Covid in Ticino Test di massa, De Rosa: «Uno strumento in più per lottare contro la pandemia»

sam

26.3.2021

Il direttore del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) Raffaele De Rosa
Il direttore del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) Raffaele De Rosa
archivio Ti-Press

Le autorità ticinesi hanno organizzato venerdì pomeriggio un momento informativo per presentare il contenuto del piano cantonale per i test di massa, indirizzati a tre categorie: aziende, scuole con convitto e contesti con persone vulnerabili. Bertoli: «Non necessari nelle scuole ordinarie». Vitta: «Non si sostituiscono ai piani aziendali di protezione». 

Il primo a prendere la parola è stato il direttore del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) Raffaele De Rosa, il quale ha spiegato che oggi il Consiglio di Stato è pronto a presentare il piano cantonale, approvato mercoledì in seduta, che permetterà di effettuare test di massa, mirati e ripetuti, in aziende, strutture scolastiche ed educative con convitto, e contesti con persone vulnerabili a partire indicativamente dalla metà di aprile.

«L’obiettivo – ha spiegato il ministro – è quello di estendere la strategia di test nelle persone asintomatiche, particolarmente mobili, agendo in maniera preventiva, e interrompendo precocemente le catene di contagio».

Prima di procedere con la presentazione, De Rosa ha ricordato che i numeri dei contagi sono in aumento (89 i casi registrati nelle ultime 24 ore in Ticino): «Si tratta di una crescita lineare, ma costante. La situazione è fragile e può mutare molto velocemente».

Il direttore del DSS ha però sottolineato come, con la campagna vaccinale, «si possano intravedere già oggi dei segnali incoraggianti, che con l’arrivo della bella stagione ci fanno guardare con fiducia ai prossimi mesi».

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«Uno strumento in più per lottare contro la pandemia»

L’estensione della strategia di test decisa dal Consiglio federale, ha spiegato il ministro, ha indotto anche il Governo ticinese ad aggiornare appunto la strategia cantonale, elaborando un piano per i test di massa. «Con questo piano, l’intenzione dell’Esecutivo, è quello di rafforzare la strategia di lotta alla pandemia, basata su quattro pilastri: limitare, testare, proteggere e vaccinare».

L’esperienza accumulata e le evidenze scientifiche mostrano infatti che i test ripetuti possono rappresentare uno strumento in più e molto efficace, se eseguiti in maniera mirata su gruppi di persone a mobilità elevata, con numerosi contatti nella vita quotidiana professionale, oppure attivi in contesti nei quali è difficile adottare piani di protezione adeguati.

«È importante però ricordare che questo è solo uno strumento in più a disposizione, e non va a sostituirne altri, e solo l’insieme dei quattro pilastri ci permette di non perdere il controllo della pandemia».

Tre gruppi identificati per i test di massa

De Rosa ha quindi spiegato che da oggi vi saranno due diversi tipi di test per le persone asintomatiche: i test individuali (rapidi, gratuiti, da effettuare nelle farmacie autorizzate e prossimamente, e anche questa è una novità, anche quelli fai-da-te) e poi quelli di massa, mirati e ripetuti, oggetto appunto del piano cantonale presentato oggi.

«Gli obiettivi dei test di massa – ha ribadito il direttore del DSS – sono quelli di ridurre la diffusione del COVID-19, selezionando i gruppi a seconda del maggior rischio di diffusione del virus». Per quanto riguarda questi gruppi mirati, ne vengono individuati in particolare tre: le aziende, le scuole con convitto e i contesti con persone vulnerabili.

… le aziende…

Per quel che concerne le aziende, che rappresentano la vera novità della strategia odierna, De Rosa ha spiegato che vi sono alcuni criteri per definire se un’azienda è ad alto o basso rischio (tipo di attività, mobilità e distanze tra i dipendenti, contatto diretto con utenza e clientela, luogo di lavoro e impossibilità del telelavoro) e se può beneficiare del rimborso finanziario dei test (numero di dipendenti, numero di partecipanti, consenso dei collaboratori, continuità nei test e piano di protezione).

Saranno le stesse aziende a decidere se hanno intenzione di procedere ai test di massa. Dovranno poi comunicarlo alle autorità, che valuteranno se è il caso o meno.

… le scuole con convitto e contesti con persone vulnerabili

Anche per le strutture scolastiche ed educative con convitto, e i contesti con persone vulnerabili, le disposizioni sono praticamente identiche. Anche nel loro caso sarà necessario presentare una richiesta al Cantone.

Al riguardo, ha preso la parola Manuele Bertoli, direttore del Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport (DECS), il quale ha spiegato che vengono contemplati test di massa solo in strutture con convitto, che in Ticino sono relativamente poche, perché «in questo contesto la vicinanza tra allievi, docenti e altro personale, e la durata di questi contatti, cambia in maniera sostanziale».

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No ai test di massa nelle scuole ordinarie

La situazione nelle scuole ordinarie invece funziona bene e il Governo non ritiene quindi necessario procedere con test di massa: «Siamo soddisfatti di come le cose stiano andando, sono mesi che l’anno scolastico continua senza particolari problemi e questo anche dopo i cambiamenti intervenuti con le mutazioni del virus, che hanno modificato le regole per le quarantene».

Ad oggi, ha spiegato Bertoli, su quasi 3mila classi (tra scuola dell’infanzia, primaria e post-obbligatoria) ce ne sono solo 12 in quarantena: «Quindi la situazione è sotto controllo e anche nei casi in cui bisogna intervenire è tutto estremamente gestibile».

Il ministro ha però fatto sapere che il Governo ticinese ha deciso di predisporre a breve una modifica del sistema di gestione delle quarantene, che entrerà in vigore dopo le vacanze di Pasqua. «Il tutto tenendo conto dei test rapidi che permettono di modificare la procedura».

L’idea, sostanzialmente, è che, qualora si verificasse un caso positivo, si faranno subito dei test rapidi. Se emergeranno altri casi positivi dovranno poi venire confermati o meno con i test PCR, mentre gli allievi negativi verranno rimandati subito a scuola.

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Vitta: «I test di massa non si sostituiscono ai piani aziendali di protezione»

Dal canto suo, il direttore del Dipartimento delle finanze e dell'economia (DFE) Christian Vitta ha affermato che la nuova strategia del Consiglio federale, che ha deciso di introdurre i test di massa, è stata accolta positivamente dal Consiglio di Stato ticinese.

«Nuove azioni che possono limitare la diffusione del virus sono benvenute, anche se dobbiamo essere tutti consapevoli che la vera risposta per uscire dalla importanti limitazioni che conosciamo è un rapido avanzamento delle vaccinazioni», ha detto.

Vitta ha poi spiegato che, per quanto concerne i test di massa, le aziende ticinesi che lo desiderano hanno la possibilità di integrare, nei concetti di protezione, l’esecuzione settimanale di test diagnostici rapidi per i collaboratori interessati, ottenendo anche una copertura finanziaria.

Il ministro ha però tenuto a precisare una cosa: «È importante sottolineare e ribadire che questo nuovo strumento aggiuntivo è utile per la prevenzione, ma non si sostituisce ai piani di protezione aziendali e non deve nemmeno rappresentare una falsa sicurezza».