Pandemia COVID-19: cosa sono i fattori R-0 e R-E? Le spiegazioni dell'esperto

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5.5.2020

Il professore Paolo Ferrari 
Il professore Paolo Ferrari 
Ti-Press / Alessandro Crinari

Ogni universo ha il suo linguaggio, i suoi termini e le sue sigle. E quello medico dei virus non fa eccezioni. Così da gennaio, da quando è apparso il nuovo coronavirus, leggiamo, sentiamo e usiamo terminologie, di cui il vero significato a volte, ci sfugge: come con R-0 e R-N. Ecco cosa significano e la loro differenza.

La pandemia di COVID-19 ha portato con se termini e espressioni che fino a poche settimane fa non usava praticamente nessuno al di fuori della cerchia di esperti del settore dei virus e della medicina.

Come per esempio i termini R-0 e R-E. Ma cosa significano? I colleghi della RSI lo hanno chiesto a Paolo Ferrari,  capo area medica dell’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC).

«R-0»: il numero di nuovi casi

In campo epidemiologico «R-zero» o «R-0», è la sigla del numero di riproduzione di base, cioè del numero di nuovi casi generati, in media, da un caso nel momento del periodo infettivo. 

«R-zero» è il fattore matematico a cui si guarda quando si deve decidere il passaggio da una fase all'altra nella gestione di una pandemia, per esempio da una fase di «tracciabilità», dove si cerca di ricostruire la catena dei contagi per risalire alla fonte, a quella detta «di contenimento», nella quale, visto l'alto numero di infezioni, si cerca di limitare il numero di nuovi casi. 

Nel momento di maggior espansione del nuovo coronavirus l'indice era a 2,5. Ora in Svizzera, grazie alle misure restrittive introdotte, l'«R-0» è sceso sotto l'1 e quindi si sta passando dalla fase di contenimento a quella di traccibiltà.

Le autorità sanitarie però avvertono: attenzione, il potenziale di contagio del virus non è affatto diminuito.

Il virus non diventa più benigno

«L’R-0 rimane lo stesso. – spiega Paolo Ferrari, capo area medica dell’EOC – Il virus non è diventato più benigno in questi giorni, malgrado il fatto che sia sceso sotto l’uno».

«Quello che è cambiato è il cosiddetto R-E, il fattore che indica il numero di contagi effettivo, il numero di riproduzione effettivo del virus. Esso dipende da tutta una serie di fattori», ha continuato Ferrari alla RSI. 

Tra questi l’R-0. Ma l’R-E è anche influenzato dal grado di immunità raggiunto dalla popolazione e dalle misure di igiene e di distanziamento sociale applicate.

I virus trasportati nell'aria hanno un "R-0" più elevato

Il valore R-0 del COVID-19 è di 2.5. Cosa significa? È un valore alto? «Il virus si trasmette tramite goccioline – continua Ferrari –. Quelli che si trasmettono tramite aria hanno un R-0 molto più alto. Un esempio in questo ambito è il morbillo, che ha un R-0 di 15. Però l’R-E effettivo è molto più basso perché tutti i bambini vengono vaccinati».

Con un R-E inferiore all’uno i numeri dei contagi sono ora sotto controllo in Svizzera, ma l'esperto avverte, «se da meno dell’uno sale sopra l’uno bisogna cominciare a suonare un campanello d’allarme».

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