TicinoVaccinazioni, Zanini: «Al via le prenotazioni per le persone a rischio». Merlani: «Terza ondata in arrivo»
sam
18.3.2021
Le autorità cantonali ticinesi hanno organizzato un momento informativo per aggiornare in merito alla situazione epidemiologica e alla campagna di vaccinazione nel Cantone. Zanini: «Per le persone altamente a rischio appuntamenti dal 25 marzo a Giubiasco e dal 30 negli altri centri. Da metà aprile presso alcuni medici». Merlani: «Siamo sicuramente in una fase di crescita dei contagi, terza ondata in arrivo».
18.03.2021, 16:00
18.03.2021, 17:17
sam
Il primo a prendere la parola è stato il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini, il quale ha fatto il punto sulla campagna di vaccinazione in Ticino.
Zanini ha innanzitutto comunicato che ai Cantoni è stata confermata la distribuzione da lunedì di 6'000 dosi di vaccino, destinate alle persone che si erano annunciate ed erano in attesa di ricevere un appuntamento. I primi ad essere contattati saranno gli over 80 che stanno ancora aspettando il loro turno a causa dei problemi di fornitura, dopodiché si passerà agli over 75.
«Con la fornitura della prossima settimana riusciremo quindi a somministrare, dal 23 marzo, la prima dose di vaccino a 6'000 persone. La seconda verrà inoculata dopo un mese, come da prassi. Dopodiché rimangono mille persone, sempre appartenenti alle categorie sopra citate, che riceveranno la loro prima dose dopo Pasqua, quando arriveranno altri vaccini», ha spiegato Zanini.
Le vaccinazioni di prossimità terminano il 31 marzo
Le persone in attesa o che non voglio aspettare hanno comunque la possibilità di annunciarsi al centro cantonale di Giubiasco. E anche chi non riuscisse a fissare un appuntamento nei prossimi giorni può scegliere di anticipare la vaccinazione annunciandosi in un centro cantonale.
«Per quello che riguarda la vaccinazione di prossimità, comunichiamo che l’ultimo giorno utile per potersi annunciare è il 31 marzo, dopodiché il prezioso aiuto e coinvolgimento dei comuni giungerà a termine. Gli over 75 che desiderano accedere alla vaccinazione hanno quindi tempo fino al 31 marzo. In seguito potranno sempre e comunque annunciarsi in uno dei quattro centri cantonali», ha specificato il farmacista cantonale.
Da ora aperte le prenotazioni per le persone a rischio
Zanini ha poi annunciato una novità importante: «La settimana scorsa abbiamo detto che ci stavamo preparando per attivare la campagna di vaccinazione per le persone altamente a rischio e oggi vi possiamo comunicare l’apertura ufficiale di questa fase».
Da subito sarà quindi possibile prenotare un posto. Le persone che rientrano in questa categoria possono annunciarsi fin da ora ai quattro centri cantonali. Gli appuntamenti verranno dati a partire da giovedì 25 marzo a Giubiasco, mentre dal 30 marzo apriranno gli altri tre centri cantonali, ossia il Fevi a Locarno, il Conza a Lugano e il Mercato Coperto a Mendrisio. Chi si iscrive può scegliere dove farsi vaccinare.
Per accedere alla vaccinazione in uno dei quattro centri è indispensabile il certificato medico, specifico, pubblicato sul sito del Cantone, che va sottoposto al proprio medico curante che lo dovrà firmare e timbrare. «Senza questo certificato medico gli addetti ai vari centri sono autorizzati e a mandare a casa le persone», ha precisato il farmacista cantonale.
Un centinaio di medici pronti a vaccinare nel proprio studio
Oltre ai centri, per le persone a rischio ci sarà la possibilità di farsi vaccinare dal proprio medico, se questo ha dato la propria disponibilità ad effettuare le vaccinazioni nel proprio studio. Finora si sono annunciati, in questo senso, un centinaio di medici, mentre altri 150 preferiscono firmare ai propri pazienti il certificato e inviarli in un centro di vaccinazione.
