PoliticaIl Parlamento ticinese boccia il consuntivo cantonale 2023
Swisstxt / pab
18.6.2024 - 21:36
Il Gran Consiglio ticinese ha bocciato per quattro voti i conti consuntivi 2023 del Cantone. Lo riporta la RSI.
Swisstxt / pab
18.06.2024, 21:36
18.06.2024, 21:44
Swisstxt
Il Gran Consiglio ticinese ha bocciato i conti consuntivi 2023 del Cantone. I favorevoli sono stati 33, 37 contrari e 1 astenuto.
E va segnalato che è stato respinto anche il rapporto di minoranza, che chiedeva espressamente la bocciatura dei conti. Al Governo non è bastato il sostegno del PLR e del Centro.
Il risultato non ha effetti particolarmente rilevanti poiché si tratta di soldi già spesi, ma rappresenta un chiaro segnale politico al Consiglio di Stato.
Un clima particolare, con chi sta la Lega?
Il passivo da oltre 120 milioni è pesato sul bilancio dello scorso anno, ma, stando alla RSI, ad affossare i conti, più dei numeri, sembra essere stato il clima di divisione politica che, da diverso tempo, è evidente in Parlamento.
Lo dimostra il fatto che il complesso dei conti è stato bocciato, ma quasi tutti i dipartimenti hanno ottenuto un’ampia approvazione, salvo il Dipartimento delle Istituzioni di Norman Gobbi, i cui bilanci sono stati approvati per soli due voti, con addirittura l’astensione di 5 leghisti, tra cui il capogruppo Boris Bignasca.
E che tiri un'aria tesa è sottolineato dal fatto che la Lega ha deciso di non sostenere l’operato del Governo, nonostante sia partito di maggioranza relativa con due rappresentanti.
Vitta: «Non c'è un segnale di indirizzo»
Una situazione lontana da quell’unità di intenti evocata dal presidente del Consiglio di Stato Christian Vitta e che lascia poco spazio all’ottimismo in vista del preventivo 2025.
«Non c’è stata né un’approvazione né una bocciatura: un nulla di fatto», afferma il PLRT alla RSI, commentando il «no» a entrambi i rapporti. Ha poi aggiunto: «In questo senso non ne esce un segnale politico di indirizzo, perché nessun rapporto è stato approvato».
In vista del preventivo 2025 aggiunge: «È chiaro che la votazione di oggi è un po’ lo specchio della frammentazione nella visione presente attorno al tema del riequilibrio finanziario».
Il presidente del Consiglio di Stato, nonché direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia, ritiene che sia difficile dire, ora, se si troverà una direzione comune: «Per trovarla ci vuole la volontà, anche da parte delle forze politiche. Noi come Governo arriveremo con delle proposte e poi spetterà al Parlamento decidere la via».