Grigioni Il numero di lupi e attacchi è in continuo aumento

SwissTXT / Red

28.8.2022

Immagine illustrativa/foto d'archivio.
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Nei Grigioni continua ad aumentare il numero dei lupi e dei branchi, e di conseguenza degli attacchi: infatti una trentina di pecore sono state sbranate nelle ultime settimane in alta Mesolcina e in Calanca. Inoltre sull'alpe di Felsberg un vitello è stato soppresso a causa delle ferite riportate.

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Nel Canton Grigioni – come rende noto la RSI – continua ad aumentare il numero dei lupi e dei branchi: con i due formatisi nelle ultime settimane, sono ora saliti a otto i branchi per circa 60 esemplari.

La crescita è esponenziale, basti pensare che a fine 2020 il cantone contava 46 lupi. E di pari passo crescono gli attacchi alle greggi, anche in zone che fino a poco tempo fa erano al riparo dalle incursioni dei predatori.

Ben radicato nella Surselva e nei Grigioni centrali, ora il grande predatore si sta infatti diffondendo in tutte le regioni del cantone, come in Val Calanca e alta Mesolcina, dove nelle ultime settimane sono state sbranate circa una trentina di pecore.

«Tutti gli anni ci sono nuovi branchi»

Uno sviluppo inevitabile, come spiega alla RSI il capo dei guardiani della selvaggina del circondario della Moesa Nicola de Tann: «Tutti gli anni ci sono nuovi branchi e ci sono nuove riproduzioni, quindi che i numeri aumentino è un fatto abbastanza logico».

A pagarne le conseguenze sono in particolare gli allevatori di ovini, anche in zone fino a poco tempo fa risparmiate dalle incursioni del lupo: «Adesso abbiamo avuto delle predazioni anche in Val Calanca, ed è il primo anno che il lupo è presente anche lì, anche se si tratta di un singolo esemplare».

Ad agosto sono state sbranate circa 30 pecore

È invece un branco di recente formazione, il Moesola, lo spauracchio dei detentori di greggi nell'area di San Bernardino. Il teatro dei ripetuti attacchi è diventata la Val Curciusa, dove nelle prime tre settimane di agosto sono state sbranate 29 pecore.

Un territorio di caccia molto gradito al lupo per ragioni evidenti: «Su questo alpe non sono installate delle protezioni, quindi le predazioni sono per il lupo abbastanza semplici», chiarisce ai microfoni della RSI de Tann.

Per fronteggiare la voracità dei predatori non resta allora che correre ai ripari: «È importante che vi siano delle reazioni anche da parte dei contadini, e le possibilità ci sono». Una misura efficace è ad esempio la sorveglianza delle greggi con pastori e cani da protezione, conclude de Tann.

Soppresso un vitello a cause delle ferite riportate

Nel frattempo, lo scorso 23 agosto – come riferisce la RSI – sempre nei Grigioni, il guardiano della selvaggina è stato informato di un vitello di circa otto mesi ferito sull'alpe di Felsberg, sul massiccio del Calanda.

Le ferite valutate sul posto hanno confermato il sospetto di un lupo come causa. Il vitello, che pesava circa 140 kg, ha dovuto essere sottoposto a eutanasia da un veterinario a causa della gravità delle ferite.

Al momento non si sa quale sia il lupo responsabile dell'attacco, ma verrà chiarito con un test del DNA.