Mottarone Al via ad agosto la perizia sulla fune spezzata della funivia del Mottarone

SDA

22.7.2021 - 21:42

La fune che si è spezzata
La fune che si è spezzata
KEYSTONE

Saranno un passo importante per arrivare a far luce sulle cause dell'incidente della funivia del Mottarone, nel quale hanno perso la vita 14 persone: il 3 agosto inizieranno i sopralluoghi degli ingegneri.

22.7.2021 - 21:42

Ingegneri a cui il Tribunale di Verbania ha affidato il compito di accertare quel che è accaduto la mattina del 23 maggio e i motivi per cui il cavo trainante dell'impianto di risalita si è spezzato e la cabina numero 3 è precipitata.

Le verifiche non saranno solo strutturali, ma riguardano anche la genesi della funivia, da quando è entrata in funzione, i vari passaggi di proprietà, la manutenzione ed anche la normativa.

«Sono a pezzi per quel che è successo, ma ho la coscienza a posto», ha dichiarato Enrico Perocchio, il responsabile di esercizio della società che gestiva la funivia tra i 14 indagati, fuori dall'aula congressi della sede della Provincia del Verbano Cusio Ossola, dove con il conferimento formale dell'incarico ai tecnici già nominati dal giudice per le indagini preliminari (gip) Elena Ceriotti, ha preso il via la maxi perizia con la quale si punta a far luce sulle cause della tragedia.

Tra poco più di 10 giorni, inizieranno i rilievi sulla fune, sulla cabina, sui freni e sull'intero impianto. A fine agosto, prenderà quindi il via il lavoro sulla cosiddetta scatola nera, in realtà alcuni supporti informatici, tra cui pc, riconducibili «al sistema di registrazione dati ed eventi dell'impianto» in particolare del secondo tronco, ossia il tratto Alpino-Mottarone.

Nuova udienza probabilemente in dicembre

Il 16 dicembre, infine, è stata fissata una nuova udienza in cui gli esperti dovrebbero illustrare le loro conclusioni, appuntamento che però potrebbe slittare più avanti.

Durante l'udienza le difese dei 14 indagati, in particolare quelle di Luigi Nerini, patron delle Ferrovie del Mottarone, del capo servizio Gabriele Tadini, l'unico a essere ai domiciliari, e di Perocchio e i legali delle oltre 50 parti offese hanno chiesto l'estensione dell'incidente probatorio ad altri soggetti, come la società costruttrice del cavo che si è spezzato, uno dei dipendenti dell'ente gestore dell'impianto e dell'Ustif, organismo ministeriale deputato ai controlli ciclici. Istanza rigettata dal giudice, in linea con la Procura.

«Tutto procede come deve procedere. Un altro passo importante è stato fatto, andiamo avanti», ha affermato il Procuratore della Repubblica Olimpia Bossi che coordina le indagini con il pubblico inistero Laura Carrera.

Il quesito posto dal gip «è molto articolato – ha proseguito – e allo stesso tempo molto ampio. Si chiede di accertare tutto quello che può aver contribuito a causare l'evento con una attenzione molto dettagliata sia allo stato dell'impianto, alle sue caratteristiche, agli interventi di manutenzione.

Esaminato ogni componente dell'impianto

Inoltre verrà esaminato ogni componente dell'impianto per capire cosa può aver determinato la rottura o strappo e sfilando della fune».

«Adesso ci sono le condizioni e le istruzioni per portare avanti gli accertamenti e individuare i profili di colpa e le responsabilità», ha affermato Armando Simbari, legale di Eitan il bimbo unico sopravvissuto alla tragedia che ora «sta meglio ed è seguito con molta attenzione dalla zia».

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