Reati finanziari Il fratello di don Samuele: «Ha abusato della nostra fiducia»

Swisstxt / red.

30.1.2022

Immagine d'illustrazione.
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KEYSTONE

Maurizio Tamagni ha commentato alla RSI per la prima volta i reati finanziari di don Samuele, suo fratello. La preoccupazione maggiore è rivolta all'immagine della Fondazione Damiano Tamagni, che sta pagando ingiustamente le conseguenze dell'accaduto.

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Sono già passati tre mesi da quando don Samuele Tamagi, allora parroco di Cadro, è stato arrestato per reati finanziari. Con essi aveva sottratto denaro alla propria famiglia e alla Fondazione Damiano Tamagni, creata in memoria del nipote Damiano, ucciso durante il carnevale di Locarno del 2008.

Per la prima volta si è pronunciato ai microfoni della RSI il fratello di don Samuele, Maurizio Tamagni, rattristato soprattutto da come la vicenda abbia gettato ombre sulla Fondazione, seppur priva di responsabilità o colpa. Questo proprio in vicinanza del 14esimo anniversario dalla morte di Damiano.

«Sono molto deluso per quello che è capitato, perché mio fratello ha abusato della nostra fiducia, è un tradimento che fa male» ha spiegato Maurizio Tamagni ai microfoni dell'emittente di Comano. 

«Non abbiamo avuto nessun sentore, nessuno pensava che sarebbe potuto arrivare a tanto». 

La scoperta del tradimento

Il primo segnale è stato percepito solo quando don Samuele, che aveva già sfruttato il denaro dei genitori, ha iniziato a prelevare dalla Fondazione.

«Quando abbiamo notato che aveva fatto dei prelevamenti dalla Fondazione, nell'arco di cinque giorni, mi sono accorto che qualcosa non andava e quando gli ho chiesto mi ha dato delle risposte molto sospette, lì ho iniziato ad indagare», spiega il fratello.

Al che don Samuele ha deciso di partire due settimane in vacanza per sottrarsi alla situazione. Al suo rientro tutti i conti erano bloccati: il parroco si è autodenunciato pochi giorni dopo.

Un duro colpo per l'immagine della Fondazione

Il presidente della Fondazione Tamagni è preoccupato soprattutto per il danno d'immagine che la vicenda ha causato. «Ha fatto un grande danno, non era solo un membro, era vicepresidente, aveva una responsabilità ed è stata tradita».

Alcuni progetti della Fondazione sono ora in fase di stallo a causa della vicenda. Non è nemmeno stato chiesto il sostegno annuale. 

«Come presidente penso che tocchi a me scusarmi con tutti coloro che ci hanno sostenuto e devo ringraziare chi ha fatto delle offerte spontanee che ci danno fiducia», afferma Tamagni alla RSI. 

Il processo a don Samuele 

Mercoledì il procuratore pubblico ticinese Daniele Galliano ha rinviato a giudizio l'ex parroco di Cadro, con la formula del rito abbreviato.

La pena concordata è di 33 mesi di carcere: sei da espiare, gli altri 27 sospesi condizionalmente per un periodo di prova di due anni.

Ora competerà alla Corte delle Assise Criminali decidere se accogliere o meno la pena proposta.