Parla il nuovo coordinatore Gobbi: «Deve venire recuperato lo spirito un po’ guascone della Lega»

SwissTXT / red

19.12.2023

Norman Gobbi
Norman Gobbi
Ti-Press

Il nuovo coordinatore del movimento a tutto campo: «Dobbiamo riorganizzarci e recuperare la positività, la propositività e lo spirito che avevamo in passato».

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Norman Gobbi è il nuovo coordinatore della Lega dei Ticinesi. Il politico leventinese è anche consigliere di Stato, ma domenica sera l’assemblea del movimento lo ha incaricato - in seguito a una mozione d’ordine di Antonella Bignasca in questo senso - di traghettare la Lega fino alle Comunali di aprile dell’anno prossimo in veste appunto di coordinatore.

La RSI lo ha intervista in merito a questo suo nuovo ruolo.

Norman Gobbi, quale sarà il suo compito? Che direzione darà al Movimento?

«Sicuramente il mio compito è quello di rivedere l’organizzazione interna, dato che quella attuale non ha portato i risultati attesi. Si vuole così anche riprendere un po’ lo spirito iniziale del movimento, per quello che riguarda la conduzione. Chiaramente il mio doppio ruolo mi porrà dei limiti: essere contemporaneamente in Consiglio di Stato e coordinatore della Lega non sarà sempre facile».

Ha già scelto la squadra che l’affiancherà in questi mesi?

«Non ancora, ma ci sono stati i primi contatti. L’importante sarà avere il team per l’inizio del 2024, così che mi possa accompagnare e rispondere alle sfide che ci attendono da qui alle Comunali e anche oltre».

Quando dovrà difendere le ragioni del Governo in opposizione a quelle della Lega, come farà?

«In me c’è il valore della lealtà. Sicuramente aver accettato questo ruolo fino alle Comunali è una dimostrazione di fedeltà e lealtà nei confronti della Lega. Ma la stessa lealtà - e la collegialità - la devo anche ai colleghi di Governo. E dunque se ci saranno da prendere delle posizioni che si distanziano da quelle del Consiglio di Stato, sarà qualcun altro a mettere il volto e la voce, proprio per scindere chiaramente le due situazioni».

Quanto è teso l’ambiente nella Lega, tra l’anima sociale e ribelle e quella più istituzionale? E se tra le due aree non c’è concordia, un coordinatore cosa può fare?

«Può cercare di trovare il punto di incontro, ma soprattutto rilanciare l’azione politica. E per questo la competenza andrà su più persone. Poi, come detto, bisognerà anche riorganizzare il movimento e preparare l’assemblea, che si terrà dopo le elezioni comunali, durante la quale si rivedranno completamente gli statuti della Lega».

Lei immagina una Lega più filo-UDC? Oppure no?

«Immagino una Lega che torni a essere quella degli albori. Da un lato deve criticare quando le cose non vanno, ma in maniera costruttiva perché i tempi del piccone di Giuliano Bignasca di inizio anni '90 sono superati. Dall’altro si tratta di far migliorare questo Cantone su tutti gli aspetti. Ma di farlo in maniera un po' differente rispetto alle altre forze politiche e agli alleati dell’UDC, proprio perché lo spirito un po’ guascone della Lega deve essere recuperato».

Sul piano cantonale quali sono oggi le differenze tra Lega e UDC?

«La differenza c’è. E lo abbiamo visto anche su temi di carattere federale, penso in particolare alle assicurazioni sociali, che possono essere la cassa malati o l’AVS. Per i ticinesi ci sono delle differenze su questi temi rispetto alle sensibilità dell’UDC. Si tratta però pure di combattere assieme. E credo che uno dei messaggi che è stato messo in evidenza è proprio che questa alleanza funziona: ha permesso in aprile di eleggere due leghisti in Consiglio di Stato e alle recenti Federali di far eleggere quattro deputati della nostra area su dieci».

Cosa la preoccupa di più in vista delle Comunali dell’anno prossimo?

«Sicuramente la Lega deve recuperare la positività e la propositività che aveva in passato. Deve essere più positiva guardando alle proprie capacità, perché comunque qualcosa di buono ha fatto in passato e sta tutt’ora facendo, con un gruppo parlamentare fortemente rinnovato. D’altra parte le proposte devono essere presenti sul tavolo, per rispondere in primis ai bisogni dei ticinesi».

Mancava un leader, s’è detto, ma mancano anche figure politiche nuove, che sappiano portare avanti gli ideali leghisti?

«Non credo. Come detto le recenti elezioni cantonali hanno permesso di rinnovare il gruppo parlamentare. Ma la Lega ha sempre puntato molto sui giovani e io stesso sono espressione di questa volontà di Giuliano Bignasca, che mi mise in lista la prima volta per il Consiglio di Stato nel lontano 1999. Qui si tratta di puntare sui giovani e di farli crescere. E di cercare quei cristalli che, celati dietro la roccia, non abbiamo visto».