CovidCovid, in Ticino si apre ai vaccini nelle farmacie
pab
16.8.2021
Si va verso un'impennata dei contagi con l'arrivo dell'autunno. Merlani: «Visti i molti non ancora vaccinati tra gli over 50 potrebbe essere molto più intensa di quel che si pensa perché il virus circola sempre di più». Per questo lanciata la nuova campagna di sensibilizzazione «Meglio se vaccinati». Zanini: «Da sabato sarà possibile vaccinarsi nelle farmacie».
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16.08.2021, 12:45
16.08.2021, 12:59
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Raffaele de Rosa ha aperto la conferenza stampa spiegando che il punto informativo è dedicato alla prospettiva dei mesi a venire, con l’autunno ormai alle porte, stagione che preoccupa le autorità.
«L’anno scorso abbiamo vissuto sulla nostra pelle la ripresa dei contagi a ottobre con la seconda ondata ha mangiato in pochissimo tempo i molti mesi estivi fatti di molti zero nella casella dei nuovi contagi», ha ricordato il direttore del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS).
«Lo ripetiamo: quest’estate 2021 è diversa da quella del 2020. La variante Delta è dominante e il numero dei casi non si è mai dimezzato del tutto. Dopo un mese di giugno piuttosto stabile, i contagi hanno ripreso a salire e sono tuttora in aumento. La probabilità di assistere a un nuovo balzo nei casi nelle prossime settimane è più che realistica».
Vaccinazioni possibili nelle farmacie
«Ora vi è però anche una determinante differenza rispetto all'estate scorsa: abbiamo uno strumento che è il vaccino, efficace e sicuro, per ridurre il rischio di contagio. I due omologati in Svizzera, Pfizer e Moderna, si sono rilevati molto performanti anche contro le ultime varianti», ha ribadito il capo del DSS.
«La campagna di vaccinazione è iniziata il 4 di gennaio e pochi giorni fa abbiamo raggiunto le 400.000 dosi iniettate. Grazie a tutti quelli che hanno partecipato a questa grande impresa, non solo logistica e amministrativa».
«Oggi possiamo anche annunciare l'avvio della vaccinazione nelle farmacie», ha sottolineato De Rosa, ricordando che rimangono sempre disponibili le possibilità di farsi vaccinare al centro di Giubiasco, in alcuni studi medici e in alcuni studi pediatrici.
«Proseguiamo con la strategia di rendere la vaccinazione il più accessibile possibile» e in questo senso De Rosa ha ricordato che da alcune settimane è possibile scegliere data e ora dell'inoculazione. «Il tasso di vaccinazione è buono in generale, soprattutto nella fascia sopra il 65 anni, ma il tasso non è ancora sufficiente per escludere un sovraccarico del sistema ospedaliero».
Lanciata campagna di sensibilizzazione per gli indecisi
«Con la disponibilità di vaccino attuale e la facilità di accesso, il detto 'Prevenire è meglio che curare' è calzante», ha continuato il ministro della sanità.
«Nel nostro cantone sono circa 100.000 le persone vaccinabili che ancora non si sono annunciate. I sondaggi svolti a livello federale dicono che in Ticino la percentuale degli indecisi è del 10%, ovvero circa 35.000 persone. Sono persone che, per svariati motivi, aspettano. È per loro che abbiamo deciso di lanciare una campagna di informazione e sensibilizzazione».
Il capo del DSS ne ha poi svelato lo slogan: 'Meglio se vaccinati'. «Si tratta di un gesto di protezione nei confronti di se stessi e degli altri, che permette inoltre di partecipare in sicurezza ad attività come concerti, eventi culturali e sportivi e incontri di famiglia o fra amici», ha ribadito De Rosa.
Elogiato il monitoraggio degli effetti collaterali
Tale campagna è stata pensata per raggiungere soprattutto le persone adulte che ancora hanno dei dubbi o delle domande. Per facilitare l'accesso all'informazione, De Rosa ha poi spiegato che sul web si possono trovare delle schede informative ed esplicative per diverse tematiche.
«Il monitoraggio degli effetti collaterali di una vaccinazione non è mai stato così curato come in questa occasione. La farmacovigilanza, assicurata da Swissmedic a livello nazionale e a livello cantonale dall'istituto delle scienze farmacologiche della Svizzera italiana dall'Ente Ospedaliero Cantonale diretto dal dottor Ceschi, è stata rafforzata da un monitoraggio ancor più accurato e intenso», ha spiegato il capo del DSS.
