L'impresaDal Ticino a Reggio Calabria in bici: «La soddisfazione è superare ostacoli ritenuti impossibili»
Di Sara Matasci
28.7.2022
Da Camorino a Reggio Calabria in bici
Il viaggio non è iniziato nel migliore dei modi: la prima tappa è infatti stata segnata dalla piogga.
Immagine: Foto Laura e Franz
Attraverso il parco fluviale del Ticino: «Una bellissima sorpresa che ci ha permesso, a pochi chilometri da casa, di osservare caprioli, lepri e tantissime varietà di uccelli, percorrendo piste ciclabili in mezzo al verde».
Immagine: Foto Laura e Franz
Laura pronta per la partenza verso una nuova meta con la sua bici ancora da "rimontare".
Immagine: Foto Laura e Franz
Per raggiungere le varie tappe Laura e Franz hanno percorso l'antica Via Francigena.
Immagine: Foto Laura e Franz
... di cui Franz è un estimatore.
Immagine: Foto Laura e Franz
Una delle tappe temute di più da Franz: il Passo della Cisa.
Immagine: Foto Laura e Franz
L'arrivo a Siena, una delle quattro tappe (assieme a Pavia, Roma e Napoli) a cui Laura e Franz non volevano rinunciare.
Immagine: Foto Laura e Franz
Varie le pausette che la coppia ticinese si è concessa durante il viaggio: soprattutto per visitare i vari paesi, ma anche per gustarsi un gelato o una brioche.
Immagine: Foto Laura e Franz
«L’arrivo in piazza San Pietro a Roma, con le biciclette, passando lungo il Tevere, è stato qualcosa di epico», parola dei nostri protagonisti.
Immagine: Foto Laura e Franz
Durante i viaggi in bici non sono mancate delle belle chiacchierate con le persone del posto, o addirittura con altri utenti della strada!
Immagine: Foto Laura e Franz
Anche l'arrivo a Napoli, un'altra delle tappe ritenute obbligatorie, è stato un momento importante per Laura e Franz.
Immagine: Foto Laura e Franz
Tropea segnava la terzultima tappa del viaggio.
Immagine: Foto Laura e Franz
L'ultima tappa è stata Reggio Calabria, da dove i due ticinesi sono ripartiti per tornare a casa... con un Frecciarossa!
Immagine: Foto Laura e Franz
Da Camorino a Reggio Calabria in bici
Il viaggio non è iniziato nel migliore dei modi: la prima tappa è infatti stata segnata dalla piogga.
Immagine: Foto Laura e Franz
Attraverso il parco fluviale del Ticino: «Una bellissima sorpresa che ci ha permesso, a pochi chilometri da casa, di osservare caprioli, lepri e tantissime varietà di uccelli, percorrendo piste ciclabili in mezzo al verde».
Immagine: Foto Laura e Franz
Laura pronta per la partenza verso una nuova meta con la sua bici ancora da "rimontare".
Immagine: Foto Laura e Franz
Per raggiungere le varie tappe Laura e Franz hanno percorso l'antica Via Francigena.
Immagine: Foto Laura e Franz
... di cui Franz è un estimatore.
Immagine: Foto Laura e Franz
Una delle tappe temute di più da Franz: il Passo della Cisa.
Immagine: Foto Laura e Franz
L'arrivo a Siena, una delle quattro tappe (assieme a Pavia, Roma e Napoli) a cui Laura e Franz non volevano rinunciare.
Immagine: Foto Laura e Franz
Varie le pausette che la coppia ticinese si è concessa durante il viaggio: soprattutto per visitare i vari paesi, ma anche per gustarsi un gelato o una brioche.
Immagine: Foto Laura e Franz
«L’arrivo in piazza San Pietro a Roma, con le biciclette, passando lungo il Tevere, è stato qualcosa di epico», parola dei nostri protagonisti.
Immagine: Foto Laura e Franz
Durante i viaggi in bici non sono mancate delle belle chiacchierate con le persone del posto, o addirittura con altri utenti della strada!
