PoliticaEx Macello, l’aula del Gran Consiglio si scalda
Swisstxt
23.6.2021 - 16:48
Il Consiglio di Stato preferisce non esprimersi sui fatti avvenuti a Lugano nella notte tra il 29 e il 30 maggio, e i deputati scelgono, tra alcune polemiche, di non discuterne. Lo riferisce la RSI.
SwissTXT
23.06.2021, 16:48
23.06.2021, 17:16
Swisstxt
La questione dell'ex macello di Lugano è approdata in Gran Consiglio nella seduta di oggi, mercoledì, attraverso alcuni atti parlamentari, dove i toni si sono accesi durante alcune prese di posizione.
«Su una serie di domande, noi non possiamo per il momento dare delle risposte perché si tratta di fatti al vaglio della magistratura», ha dichiarato il presidente del Governo, Manuele Bertoli, rispondendo a un’interpellanza presentata da Tamara Merlo e Maura Mossi Nembrini per Più Donne intitolata «Si è pensato all’amianto e a altre sostanze nocive?».
Su quanto accaduto la notte del 29 maggio, il Consiglio di Stato ha dunque deciso di non esprimersi in virtù dell’inchiesta in corso. «Commentare da un punto di vista politico potrebbe influenzare la magistratura che sta operando», ha affermato Norman Gobbi, capo del Dipartimento delle Istituzioni.
Richiesta di discuterne respinta dal plenum
A surriscaldare l’atmosfera, poi, è stata la richiesta di Matteo Pronzini di avviare una discussione generale sul tema, dopo il ritiro della mozione del PLR Fabio Schnellmann.
La richiesta del membro del Movimento per il socialismo è stata respinta dal plenum con 52 voti contrari, 22 favorevoli e 1 astenuto.
A favore della discussione c’erano Più Donne, i Verdi e il PS. In ordine sparso, l’UDC, con Tiziano Galeazzi favorevole e Lara Filippini e Edo Pellegrini contrari. Tra coloro che si sono schierati per il no la Lega, il PLR e il PPD.
Sul tema dell’autogestione e del dialogo con le autorità, infine, Manuele Bertoli, ha dichiarato che il Governo è disponibile a cercare un mediatore, ma a condizione che si creino gli elementi preliminari perché ciò accada. «Non si piantano le piante nel deserto».