«L'istituto dell'EOC è stato definito da Swissmedic come centro di riferimento a livello nazionale per l'analisi e le valutazioni delle reazione avverse ai vaccini anti-Covid», ha sottolineato con fierezza De Rosa.
La maggioranza dei pazienti in ospedale non è vaccinata
«Da inizio luglio ci sono di nuovo persone ospedalizzate. Ce ne sono oggi 18 in Ticino, di cui 15 non vaccinate. A livello svizzero sono circa il 98%. Si tratta di dati che la dicono lunga sull'efficacia dei vaccini. Integreremo questi dati in quelli comunicati, ma non subito perché adesso i numeri sono troppo piccoli per essere statisticamente significativi».
«Avverto spesso nei cittadini un certo timore verso la seconda dose del vaccino, che per diversi ha comportato febbre e qualche fastidio. Sono conseguenze spiacevoli, ma limitate a qualche ora e di sicuro meno gravose delle conseguenze della malattia, soprattutto del Long Covid, i cui effetti si possono trascinare per lungo tempo».
«Ribadiamo però che la vaccinazione rimane una scelta personale. Cercheremo di convincere gli indecisi con argomenti e dati scientifici. Rispetteremo la scelta di ognuno», ha concluso il direttore del DSS prima di passare la parola al medico cantonale.
Merlani: «Il ritorno a una crescita esponenziale è prossimo»
Giorgio Merlani ha subito iniziato analizzando nel dettaglio la situazione epidemiologica: «I 131 casi annunciati oggi per il fine settimana rappresentano un aumento di circa il 35% delle nuove infezioni rispetto a una settimana fa e quasi a un raddoppio rispetto a quelle annunciate due settimane fa».
«Siamo una crescita ancora lineare, come lo siamo da settimane, ma ci sono i segnali che ci si sta avvicinando a una crescita esponenziale, ci avviciniamo al momento in cui la curva si impennerà con una evoluzione esponenziale, con un raddoppio delle nuove infezioni ogni 10-14 giorni, che potrebbe diventare addirittura settimanale». A far peggiorare la situazione, secondo Merlani, sarà il rientro dalle ferie.
Già ora, ha spiegato il medico cantonale, con lo stesso numero di test effettuati, si riscontrano più casi di prima. «Significa che la massa del virus in circolazione è maggiore. È cambiato qualcosa a inizio luglio, quando si è passati dal 2% fino al 10% attuale».
«Sarà diverso per tre motivi»
«Rispetto al 2020, la crescita è più rallentata e non si attende un ritorno alla situazione dello scorso autunno. E ciò per tre ragioni: la prima è che c'è una generale presa di coscienza della situazione, non come l'anno scorso quando credevamo che era tutto finito».
«Si aggiunge poi il fatto che finora circa 35’000 persone sono state infettate acquisendo un certo tasso di immunità naturale, il 15% della popolazione circa. A questi due elementi si addiziona poi l’evoluzione della campagna vaccinale che ha raggiunto oltre la metà della popolazione con oltre 400.000 dosi somministrate in poco più di 7 mesi».
I completamente immunizzati residenti in Ticino sono 190’000, il 54% della popolazione vaccinabile, ha ricordato Merlani, mentre altre 14.000, circa il 4%, è in attesa della seconda dose.
Un terzo dei casi importati, Delta più contagiosa
«Un terzo dei nuovi casi sono importati da chi è partito in vacanza, da alcuni luoghi in particolare. Osserviamo dei piccoli cluster, dei piccoli focolai», ha spiegato Merlani.
«Se con la prima variante arrivata da Wuhan, la Alfa, succedeva di avere un caso positivo in famiglia, con la Gamma dall'Inghilterra era più probabile che buona parte della famiglia si infettasse. Adesso quando arriva un caso d'infezione praticamente tutta la famiglia è contagiata, salvo i vaccinati».
La variante Delta rappresenta il 100% dei casi sia in Ticino che in Svizzera, «salvo qualche caso, da considerarsi come una 'mosca bianca'», ha detto Merlani.
