Allevamento Contagio da epizoozia bovina, animale abbattuto a Davos

mp, ats

23.12.2020 - 09:50

Immagine simbolica d'archivio
Immagine simbolica d'archivio
© Ti-Press / Tatiana Scolari

Nella regione Prettigovia/Davos (Grigioni) è stato rilevato un contagio da rinotracheite bovina infettiva (IBR) in una mucca. L'animale è stato immediatamente abbattuto e l'azienda posta sotto sequestro.

Lo indicano oggi le autorità cantonali grigionesi, precisando che la IBR è incurabile negli animali, però è innocua per l'essere umano.

Stando all'Ufficio retico per la sicurezza delle derrate alimentari e la salute degli animali, sono in corso ulteriori analisi nel laboratorio di riferimento. Al fine di determinare la possibile diffusione della malattia, si sta attualmente accertando con quali altri animali la mucca in questione sia entrata in contatto.

Tutte le aziende con animali che hanno avuto contatti con il capo in questione saranno state poste sotto sequestro a titolo preventivo, si precisa nella nota.

L'epizoozia si può diffondere rapidamente

A causa della frequente attività del commercio di bestiame in Svizzera, un'epizoozia può diffondersi con grande rapidità. Al fine di chiarire con precisione il grado di diffusione e di contenere un'ulteriore propagazione, occorre procedere a un monitoraggio capillare del traffico di animali e a corrispondenti esami di laboratorio.

In tale contesto le autorità cantonali lavorano a stretto contatto con l'Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV) e con il laboratorio di riferimento della facoltà di medicina veterinaria di Zurigo e informano sull'evoluzione della situazione.

Dal 1993 nessun caso in Svizzera

La IBR si è manifestata per la prima volta in modo importante in Svizzera nel 1977 ed è stata contrastata con misure incisive. A partire dal 1983 è stato attuato un programma di eradicazione il quale infine ha permesso di debellare la malattia in Svizzera dopo dieci anni e con costi enormi pari a 135 milioni di franchi.

Per non vanificare questi sforzi, Confederazione e Cantoni fanno tutto il possibile per mantenere lo status di «libero da IBR», conclude la nota.

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