Licenziamenti in vistaMeno appalti pubblici, l'edilizia ticinese è preoccupata
Red.
25.4.2023
Le aziende ticinesi si lamentano del calo degli appalti pubblici e avvertono che se non si invertirà la tendenza, non escludono riduzioni di personale. Lo rivela la RSI.
Red.
25.04.2023, 10:48
Red.
L'edilizia ticinese è preoccupata e lunedì ha lanciato un appello, basandosi sulle cifre degli appalti pubblici: erano 3,2 a settimana prima della pandemia e ora invece sono a 2,5 nel 2022.
E meno appalti, ricordano i responsabili del settore, vuol dire meno lavoro. Se non si invertirà la tendenza le aziende non escludono riduzioni di personale. La richiesta a Cantone, Comuni e Confederazione è di non rinunciare agli investimenti.
Insomma all'orizzonte si intravvedono dei licenziamenti. Anche perché, si è sottolineato lunedì a Gordola, l'edilizia privata è frenata dall'inflazione, dai tassi di interesse saliti velocemente al 3%, e dai prezzi maggiorati delle materie prime e quindi si punta ancor di più sul pubblico.
Il futuro che il Cantone ha davanti è quello del contenimento della spesa. Qualcuno a Gordola solleva il dubbio che venga travisato il senso del decreto Morisoli, votato dal popolo, che prevede il pareggio del bilancio cantonale entro il 2025.
L'altro grande treno da non perdere, ha fatto spere il settore edile, è quello delle possibilità di lavoro sul cantiere delle nuove officine FFS ad Arbedo Castione. Spesso però le offerte sono fatte su misura per grandi consorzi. Si tratterà quindi anche di contare sui rappresentanti politici a Berna.