La mappa Covid-19: nella Svizzera italiana ci sono zone più colpite di altre

SwissTXT / pab

18.4.2020

Immagine d'illustrazione
Immagine d'illustrazione
archivio Keystone

Ci sono zone più colpite di altre dal Covid-19 in Ticino. Quelle più toccate percentualmente sono la Leventina, il Bellinzonese, il Moesano, la Riviera e il Mendrisiotto. Meno invece il Luganese, il Locarnese e soprattutto la Valle di Blenio.

Questo in estrema sintesi quello che dicono i dati sui tamponi effettuati dall’EOC sino all’altro ieri, che rappresentano circa l’80% di tutti i test effettuati dall’inizio dell’epidemia. Il Telegiornale della RSI ha potuto avere accesso ai dati e li ha elaborati.

La Leventina ha quasi 11 positivi per 1'000 abitanti, il Bellinzonese e il Moesano superano i 10 positivi per 1'000 abitanti. Il Luganese invece ne ha avuti poco più di 3 positivi per 1'000 abitanti e la Valle di Blenio poco meno di 3.

«Il carnevale potrebbe essere stato un vettore di trasmissione»

Come spiegare dunque queste differenze territoriali? «Questi dati sono molto rappresentativi», risponde Paolo Ferrari, capo area medica EOC.

«Quello che bisogna considerare - aggiunge - è anche la frequenza dei tamponi fatti per distretto. La percentuale di tamponi sulla popolazione è stata più elevata nel Moesano, nel Bellinzonese, nella Leventina e nella Riviera, quindi abbiamo una prevalenza di pazienti testati nel Sopraceneri all'EOC. Non possediamo invece i dati dei laboratori privati (che sono il 20%)».

«Comunque  - prosegue Ferrari - il fatto che si hanno meno casi nel Luganese e nel Locarnese potrebbe sollevare il sospetto che magari il carnevale è stato un vettore di trasmissione di questo virus».

«L’età media dei positivi era di 61 anni»

I dati dicono inoltre che sugli oltre 7’800 tamponi fatti, il 28,5% era positivo. Leggermente di più le donne. Ma sono gli uomini a finire maggiormente in ospedale, circa il 59,2% dei ricoveri per Covid-19 all'ente.

«L’età media dei positivi era di 61 anni. Una conferma che i giovani sono meno toccati dal virus», spiega ancora Paolo Ferrari.

Una fotografia questa aggiornata all’altro ieri che andrà verificata di volta in volta.

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