Immagine: Foto Laura e Franz
Anche l'arrivo a Napoli, un'altra delle tappe ritenute obbligatorie, è stato un momento importante per Laura e Franz.
Immagine: Foto Laura e Franz
Tropea segnava la terzultima tappa del viaggio.
Immagine: Foto Laura e Franz
L'ultima tappa è stata Reggio Calabria, da dove i due ticinesi sono ripartiti per tornare a casa... con un Frecciarossa!
Immagine: Foto Laura e Franz
1900 chilometri percorsi, con quasi 23'000 metri di dislivello totali, in 20 giorni. Il tutto in sella a una bici: è l’avventura che ha vissuto una coppia di ticinesi, partita il 3 giugno 2022 da Camorino per arrivare il 22 giugno a Reggio Calabria. Ci siamo fatti raccontare la loro esperienza, decisamente non convenzionale.
Di Sara Matasci
28.07.2022, 06:54
28.07.2022, 07:14
Di Sara Matasci
Laura ha 40 anni, è una fisioterapista indipendente, e da sempre ha una grande passione per lo sport. Un interesse che ormai da più di 10 anni condivide con il marito Franz, infermiere anestesista e direttore sanitario di un’azienda privata, di 42 anni.
I due ticinesi non si fermano mai e hanno da poco concluso un’impresa davvero curiosa: raggiungere Reggio Calabria dalla loro abitazione di Camorino in bicicletta. Un progetto che richiede preparazione, resistenza e tanta forza anche dal punto di vista mentale. Ma ci siamo fatti dire di più dai diretti interessati.
Per prima cosa, che tipo di biciclette avete usato?
Franz: «Abbiamo delle biciclette da trekking, non elettriche. Questo tipo di due ruote è pensato sia per un uso quotidiano, ma anche e soprattutto per viaggi, che siano di un giorno, settimane o mesi. Sono di norma fabbricate in acciaio per permettere di poter effettuare riparazioni ovunque ci si trovi e soprattutto perché più resistenti agli stress meccanici rispetto alle bici in alluminio o carbonio».
Quali sono state le tappe del vostro viaggio?
Laura: «In totale abbiamo percorso 20 tappe, scelte giorno per giorno a seconda della meta desiderata o della distanza da quella precedente. In sostanza la sera decidevamo i chilometri e il dislivello da affrontare il giorno seguente, in base anche a come ci sentivamo e alla meteo. Le tappe sono state: Mercallo, Pavia, Fiorenzuola D’arda, Berceto, Marina di Massa, San Miniato, Siena, Contignano, Viterbo, Roma, Latina, Formia, Napoli, Battipaglia, Atena Lucana, Scalea, Amantea, Tropea, Palmi e infine Reggio Calabria. Ad alcune, come Pavia, Siena, Roma e Napoli non volevamo rinunciare».
Franz: «Il principio era quello di poter arrivare in serata nella località scelta, potersi fare una doccia, visitare la città e non aver troppi problemi a trovare un buon ristorante. Ovviamente il viaggio, in linea di massima, è stato studiato nei mesi prima della partenza. E prevedeva di seguire la via Francigena, che da sempre mi affascina».
Diteci di più sulla Via Francigena!
Franz: «La Via Francigena parte dall’Inghilterra e porta a Roma attraverso vie relativamente poco battute e ottimamente segnate. Date le sue origini nel VI secolo, è stata ovviamente concepita da percorrere a piedi, ma negli ultimi anni è stata sviluppata una via alternativa da poter seguire proprio in bici. Esiste anche un’apposita app, che si chiama semplicemente «viafrancigena», la quale dà indicazioni anche sui diversi punti di sosta, dove poter ad esempio riempire le borracce, ma anche alloggiare».
Laura: «La Via Francigena è suddivisa in diverse tappe e noi ne abbiamo percorse sempre almeno due al giorno per poter raggiungere in tempo la destinazione. La prima, che ci ha portato da Camorino a Pavia, ci ha fatto scoprire il parco fluviale del Ticino: una bellissima sorpresa che ci ha permesso, a pochi chilometri da casa, di osservare caprioli, lepri e tantissime varietà di uccelli, percorrendo piste ciclabili in mezzo al verde».