Più contagi tra i giovani
«I dati ci dicono che sommando i casi positivi della prima e della seconda ondata arriviamo circa a 35.000 persone in Ticino, il 10% della popolazione. Il dato reale è sicuramente più alto perché non ci sono gli asintomatici. Ricordo che stando allo studio sierologico circa il 20% della popolazione è venuto in contatto col virus».
«C'è un'altra differenza sostanziale: nella prima ondata il 50% delle persone ammalatesi aveva più di 60 anni, nella seconda ondata, dopo che abbiamo capito che si dovevano proteggere le persone più fragili, l'età dei malati si è abbassata. Ora la malattia, grazie alla campagna vaccinale, colpisce soprattutto i giovani e i molto giovani», ha spiegato Merlani. «Può succedere però che dai giovani passi ai meno giovani».
«Le persone in ospedale oggi sono per il 70% persone che hanno meno di 70 anni. Questo dato è il risultato del fatto che le fasce più anziane sono quelle con un tasso di vaccinazione più elevato».
«È quindi fuorviante pubblicare solo la percentuale degli ospedalizzati non vaccinati. L'analisi deve prendere in conto anche la fascia d'età delle persone ricoverate perché appunto il tasso di vaccinazione cambia a seconda delle fasce d'età».
«Con così tanti non vaccinati si potrà avere una terza ondata che sarà come le prime due messe insieme»
«Se all'inizio abbiamo fatto gli applausi agli infermieri prima e ai giovani poi che hanno rispettato bene le misure di prevenzione, ora il plauso, anzi un grande plauso, va fatto alle persone anziane e a quelle molto anziane, che hanno capito la gravità della situazione e si sono fatte vaccinare. Insomma, chi ha visto la morte in faccia con i propri amici con cui giocava a carte al bar portati via dalla malattia ha capito che doveva farsi vaccinare».
«Il tasso di vaccinazione scende con l'età. Il dato è comprensibile poiché il vaccino è stato omologato più tardi e perché i giovani in generale si sentono meno vulnerabili al virus. A darmi fastidio - ha proseguito Merlani - è che nella fascia sopra i 50 anni c'è un 30% di persone non vaccinate, quasi più di 35.000 persone».
«Questa cifra è importante perché tutto quello che abbiamo visto finora in termini di ospedalizzazioni e di carico del sistema sanitario e il numero di morti è dovuto proprio a 35.000 persone che si sono ammalate in tutto. Se ora le 35.000 persone sopra i 50 anni non ancora vaccinate non decidono di farsi immunizzare, potremmo affrontare una terza ondata che è paragonabile alle prime due messe insieme».
«E questo perché la capacità della popolazione di sopportare nuove misure restrittive e della politica a metterle in atto, così come quelle dei mondi economico-aziendali di accettarle, non sarà più quella di prima. Di conseguenza il virus circolerà in maniera massiccia nella popolazione, verrà tollerato perché saranno sopratutto i giovani a essere infettati. Più c'è circolazione più c'è la possibilità che arrivi alle persone vulnerabili».
«Attenzione che quindi la situazione potrebbe essere molto peggiore di quello che speriamo. Ripeto anche io: la vaccinazione deve essere un atto personale consapevole. Per questo forniamo tutte le informazioni e le spiegazioni scientifiche possibili», ha terminato Merlani.
Quasi 2.000 ragazzi già vaccinati
Per ultimo ha preso la parola il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini, che ha brevemente snocciolato gli ultimi dati sulla campagna vaccinale.
«Ricordo che siamo nella fase 10, quella che permette l'accesso al vaccino ai giovani dai 12 anni in sù. Con l'omologazione di Moderna anche per i giovani abbiamo deciso di non modificare la nostra strategia perché i numeri sono piccoli, che non giustificano una complicazione nella nostra organizzazione. Finora abbiamo avuto 1.400 ragazzi che si sono iscritti e in gran parte già vaccinati una volta. La settimana scorsa e questa, complessivamente abbiamo avuto circa 400 ragazzi passati dai pediatri».
Zanini ha ricordato che nella fascia di giovani ci sono circa 13.000 ragazzi. «Le cifre a domenica sera dicono che abbiamo somministrato in totale 403.000 dosi. Ci sono in Ticino 193.00 persone, di cui 190.000 residenti, pari al 54% della popolazione, che hanno ricevuto due dosi. Le persone che hanno ricevuto almeno una dose sono 210.000, di cui 204.000, pari al 58%, residenti in Ticino».
