Pandemia Bertoli: «Lezioni in estate? Lo escludo»

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25.3.2020 - 11:10

Manuele Bertoli
Manuele Bertoli
KEYSTONE/ANTHONY ANEX

Il consigliere di Stato ticinese Manuele Bertoli, direttore del Dipartimento dell'educazione, ha fatto il punto sulla scuola al tempo del coronavirus, e in un'intervista, è tornato sulla genesi della chiusura delle scuole. 

Sfruttare parte delle vacanze estive per recuperare il tempo perduto con la chiusura delle scuole? «Lo escludo, soprattutto perché d’estate fa molto caldo e le scuole non sono attrezzate contro le alte temperature», è stata la risposta data al Corriere del Ticino (CdT) il consigliere di Stato Manuele Bertoli.

«Se si potrà annullare o spostare la scuola reclute estiva si potranno però tenere degli esami che usualmente si tengono in maggio o giugno per le ultime classi», ha spiegato. Nell’ipotesi che la chiusura dovesse protrarsi, ha infine aggiunto, insieme ai cantoni si sta pensando ad altri scenari, «con la ferma volontà di non perdere anni o semestri».

Chiudere le scuole, decisione sofferta

Nell’intervista apparsa oggi, mercoledì, sul giornale, Bertoli ha proseguito parlando delle discussioni che hanno preceduto la decisione di chiudere le aule: «Mercoledì 11 marzo sono andato in Consiglio di Stato con un progetto di risoluzione che prevedeva la chiusura di tutte le scuole e l’accudimento degli allievi di quelle obbligatorie impossibilitati a rimanere a casa» .

«Poi - prosegue Bertoli sul CdT - nel corso della lunga discussione con Daniel Koch siamo arrivati, non senza fatica, a decidere di mantenere aperte le scuole dell’obbligo chiudendo le altre, perché non si parlava ancora di chiudere le attività economiche e il rischio dello scambio intergenerazionale era alto e da scongiurare».

Il cambio di strategia

Quando anche Francia e Germania hanno deciso di chiudere tutti gli istituti «abbiamo cambiato strategia. Decisiva è stata comunque la scelta di chiudere contemporaneamente anche esercizi pubblici e commerci non necessari, in modo che molti genitori da lunedì 16 marzo fossero a casa. Senza questo elemento l’accudimento a scuola sarebbe stato molto problematico, tant’è che anche la Confederazione lunedì 16 ha seguito», ha precisato Bertoli sul quotidiano.

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