Fenomeno in crescitaIn Ticino ci sono 20.000 poveri, senza gli aiuti sociali sarebbero il doppio
Swisstxt / pab
18.12.2023 - 19:10
È stato pubblicato il primo Rapporto sociale del Cantone, che fa una fotografia della situazione di povertà in Ticino. Oltre alle cifre, in aumento negli ultimi anni, mostra pure come grazie alla rete di sostegno sociale la percentuale di persone povere venga sostanzialmente dimezzata. Cosa influisce sulla situazione personale?
SwissTXT, Swisstxt / pab
18.12.2023, 19:10
19.12.2023, 09:35
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In Ticino sono 20’000 le persone che vivono in una situazione di povertà, il 7,4% dell’intera popolazione.
Ma il dato potrebbe raddoppiare se non vi fossero gli aiuti sociali. La fotografia la fornisce – per la prima volta nella storia del Cantone – l’analisi delle informazioni raccolte nella banca dati statistica creata a partire da fonti esaustive e di natura amministrativa alla base del Rapporto sociale presentato oggi in conferenza stampa a Bellinzona.
Uno sforzo congiunto del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS), dal Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE) e dall’Ufficio di statistica (USTAT) sui dati raccolti tra il 2015 ed il 2018.
I risultati presentati mostrano come nel 2018 il tasso di povertà reddituale assoluta, ovvero la percentuale di individui in un’economia domestica il cui reddito disponibile è inferiore al minimo vitale sociale, ammonta al 7,4%: una percentuale in aumento rispetto al 6,1% nel 2015.
Le prestazioni sociali dimezzano la povertà
La povertà può toccare le persone in maniera più o meno intensa: il divario tra il reddito disponibile e il minimo vitale sociale mostra come nel 2018 a metà della popolazione in povertà reddituale assoluta manca fino al 18,8% del minimo vitale sociale per uscire da questa situazione.
La persistenza in povertà misurata durante il triennio 2016-2018 ammonta al 3,8%. La cifra indica quanti individui sono rimasti in una situazione di povertà reddituale assoluta durante tutti e tre gli anni considerati.
Le prestazioni sociali contribuiscono a ridurre in maniera importante la percentuale delle persone in povertà. Nel 2018, infatti, in loro assenza come fonti di reddito, la povertà reddituale assoluta sarebbe stata del 14,6%, quasi il doppio del valore riscontrato (7,4%).
Chi è il più colpito?
I risultati per economia domestica mostrano che gli adulti soli con minori sono, per più di un indicatore, la categoria che più si discosta dai valori validi per l’insieme della popolazione.
Hanno un tasso di povertà reddituale assoluta, un tasso di povertà reddituale assoluta combinato a un’assenza di patrimonio netto (sufficiente per garantire il minimo vitale sociale per tre mesi in assenza di reddito), un’intensità e una persistenza in povertà più elevati.
Sono pure la categoria di economia domestica per la quale le prestazioni sociali hanno contribuito a ridurre la povertà in minore misura in termini percentuali.
Vecchi e giovani in difficoltà
Considerando solo il reddito, le categorie più anziane sono quelle caratterizzate dai tassi di povertà reddituale assoluta e di persistenza in povertà più elevati.
Considerando anche il patrimonio (che può essere utilizzato come fonte sostitutiva del reddito), sono invece le classi più giovani a mostrare le percentuali più elevate di persone in povertà reddituale assoluta combinata a un’assenza di patrimonio netto.
Le classi d’età più giovani sono anche le categorie con i maggiori divari di povertà reddituale assoluta.
In generale, i valori degli indicatori in funzione del sesso non si discostano di molto dai valori per l’insieme della popolazione. Tra le due categorie però, le donne mostrano valori leggermente più elevati rispetto agli uomini.