Long Covid Long Covid, la maggior parte dei pazienti in Ticino è giovane

Red.

20.1.2022

Immagine d'illustrazione.
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Ti-Press

Gianantonio Romano, responsabile dell'ambulatorio Long Covid dell'Ospedale La Carità di Locarno, ai microfoni della RSI ha tracciato l'identikit del paziente tipo che, guarito dal SARS-CoV-2, presenta ancora sintomi residui causati dalla malattia. 

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In Ticino, stando alle cifre fornite dalla RSI, ci sono 200 pazienti curati negli ambulatori dedicati ai malati di Long Covid, situati alla Carità di Locarno e alla Clinica luganese di Moncucco. La maggior parte ha meno di 65 anni, il più giovane ne ha solo 14.

Il medico Gianantonio Romano ha così riassunto la tipologia dei pazienti: «Il 25% di loro alla Carità aveva meno di 45 anni, il 70% invece dai 46-65 anni. Sopra i 65 anni abbiamo avuto il restante 5%.».

Insomma, il «paziente tipo» che soffre di Long Covid si può definire giovane e che non ha avuto un decorso grave della malattia, ma solo pochi sintomi iniziali. «Ad esempio, io ho visitato solo una persona che era stata intubata. Solo dopo hanno sviluppato un Long Covid» afferma lo specialista alla RSI.

Tuttavia, secondo il dottor Gianantonio Romano, ora sono confrontati  con «stanchezza, mancanza di respiro, mal di testa, disturbi della memoria e anche assenza di gusto e olfatto». Sono stati rilevati anche problemi di memoria.

I sintomi, secondo il medico ticinese, «possono durare sino ad un anno e provocare forti disagi anche psicologici come ansia e depressione». «In tutto sono stati curati in un anno circa 200 pazienti.»

Saranno necessari ulteriori studi sul Long Covid

I membri di Altea, così si chiama il gruppo di esperti che si occupa della problematica a livello nazionale e che nei giorni scorsi ha lanciato l'idea di istituire un registro dei pazienti che soffrono di questa patologia, si sono incontrati negli ultimi giorni per riflettere sulle conseguenze a lungo termine di cui soffrono alcuni malati di Covid.

Secondo il responsabile dell'ambulatorio Long Covid locarnese, «la situazione va ancora studiata a fondo e non va per nulla sottovalutata». Inoltre, Omicron è poco conosciuta. «Dobbiamo ancora studiare questa variante - che al momento sembra provocare malattie meno gravi - ma non sappiamo quale impatto potrà avere sul Long Covid».