Avete avuto modo di visitare le varie località? Quanto tempo siete rimasti in ognuna?
Laura: «Lungo il percorso abbiamo visto centinaia di luoghi, dal piccolo paese di montagna alle grandi città, come Napoli e Roma. Oltre che alle 20 tappe (dove siamo rimasti giusto una notte), quando possibile cercavamo di transitare attraverso città o luoghi tipici o conosciuti per la loro bellezza, come ad esempio San Gimignano o Scilla, solo per citarne alcuni. E in questi posti non sono mancate pause, accompagnate da una buona brioche o un gelato artigianale!».
Dove avete dormito?
Franz: «Fissata la tappa, ci occupavamo di scegliere l’alloggio. Negli anni abbiamo imparato a decidere abbastanza velocemente attraverso diversi siti di riservazione online e nel 95% dei casi ci siamo sempre trovati bene, scovando camere con buoni rapporti qualità/prezzo.»
Come è stata la meteo?
Laura: «La pioggia, in effetti, è sempre un grande punto di domanda. Nel nostro caso abbiamo preso tanta acqua il primo giorno, per poi riuscire a viaggiare asciutti per tutto il resto del viaggio: una gran fortuna! In caso di maltempo eravamo comunque ben equipaggiati con giacca, proteggi-casco e pantaloni impermeabili».
Qual è stata la tappa o la cosa più difficile da affrontare?
Franz: «Io temevo tantissimo il passo della Cisa (ossia il valico che separa l’Appennino ligure da quello tosco-emiliano, tra le province di Massa-Carrara e Parma, a un’altitudine di 1041 m s.l.m, ndr) per i suoi dislivelli. In realtà si è rivelato addirittura facile da fare perché la pendenza da affrontare è sempre stata costante e le gambe, a quel punto, erano già piuttosto abituate».
Laura: «Per me il pezzo più brutto è stata la Costiera Amalfitana: avevamo deciso di evitarla, ma una persona incontrata durante una pausa brioche ci ha assicurato che non avrebbe allungato di molto la nostra tappa, dunque abbiamo deciso di visitarla. Nonostante il navigatore non ci consigliasse mai la strada costiera, abbiamo voluto comunque passarci e… i 90-100 km di pedalata giornalieri sono diventati 130, con salite ripidissime, lunghe e frequenti. Ne è valsa sicuramente la pena, ma è stata la giornata più stancante e stressante dato che non sapevamo se saremmo riusciti a raggiungere il nostro albergo entro la notte».
Il momento invece più emozionante?
Franz: «Tutto il viaggio lo è stato. Scoprire l’Italia e le sue regioni giorno per giorno è stato qualcosa che consigliamo a tutti. Ma di certo l’arrivo in piazza San Pietro a Roma, con le biciclette, passando lungo il Tevere, è stato qualcosa di epico. Ha segnato la fine della prima parte del viaggio e l’ufficializzava».
Un aneddoto particolare che volete raccontare?
Laura: «In Toscana, dopo aver lasciato San Gimignano, ci siamo fermati in un agriturismo trovato per caso lungo la strada. Qui, seduto insieme alla sua famiglia, abbiamo incontrato un giovane americano, che subito ci è venuto incontro dicendoci di averci visti in un piccolo paese della zona. Ci ha spiegato che ha la nostra stessa passione per i viaggi in bici, dunque ci ha notati e addirittura fotografati!».
Franz: «E così, dopo una bella chiacchierata in compagnia e qualche consiglio reciproco (lui sarebbe partito un mese dopo per fare il giro dell’Islanda sulla due ruote), Gerard – questo il suo nome – ci ha pure inviato la fotografia scattataci».
Avete mai bucato o avuto problemi con le bici?