«Chi può scegliere il proprio medico, deve tener presente che la tempistica è un po’ più lunga, perché le forniture dei vaccini arriveranno dal 12 aprile, dunque gli appuntamenti saranno fissati a partire dalla metà del mese», ha specificato Zanini.
Prima di terminare il suo intervento, il farmacista cantonale ha tenuto a precisare che non è sufficiente essere malati cronici per potersi sottoporre alla vaccinazione in questa nuova fase, ma bisogna far parte di una categoria altamente a rischio. A decidere in tal senso saranno i medici curanti che valuteranno se vi sono le condizioni per poter rilasciare il certificato.
Vaccinazione in Ticino: indicazioni per malati cronici
Immagine: Repubblica e Cantone Ticino
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Vaccinazione in Ticino: indicazioni per malati cronici
Immagine: Repubblica e Cantone Ticino
Immagine: Repubblica e Cantone Ticino
Merlani: «Siamo in una fase di crescita, terza ondata in arrivo»
Da parte sua, il medico cantonale Giorgio Merlani ha voluto fare un punto approfondito e preciso sull’andamento epidemiologico in Ticino.
Innanzitutto ha parlato dei dati odierni e posto l’attenzione su alcuni di essi. La percentuale di positivi, per esempio, che si attesta ora attorno all’8%, quando in passato è scesa anche sotto il 5%. Il tasso di replicazione R(t) è invece di 1,22. «Il che vuol dire che se oggi ci sono 10 casi, tra tre giorni ce ne saranno 12 e via dicendo. Si tratta di un indice della progressione in atto», ha spiegato il medico cantonale.
L’altro aspetto è l’indice dei casi positivi negli ultimi 14 giorni su 100'000 abitanti che attualmente è di 250, mentre alcune settimane fa era sotto i 150. «Quindi siamo sicuramente in una fase di crescita».
Per quel che concerne i test risultati positivi, Merlani ha fatto notare che anche questo specifico indice mostra una tendenza alla salita. Se si considerano ad esempio gli ultimi 14 giorni, si può notare come durante la scorsa settimana i numeri di casi confermati fossero giornalmente sotto i 60, mentre questa settimana si sono attestati sempre al di sopra di questa soglia, fino ad arrivare addirittura sopra ai 100 negli ultimi giorni. «Ed era da gennaio che non toccavamo questa quota», ha evidenziato il medico cantonale.
«Tutti i dati che ho mostrano - conclude sul tema Merlani - mi portano a dire che purtroppo, a mio avviso, è in arrivo la terza ondata. Bisognerà vedere quale sarà l’ampiezza, l’impatto a livello di ospedalizzazioni e la durata. Perché ci sono tutta una serie di incognite: test rapidi, variante inglese, vaccinazioni, la stagionalità, ecc.».
«Crescita esponenziale e previste maggiori ospedalizzazioni»
Merlani ha anche affermato che «è addirittura strano che abbiamo avuto un periodo di due mesi di relativa stabilità, dato che il virus solitamente è in progressione e si diffonde al rialzo, a meno che ci siano delle contromisure forti che lo contengano. È quindi quasi stupefacente che nelle ultime settimane sia rimasto stabile».
Il medico cantonale ha poi parlato anche della variante inglese, presente sul territorio cantonale con percentuali in constante aumento. I dati degli ultimi giorni si attestano attorno all’85% dei casi totali.
«Ora la crescita di tutti i casi è esponenziale, – ha spiegato Merlani - quindi non dobbiamo aspettarci che da una media di 50 casi a settimana si passi a 75, poi 100, poi 125. No, da 50 si passa direttamente a 100, e da 100 si va a 200. Quindi è prevedibile che ci ritroveremo in una fase di crescita importante ed è probabile e verosimile che avremo di nuovo un impatto in termini di maggiori ospedalizzazioni».
«Vaccino per le persone più a rischio. Aspettiamo il nostro turno!»