Le cifre si riferiscono alla popolazione totale del Ticino. Se prendiamo le persone vaccinabili, cioè quelle dai 12 anni in sù, il tasso di vaccinazione arriva al 65%. È un bicchiere pieno a tre quarti, che però possiamo riempire del tutto. Ci troviamo in una situazione a livello svizzero molto favorevole, con 5 punti percentuali di vantaggio rispetto alla media nazionale».
Zanini: «Vaccinazioni possibili in 80 farmacie»
A partire da sabato 21 agosto, sarà possibile vaccinarsi anche in diverse farmacie sparse sul territorio ticinese, ha detto Zanini. «Partiamo con una fase test. Non possiamo partire subito in tutte le farmacie per i problemi logistici noti. Ricordo che in ogni fiala di vaccino ci sono 5 dosi e che nessuna va sprecata. Quindi è importante poter radunare nello stesso momento il numero giusto di persone». Dopo la fase test si valuterà la risposta della popolazione.
Per questo motivo, ha spiegato il farmacista cantonale, all'inizio le vaccinazioni saranno concentrate nelle giornate di sabato coinvolgendo una farmacia per distretto sulle 87 resesi disponibili. Le prime saranno il 21 agosto: la farmacia Chiassese Farmadomo a Chiasso, la Trevano a Lugano, la Nazionale a Bellinzona e la Coop Vitality a Tenero.
Per il sabato 28 agosto invece ci sarà la Farmacia Accademia SA a Mendrisio, la Farmacia San Carlo a Breganzona, la Farmacia Malé a Bellinzona, e la Varini a Locarno.
Per il sabato 4 settembre ci sono le farmacie Amavita Lurà a Mendrisio, Amavita a Lugano, Pedrazzetti a Bellinzona e Centro Losone SA per il Locarnese. Il programma per il mese di settembre sarà divulgato in un secondo momento.
«L’obiettivo è semplificare l’accesso alla vaccinazione. Sarà necessario annunciarsi telefonicamente direttamente presso le farmacie oppure recarsi di persona per verificare la disponibilità. Le farmacie forniranno questo servizio a rotazione, ripetendo poi la vaccinazione il mese seguente per le seconde dosi», ha sottolineato Zanini. «Si spera di avere per distretto almeno un giorno alla settimana, magari anche due, in cui la gente sa che può andare in farmacia a farsi vaccinare. L'ideale sarebbe avere una famacia in un luogo centrale e una in periferia».
Resta, ha ribadito Zanini, attivo il centro cantonale di Giubiasco dove per chi si iscrive tramite il sito dedicato alla vaccinazione praticamente non ci sono tempi d’attesa.
Zanini: «Vaccino sicuro, fatelo»
Zanini ha terminato il suo intervento ricordando che oggi, 16 agosto, è la festa di San Rocco: «In molti Paesi e monti lo si festeggia, San Rocco è il santo che la devozione popolare ha identificato come il protettore dalle pestilenze e dalle epidemie. Noi, rispetto ai nostri avi del '500, del '600, ma anche dell'800, abbiamo uno strumento importante, che ci permetterebbe, e speriamo ci permetterà, di scomodare i santi non più di quel tanto».
«Il vaccino messoci a disposizione dal progresso medico, scientifico e farmaceutico, lo ribadisco, è sicuro ed efficace. Questo risultato è stato raggiunto in tempo record mettendo insieme tutti i cervelli del mondo e stanziando somme di denaro come mai prima d'ora si era fatto in medicina», ha detto Zanini, che ha terminato ribadendo l'invito a farsi vaccinare: «Meglio se vaccinati».
La situazione in Ticino
In Ticino nelle ultime 72 ore si sono registrati 131 nuovi contagi, oltre una ventina in più rispetto al dato di lunedì scorso. Nello stesso arco temporale non si sono avuti nuovi decessi legati al Covid-19 (il totale complessivo dall’inizio della pandemia è di 997).
Il numero dei pazienti ricoverati tra venerdì e lunedì mattina è aumentato da 15 a 18, con una persone degente nel reparto di terapia intensiva.