Preventivo 2024 Conti cantonali in rosso per il Ticino, Vitta: «I tagli saranno mirati» 

Swisstxt / red

19.10.2023

Il Consigliere di Stato e direttore del Dipartimento delle finanze e dell'economia ticinese Christian Vitta (foto d'archivio).
Il Consigliere di Stato e direttore del Dipartimento delle finanze e dell'economia ticinese Christian Vitta (foto d'archivio).
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Mercoledì il Consiglio di Stato ticinese ha presentato il preventivo per il 2024: si stima un disavanzo di 96 milioni, a fronte di una manovra di rientro finanziario di 134 milioni. I conti cantonali sono in profondo rosso. A tal proposito, la RSI ha intervistato il consigliere, e capo del Dipartimento delle finanze e dell'economia (DFE), Christian Vitta. In generale, dal mondo politico le reazioni sono state piuttosto critiche.

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19.10.2023

Hai fretta? blue News riassume per te

  • Il Governo ticinese ha presentato mercoledì il preventivo per il 2024: si prevede un disavanzo di 96 milioni, a fronte di una manovra di rientro finanziario di 134 milioni.
  • In un'intervista alla RSI, il consigliere di Stato Christian Vitta sostiene che il pacchetto di misure «è stato un esercizio a 360 gradi al quale hanno contribuito tutti i dipartimenti».
  • Inoltre, il direttore del DFE esorta le forze politiche a collaborare e far fronte comune per non aggravare ulteriormente la situazione.
  • Dal mondo politico, però, le reazioni sono state piuttosto critiche e polemiche.

L’elaborazione del preventivo 2024 del Canton Ticino, che prevede una manovra di rientro da quasi 134 milioni, ma un disavanzo che sfiora comunque i 96 milioni, «è stato un esercizio a 360 gradi al quale hanno contribuito tutti i dipartimenti», secondo il consigliere di Stato Christian Vitta.

«Abbiamo evitato di procedere con tagli lineari, andando a toccare in modo mirato laddove ritenevamo ci fossero dei margini per farlo», afferma ai microfoni della RSI il liberale-radicale.

«Il contesto attuale sta mettendo sotto pressione tutti gli enti pubblici (...). Noi nel 2020 siamo stati colpiti in maniera più pesante dal Covid – prosegue il politico nell’intervista concessa alla RSI – e questo ha avuto un riflesso anche sulle finanze, che nel 2019 avevano ritrovato un equilibrio fragile. Questa fragilità oggi si somma alla situazione incerta che stiamo vivendo».

Il capo del DFE afferma inoltre che il cosiddetto «decreto Morisoli» (il decreto legislativo che concerne il pareggio del conto economico entro il 2025, ndr) «ha aggiunto nuovi paletti», ma che il freno al disavanzo iscritto nella Costituzione già impone un pareggio dei conti entro il 2025.

A quel punto, un preventivo in rosso sarebbe anticostituzionale e «il Governo da solo non ha le competenze per procedere a tutte le correzioni richieste». Quindi Vitta chiama alla collaborazione le forze politiche, per evitare che la situazione peggiori e richieda ulteriori sacrifici maggiori.

Una manovra che colpirà le spalle dei più deboli

Nel frattempo, come riferisce la RSI, non sono mancate le reazioni da parte dei partiti e dei sindacati. Il PS preannuncia una battaglia e vede una manovra destinata a colpire soprattutto i dipendenti pubblici, i beneficiari di sussidi per la cassa malati, le case per anziani, gli istituti per invalidi e i centri psicoeducativi.

Sono simili le considerazioni dell’MPS, secondo cui si ha a che fare con una serie inaccettabile di misure che penalizzerà la spesa sociale e il servizio pubblico.

Per l’OCST la necessità di un risanamento delle finanze pubbliche non può implicare una riduzione delle prestazioni soprattutto per le fasce deboli e in difficoltà. Il sindacato cristiano-sociale esprime quindi delusione, parla di misure sulle spalle dei più bisognosi e chiede con forza che i provvedimenti oggi proposti siano rivisti.

Il preventivo non piace neppure al Centro e non solo per la questione dell’imposta di circolazione, riporta l'emittente radiotelevisiva. Più in generale il presidente Fiorenzo Dadò rileva che Lega, UDC e PLR sono i partiti che hanno sostenuto il decreto Morisoli e hanno la maggioranza in Governo: tre consiglieri di Stato su cinque quindi, sottolinea, avevano un anno di tempo per creare un piano che non presentasse dei tagli.

Un pacchetto decisamente problematico

Anche il PLR qualifica come decisamente problematico il pacchetto per il rientro finanziario: come sostiene il partito, alcune misure puntuali sono condivisibili, ma indifendibili quelle che colpiscono il ceto medio e i giovani. Quanto presentato oggi, secondo i liberali-radicali, è il risultato di una politica con una scarsa visione d’insieme e nessun impulso rinnovatore.

Al contrario, i Verdi puntano il dito contro la destra e le forze che a loro tempo hanno sostenuto il decreto Morisoli, accusandole di aver ingannato la popolazione. E proprio i partiti che si fanno paladini del ceto medio, affermano gli ecologisti, scrive dall'emittente di Comano, ora lo impoveriscono con tagli applicati ai dipendenti dello Stato.

La Lega invece afferma di sostenere le economie a carico dell’amministrazione e del personale del cantone, parlando di un’amministrazione pubblica sovradimensionata che offre prestazioni privilegiate inaccessibili alla maggior parte dei contribuenti impiegati nel settore privato. Respinta, per contro, è la prospettiva di un aumento delle entrate tramite le imposte di circolazione.