Indiscrezioni Caso Gobbi, i vertici della polizia sapevano tutto?

pab

10.4.2024

Norman Gobbi in un'immagine d'archivio.
Norman Gobbi in un'immagine d'archivio.
KEYSTONE

I vertici della Polizia cantonale ticinese sarebbero stati al corrente fin dall'inizio dell'incidente in cui è rimasto coinvolto il consigliere di Stato Norman Gobbi nel novembre del 2023. Lo sostiene la RSI. Ecco come è arrivata a questa conclusione.

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  • Secondo la RSI, i vertici della Polizia erano al corrente fin da subito del sinistro occorso al capo del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi.
  • Questo perché è prassi delle forze dell'ordine segnalare ai propri vertici quando ci sono vicende che coinvolgono personalità che hanno un particolare statuto. 
  • La RSI ipotizza che nessuna inchiesta interna sia stata avviata proprio perché la storia era conosciuta nella linea di comando della Polizia. Per lo stesso motivo non sarebbe stata avvisata la magistratura.
  • C'è malcontento nelle forze dell'ordine, tanto che ad alcuni giornali e al procuratore generale sarebbero arrivate delle lettere anonime.

Stando alla RSI, ci sono nuovi elementi nel caso dell’incidente stradale in cui è rimasto coinvolto il consigliere di Stato Norman Gobbi, sulla A2, la sera del 14 novembre 2023.

Giova ricordare che dopo due interpellanze parlamentari e un polverone mediatico, si è arrivati, due settimane fa, all'apertura di un’inchiesta del procuratore generale Andrea Pagani nei confronti di ignoti e di un agente della polizia.

I capi della Polizia avrebbero saputo della situazione dall'inizio

Secondo le informazioni raccolte dalla RSI, quando in un incidente è coinvolta una persona dichiarata sensibile per il suo ruolo, come in questo caso lo è Gobbi, chi interviene deve, per prassi e disposizioni interne, al fine di preservare le istituzioni, avvisare il suo superiore.

Il graduato finito sotto inchiesta, che quella sera era di picchetto ed è arrivato sul posto per eseguire il secondo test dell’alcolemia, visto che l'esito del primo, sopra il limite, è stato rifiutato dal leghista, secondo la prassi ha informato il suo superiore.

È poi quest'ultimo, sempre secondo l'emittente di Comano, a dover informare due persone: il capo della gendarmeria e il comandante della polizia. La RSI arriva alla conclusione che la linea di comando era quindi a conoscenza dell’incidente del consigliere di Stato fin dai primi momenti.

Nessun avviso alla magistratura

Ora l'inchiesta del procuratore generale Andrea Pagani dovrà stabilire chi e perché abbia sbagliato a gestire la situazione.

La RSI avanza l'ipotesi che è proprio per il fatto che la vicenda sarebbe stata conosciuta e condivisa dai vertici della polizia che in mesi di voci, di chiacchiere, di rapporti parziali o poco verosimili, di test alcolemici eseguiti con presunto ritardo, non sia stata ordinata un’inchiesta interna e nemmeno si sia proceduto a una segnalazione al Ministero pubblico.

Lettere anonime e primo interrogatorio

Nel frattempo c’è chi denuncia un certo malcontento all’interno delle forze dell'ordine, come testimoniato dalle lettere anonime arrivate ad alcuni media e allo stesso procuratore generale.

Pagani nel frattempo, martedì, ha interrogato per la prima volta il graduato finito sotto inchiesta, aperta anche nei confronti di ignoti. Su come sia andata, però, bocche cucite.