TicinoÈ penuria di mamme diurne in alcune zone del Cantone
SwissTXT / red
20.4.2022
In Ticino diverse famiglie scelgono l’aiuto di una madre (o famiglia) diurna per l’accudimento dei figli. Alcune zone del Cantone, nonostante la solida rete assicurata dall’associazione di riferimento del Sopraceneri, presentano però una mancanza di mamme diurne.
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20.04.2022, 14:13
20.04.2022, 14:14
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L'opzione della madre diurna garantisce un contesto famigliare e un luogo di incontro tra i bambini. Un’alternativa che offre anche una maggiore flessibilità per le persone che svolgono dei lavori a turni o con orari particolari.
Come spiega la RSI sul proprio sito, ogni anno nel Sopraceneri sono circa 750 le famiglie che fanno richiesta per una mamma diurna. I genitori che lavorano si affidano all’associazione di riferimento che seleziona e forma le famiglie diurne, diventando un punto di riferimento per i genitori costretti a lavorare.
«È stato semplice e veloce scegliere la mamma diurna»
«Mio figlio Leo ha tre anni e mezzo e io ho avuto la grande fortuna di poter stare a casa più di un anno. Avrei immaginato di rimanere di più, ma poi il desiderio di tornare a lavorare è emerso fortemente. Non avendo aiuti vicini, abbiamo fatto capo all’associazione delle famiglie diurne e per me è stato semplice e veloce scegliere la mamma diurna, perché avevo desiderio di proseguire con un contesto innanzitutto familiare», racconta Gisella di Pedrinate ai microfoni della RSI.
Una volta ripreso a lavorare, per Gisella è stato importante proprio l’avere un contesto familiare per l’accudimento del suo bambino, così come non avere per forza una figura di riferimento professionale e che Leo potesse conoscere altri bambini in un contesto informale come quello casalingo.
«Il bisogno non è stato enorme, gli orari erano giornalieri e quindi si è trovato subito una mamma diurna, che nel frattempo abbiamo cambiato perché si è fermata a sua volta per una maternità e quindi ne abbiamo avuta una seconda, ma comunque ne siamo felici», precisa Gisella.
Il piccolo Leo va dalla mamma diurna con altri due bambini più piccoli. Poter contare su un’associazione che seleziona, forma le famiglie diurne e le segue è tutt’ora importantissimo per Gisella. La mamma diurna è ben presto diventata un punto di riferimento.
«Non abbiamo proprio nessun’altro tipo di sostegno a livello famigliare, e quindi diventa il punto di riferimento per la famiglia. Mi è capitato di chiamarla all’ultimo minuto per un’emergenza. In genere questa flessibilità la sento molto, poi magari non sempre funziona», spiega Gisella.
«L’asilo non offriva un servizio ampio con gli orari»
Flessibilità che è stata vitale anche per Michela di Vezia, con un lavoro all’80% e orari particolari: «Noi lavoravamo tutti e due a turni. Ho fatto capo all’associazione delle mamme diurne perché l’asilo a cui mi sono rivolta non offriva un servizio abbastanza ampio con gli orari. Era un po’ difficile organizzarmi».
Intanto i bambini di Michela sono diventati due e vanno all’asilo. Oggi la famiglia grazie all’associazione famiglie diurne ha trovato un aiuto anche per il doposcuola, ma il legame con la prima mamma diurna è rimasto e rimane tutt’ora, infatti i bambini la rivedono ancora molto volentieri.
Punti a sfavore?
Gisella si immagina che ci potrebbe essere un punto a sfavore se la relazione non dovesse funzionare, o se ad esempio le vacanze non coincidono. Nel caso di queste due mamme, la miglior rassicurazione l’hanno data i bambini: il metro di valutazione della qualità lo danno i figli. Almeno in queste esperienze dei genitori raccolte dalla RSI.
Tuttavia far fronte a una domanda come questa non è sempre evidente, infatti in alcune zone del Ticino si segnala un calo delle mamme diurne.
«Purtroppo quest’anno abbiamo avuto una perdita di una decina di famiglie diurne, che sono tante. Adesso pian piano con il passaparola e con dei volantini stiamo operando. Ad oggi però non siamo ancora all’effettivo bisogno di famiglie diurne che c’è», spiega Raffaella Conti-Pasinelli all'emittente radiotelevisiva, che coordina le famiglie diurne nel Sopraceneri.
Da 90 a 77 famiglie diurne attive
Da una novantina si è scesi a 77 attive, e ce ne vorrebbero di più: «Con il Covid le mamme diurne hanno dovuto davvero impegnarsi tantissimo per rispettare i piani di protezione e questo ha causato delle difficoltà ad alcune per continuare questa attività che è di grande utilità per le famiglie», afferma Conti-Pasinelli.
Anche nel Luganese si segnala qualche difficoltà, mentre il Mendrisiotto, che tre anni fa aveva lanciato un allarme, sembra vivere un periodo migliore. Simona Sandrinelli, coordinatrice dell’associazione nel comprensorio, riferisce alla RSI che «non abbiamo la fila fuori dalla porta di mamme diurne che si annunciano, ma l’anno scorso abbiamo lanciato una campagna pubblicitaria in tutte le scuole del Mendrisiotto: cinque-sei mamme diurne le abbiamo recuperate».
Cinque-sei mamme diurne in più sulla quarantina che forniscono aiuto alle circa 250 famiglie nella regione per conciliare il lavoro e la cura dei figli.
«Un vero e proprio lavoro»
Tuttavia anche la figura stessa della mamma diurna è cambiata negli anni, che oggi gode di un riconoscimento maggiore anche in termini salariali.
«Fino a 15 anni fa la mamma diurna era qualcuno che si metteva a disposizione anche come volontaria, mentre oggi si è andati verso una professionalizzazione e si può parlare di un vero e proprio lavoro».
La federazione che riunisce le tre associazioni ticinesi ha deciso di creare un gruppo di lavoro coinvolgendo anche il Cantone, in vista del lancio di una campagna ad hoc per trovare nuove mamme diurne.