a una situazione con una cascata pericolosa, sia per chi si trova nella zona della cascata sia per chi si trova nella pozza».

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