Il medico cantonale ha poi mostrato dei grafici che indicano che nella prima ondata il 40-45% dei casi di persone ospedalizzate riguardava soggetti over 80, mentre successivamente questo dato si è quasi dimezzato, arrivando al 25%, e dimezzarsi ulteriormente. Un dato che ovviamente da attribuirsi alle vaccinazioni delle persone anziane.
«Questo - ha tenuto a dire Merlani - per sottolineare che è fondamentale ricordarsi che la distribuzione del vaccino secondo il rischio è essenziale. Ogni dose di vaccino somministrata a una persona che non è a rischio di subire un decorso grave o addirittura di morire è quasi una dose rubata o quantomeno una dose che va dove dovrebbe andare. E quindi mi permetto di ribadire l’appello del farmacista cantonale affinché le dosi vadano dapprima alle persone veramente a rischio. Non è un voler favorire gli uni rispetto agli altri, ma sappiamo bene che le persone al di sopra di una certa età, così come quelle affette da determinate patologie, presentano una probabilità di decesso molto più elevata. Quindi aspettiamo il nostro turno!».
«Nelle case anziani zero casi da inizio febbraio»
Merlani è poi passato al tema delle case per anziani ticinesi. Sostanzialmente il medico cantonale, mostrando altri grafici, ha fatto notare che nelle ultime settimane non ci sono stati più casi.
«Questo grazie al fatto che dal 4 gennaio si è cominciato a vaccinare. Già tre settimane dopo la prima dose i casi sono crollati e praticamente da inizio febbraio non si registrano positività nelle case per anziani. Sembra un paradosso, ma attualmente il posto più sicuro dove trovarsi è in una di queste strutture, dove l’85% dei residenti è vaccinato, così come almeno il 60% del personale che ci lavora. Quindi possiamo parlare di immunità di gregge».
«Se abbiamo un sintomo, facciamo il test!»
Per quello che concerne invece l’andamento dell’isolamento e delle quarantene, aumentando i casi aumentano ovviamente anche queste due condizioni. «Il numero delle quarantene è relativamente stabile, e la cosa un po’ mi stupisce - ha sottolineato Merlani - dato che c’è un aumento della mobilità delle persone. Non vorrei che ciò fosse legato a una tendenza a essere molto restrittivi su ciò che si dichiara quando si viene contattati dal contact tracing. Io capisco che siamo tutti stanchi e stufi, capisco che magari si vive male il dover dire che si è stati a cena con un amico in quanto lo si obbliga di conseguenza a osservare a sua volta la quarantena, ma è inutile parlare poi di test di massa se chi deve fare la quarantena non la fa o non viene rintracciato».
A tal riguardo, il medico cantonale ha inoltre aggiunto che attualmente la quarantena è più breve: il quinto giorno si può fare un test per sapere se si è messo in pericolo la propria famiglia, mentre il settimo giorno si può fare un test gratuito che, se negativo, permette anche di uscire. «Penso sia un prezzo che si può pagare per contribuire a contenere la diffusione di questa benedetta malattia».
Merlani ha anche esortato tutti coloro che hanno anche solo il minimo sintomo a fare il test. «Non diamo la colpa ai pollini se abbiamo il raffreddore. Il naso chiuso o che cola è anche un sintomo del covid, dunque dobbiamo fare il test».
Prossimo passo: test a tappeto
Prossimo passo annunciato dal medico cantonale: la strategia dei test a tappeto, mirati e ripetuti. «Mettere in atto una procedura del genere però non è cosa da poco».
Si tratta di un passo che, ha spiegato Merlani, necessita di una strategia cantonale, per il quale esiste già un primo documento, che ora va finalizzato. Dopodiché sarà necessario l’ok dell’Ufficio federale della sanità pubblica e quello del Consiglio di Stato, che si spera possa essere espresso nella prossima seduta. «La linea temporale che ci siamo dati è la fine del mese».
Prima di concludere, Merlani ha però sottolineato che, per contenere il virus, resta in vigore innanzitutto la strategia cantonale che tutti già conosciamo: limitare i contatti, testarsi al minimo sintomo, usare la mascherina e vaccinarsi appena possibile.
Poco meno di un centinaio di casi in Ticino e Grigioni