COVID-19Nuove regole per il tempo libero. Merlani: «Un picco è possibile in autunno»
pab
5.6.2020
Sono state diramate nuove misure protettive per le attività nel tempo libero, soprattutto per i pernottamenti nelle capanne alpine. Per Merlani la stagionalità del virus è tutta da provare. Il contact tracing rimane uno strumento efficace. Oltre 100 i tamponi giornalieri. Denti: «La medicina di famiglia ha salvato gli ospedali».
Ad aprire la conferenza stampa è stato Renato Pizolli, responsabile della comunicazione dello Stato Maggiore Cantonale di Condotta (SMCC).
«L’evoluzione contenuta, anche in Svizzera, dei contagi, ha portato la Confederazione ad allentare le misure in maniera progressiva, portando, de facto, a vivere una nuova normalità. Ci sono state diverse aperture ad attività estive ricreative, molto attese. Penso in particolare agli impianti di risalita e ai siti balneari».
«Ci sono nuove regole da rispettare: - ha continuato Pizolli - siamo in una fase blu, secondo i colori della Confederazione. Ciò significa che ora sono molto importanti due concetti: la tracciabilità e la solerzia nel fare il test. Ricordo però che sono sempre in vigore anche il distanzamento sociale, che risulta essere fondamentale, e il porto delle mascherine».
Si cambia ritmo nella comunicazione
Da oggi ci sarà un rallentamento nelle comunicazioni da parte del SMCC. Nelle prossime settimane ci saranno delle conferenze stampa puntuali per determinate situazioni. Non ci sarà più un comunicato stampa giornaliero, ma il sito cantonale sarà aggiornato quotidianamente alle 10h, dal lunedì al venerdì.
Lo Stato maggiore rimane attivo, impegnato nella programmazione degli interventi e dei piani di monitoraggio, ha ricordato Pizolli.
In capanna solo se si riserva
«La montagna è sinonimo di libertà e di spensieratezza, ma bisogna ricordare alcune regole, anche di tipo tecnico. - ha continuato Pizolli - Come trasportiamo questa nuova normalità in montagna? Abbiamo creato un volantino informativo, soprattutto per vivere i rifugi e le capanne alpine in tranquillità».
Pizolli ha quindi snocciolato una lista di nuove regole da seguire: «Prenotare è obbligatorio perché altrimenti non si può dormire in capanna. Ci si può recare nelle capanne solo se si è in buona salute. Facciamo appello alla responsabilità individuale. Nello zaino la mascherina, il disinfettante, asciugamani propri. Il sacco letto deve essere portato da casa. Tutti i rifiuti dovranno essere riportati a casa propria. Non sarà possibile lasciarli in capanna».
«Queste regole sono traslabili anche per altre attività e altri luoghi estivi, come ad esempio tutti i ritrovi lacustri e i vari lidi», ha terminato Pizolli.
Più di 100 tamponi al giorno
La parola poi è passata al medico cantonale Giorgio Merlani, il quale ha sottolineato che attualmente i casi di Covid-19 sono «molto pochi, ma non perché non li cerchiamo. In effetti eseguiamo più di 100 tamponi al giorno, come prima. Continueremo a fare i tamponi. Dobbiamo perché il virus c’è ancora. Non è sparito. Non dobbiamo abbassare la guardia».
Merlani ha poi fatto il punto sui sintomi per riconoscere la malattia, spiegando che sono un po’ cambiati rispetto all’inizio della pandemia.
Ricordando la tosse, spesso isolata, che è presente in molto casi e la sensazione di febbre, il medico cantonale ha ribadito, inoltre, che il cambiamento della sensazione dell’olfatto può essere sensibile anche nella stagione estiva. Se qualcuno dovesse avere questi sintomi deve annunciarsi al medico per sottoporsi al tampone.
Forse non c'è una stagionalità?
Merlani ha poi spiegato la situazione per quello che riguarda la presunta stagionalità del virus: «Perché è apparentemente scomparso? Non è vero. C’è e si nasconde, magari in zone limitrofe alle nostre. I coronavirus possono subire una certa “stagionalità”, questo è vero».
