«Il cellulare per comunicare» Lento ritorno alla normalità per la famiglia ucraina accolta a Rancate

SwissTXT / red

11.3.2022

La scuola di Rancate.
La scuola di Rancate.
archivio Ti-Press

I bambini della famiglia ucraina accolta a Rancate hanno potuto vivere i primi contatti con il mondo scolastico ticinese.

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Quattro giorni nascosti nei bunker, poi, nel giro di 10-15 minuti, la decisione di lasciare l’Ucraina per portare in salvo i bambini. È la storia della prima famiglia di profughi accolta a Rancate.

Lasciati alle spalle i suoni della guerra e Leopoli, i quattro bambini che si trovano ora in Ticino con la loro mamma (mentre il papà è tornato in Ucraina) hanno potuto avere i primi contatti con il mondo scolastico già questa settimana.

«Non abbiamo ancora delle indicazioni ufficiali per il loro inserimento, ma nel frattempo si è mossa la normalità, hanno infatti potuto incontrare altri bambini e passare del tempo con loro», spiega ai microfoni della RSI il direttore delle scuole elementari Marco Lupi.

E l’accoglienza da parte dei coetanei è avvenuta con molta facilità. Il fatto di non sapere la lingua non viene visto come una barriera. «Al posto di parlare con loro, abbiamo scritto delle frasi in ucraino usando il telefonino della maestra», ha spiegato una bambina.

«In previsione futura potrebbe essere interessante inserire questi bambini in alcune attività, magari nelle attività di arti plastiche o educazione fisica», ha da parte sua sottolineato il vicesindaco Daniele Gaffuri. L’integrazione potrebbe avvenire già quest’anno in maniera graduale, rispettando anche i tempi dei piccoli di adattarsi al nuovo contesto in cui si sono trovati inseriti in poco tempo.