Giustizia Eritrea precipitata dal balcone, processo di nuovo interrotto

SwissTxt / pab

15.12.2020

Immagine d'illustrazione
Immagine d'illustrazione
Ti-Press/ archivio

Di nuovo interrotto il processo al 39enne eritreo accusato di assassinio per la morte della moglie a Bellinzona. Lo riferisce la RSI.

Il processo a carico di un 39enne cittadino eritreo, accusato di assassinio dal procuratore pubblico Moreno Capella in relazione alla morte della moglie, è stato nuovamente sospeso martedì, dopo che il traduttore ha usato una bestemmia mentre tentava di tradurre il senso di un’imprecazione in lingua tigrina senza connotazioni religiose.

Il giudice Marco Villa, dopo aver espresso riprovazione per l’accaduto, ha così chiesto all’avvocata della difesa Manuela Fertile se intendeva continuare la collaborazione con il traduttore, che sentitosi offeso, ha abbandonato l’aula. Di qui l’interruzione. La corte deciderà nelle prossime ore se e come proseguire.

Il processo, già interrotto lunedì a causa di «crollo psicologico» dell'imputato, era ripreso martedì mattina, con la ricostruzione dei fatti del 3 luglio del 2017 da parte del giudice Marco Villa. Quel giorno la moglie dell'imputato era caduta dal quinto piano, rimanendo uccisa sul colpo.

L'uomo era convinto che la moglie lo tradisse da tempo e la gelosia lo spinse a gettarla dal balcone durante una lite. Un'ipotesi respinta ancora martedì mattina dall'imputato secondo cui la donna voleva suicidarsi.

Dalle diverse testimonianze rilasciate da conoscenti e medici che curavano la donna (lette in aula in mattinata) la vittima aveva un carattere solare e intraprendente e non mostrava tendenze suicide.

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