Ma c'è anche una spiegazione meno medica: «In inverno e autunno stiamo, viviamo e lavoriamo di più in spazi chiusi, più ristretti che d’estate. Quindi siamo più a contatto gli uni con gli altri».
«Non voglio fare del "terrorismo", ma significa solamente che appena cambierà la stagione e torneremo a rinchiuderci nelle case, è possibile che ci sarà un altro picco», ha concluso Merlani.
Il contact tracing rimane molto importante
Merlani ha poi passato in rassegna le cifre del contact tracing: «10 persone risultano in isolamento, 9 in quarantena. Dall’11 maggio ci sono stati 57 nuovi casi e 91 persone sono finite in quarantena, 9 delle quali sono poi diventate positive al COVID-19 nel giro di 10 giorni».
In media, ha spiegato il medico cantonale, una persona contagiata ha 1,6 contatti. Ma è molto variabile. Si va dal paziente che ha avuto un solo contatto a quello che ne ha avuti addirittura 12.
Merlani ha poi ribadito l’importanza del distanziamento sociale e del portare la mascherina: «Assieme al contact tracing, così si aiuta a contenere il contagio».
Dove si sono contagiati i malati?
Dove si sono contagiati i malati? «Circa il 25% di essi nella stessa economia domestica, il 20% sono residenti o personale che lavora in strutture sociosanitarie della terza età, il 20% negli ospedali. Per quasi il 40% dei malati però non si trova un contesto specifico che spieghi il contagio».
«Dato importante - ha specificato Merlani - non si è verificato nessun contagio nelle scuole».
Nessun caso nelle case per anziani
Merlani, dopo aver detto che sulle 980 persone che partecipano al test sierologico 800 hanno già fatto i primi test, ma che non ci sono ancora i risultati, si è espresso anche sulle case anziani, tema molto sentito.
«Sono state emesse le direttive, ma giova ricordare che non si dovrebbe parlare solo delle visite che sono di nuovo possibili a determinate condizioni. Le disposizioni permettono anche di tornare prudentemente a svolgere alcune attività in comune, come la fisioterapia o le varie attività d’animazione, che sono comunque importanti».
C’è poi anche una buona notizia: «Proprio poco dopo pranzo mi è arrivata la comunicazione che non ci son più casi positivi nelle case per anziani», ha aggiunto il medico cantonale.
Denti: «La medicina di famiglia ha salvato gli ospedali»
Franco Denti, presidente dell’Ordine dei medici del Cantone Ticino, ha da parte sua fatto il punto della situazione sull’attività della medicina di famiglia.
«È stata efficace ed efficiente. Uno dei nostri compiti principali è quello di garantire il picchetto medico anche di notte. Dal 20 febbraio (il primo caso di COVID-19 è del 25 febbraio, ndr.) abbiamo raddoppiato la presenza dei medici in tutti i distretti».
«Nella centrale di chiamata per le ambulanze abbiamo messo un medico che ha proceduto a un primo triage». Le visite mediche a domicilio sono quadruplicate durante la pandemia e sono aumentate del 300% anche le chiamate alla centrale.
Con questi provvedimenti, ma anche con la messa in funzione dei vari check point, che probabilmente rimarranno operativi anche dopo il 30 giugno, e nei quali hanno prestato servizio più di 100 medici, la medicina di famiglia, secondo Denti, «ha contribuito in modo decisivo a non arrivare al sovraccarico degli ospedali. Abbiamo aiutato a mantenere funzionanti le strutture ospedaliere».
Un progetto di monitoraggio a distanza
Denti ha inoltre presentato un nuovo progetto di monitoraggio a distanza dei pazienti COVID-19 che verrebbero così seguiti da casa.
«Si tratta di un monitoraggio attraverso un'app che tiene sotto controllo i parametri vitali del paziente. Se c'è un peggioramento, il sistema fa scattare un'allarme che viene inoltrata al medico curante, che valuta la situazione e può determinare l'eventuale necessità di procedere a un ricovero», ha concluso il presidente dell'Ordine dei medici del Canton Ticino.
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