Franz: «Fortunatamente le bici hanno fatto molto bene il loro dovere. Sono anni che le usiamo per fare viaggi lunghi, ma anche quotidianamente per andare, per esempio, a fare la spesa, e non ci hanno mai deluse. Nel tempo abbiamo fatto qualche piccola aggiunta e comprato dei copertoni un po’ più pesanti, ma molto resistenti. Ovviamente avevamo con noi tutti gli attrezzi necessari per eventualmente ripararle, ma per fortuna non abbiamo mai dovuto usarli».
Com’è stato girare in bici per città come Roma e Napoli, decisamente molto motorizzate?
Laura: «È stato più facile del previsto, dato che in queste città ci sono delle piste ciclabili (a volte purtroppo non proprio pulite e sgombre da vetri rotti) che consentono di entrare e uscire dalla città. C’è inoltre da dire che i napoletani si sono dimostrati molto rispettosi nei nostri confronti, permettendoci di passare nel traffico con scioltezza (o quasi!)».
Con voi avevate solo la vostra bici e poco altro. Cosa non poteva mancare?
Franz: «Ognuno di noi aveva due borse sui portapacchi e una posizionata al manubrio. Non poteva mancare un mezzo per fare le foto del nostro viaggio, il navigatore, gli occhiali da sole, la crema solare e tanta acqua!».
La gente che avete incontrato cosa vi ha detto? E i vostri amici/parenti?
Laura: «I nostri amici e parenti sono abituati a vederci in giro in bici. Ovviamente aspettavano sempre il messaggino serale con la conferma dell’arrivo alla meta per poter stare tranquilli. Mentre la gente incontrata era affascinata dal viaggio e dai posti visti, come anche molto stupita da quello che si può fare con una bicicletta normale».
Come siete tornati in Ticino? Sempre pedalando?!
Franz: «No, no! Siamo tornati con i treni ad alta velocità. In «sole» 13 ore di viaggio, da Reggio Calabria, eravamo di nuovo a Camorino!».
Come vi è venuto in mente di fare questa esperienza?
Laura: «Andare in bicicletta ci piace e ci fa rilassare. E dopo una prima esperienza in giro in bici per la Normandia, già due anni fa abbiamo intrapreso un’avventura simile. Abbiamo infatti raggiunto con la nostra due ruote Santa Maria di Leuca, in Puglia. E, vista la bella esperienza, quest’anno abbiamo deciso di percorrere l’altra costa dell’Italia».
Franz: «Invece l’anno scorso, non avendo a disposizione così tanti giorni di vacanza, ci siamo goduti il viaggio fino al villaggio natale di mio papà, a Mezzano di Primiero in Trentino. Abbiamo così potuto scoprire che, se si vuole, anche i passi più alti sono superabili in bici».
Come vi siete preparati?
Laura: «Durante l’anno ci teniamo sempre un po’ in forma: ci piace stare insieme e andiamo spesso a correre, facciamo passeggiate in montagna, racchette da neve e giretti in bicicletta».
Perché fare questi viaggi in bici? Che emozioni vi danno?
Laura: «Il bello di girare in bicicletta è che ci si può fermare dove si vuole e come si vuole. E non ci sono limiti, come ad esempio con le auto. È inoltre bellissimo sentire sulla propria pelle il sole e il vento, ma anche percepire quello che ci regala il percorso, dai profumi di cipolla di Tropea alla concimazione dei campi della Toscana, per fare solo due esempi».
Franz: «Ma non solo: la soddisfazione è anche riuscire a raggiungere i propri obiettivi e superare ostacoli ritenuti impossibili. Il tutto con la buona volontà, qualche sudata e anche qualche «ma perché?!». Tutto ciò ti dà la certezza di potere affrontare anche altre difficoltà, sia sulla bici che nella vita di tutti i giorni. Dopo una vacanza così si torna a casa soddisfatti di quanto fatto, in forma e pieni di energia, pronti per un'altra avventura!».
Quindi avete in programma di fare un’altra esperienza simile?
Laura: «Sicuramente la voglia di ripartire è tanta. Al momento ci affascina molto l’Islanda, Paese che è assolutamente praticabile in bicicletta. Ma le vacanze non possono sempre essere così lunghe!».