PandemiaMerlani preoccupato dai contagi dovuti ai rientri e alla movida
Swisstxt / pab
17.8.2020
Sono quasi 500 le persone in canton Ticino attualmente in quarantena dopo essere rientrate da Paesi ritenuti a rischio dalla Confederazione.
In Ticino il numero delle persone in quarantena dopo essere tornate, complici le vacanze, da Paesi ritenuti a rischio dalla Confederazione è cresciuto nelle ultime settimane. Oggi, stando a quanto dichiarato alla RSI dal medico cantonale Giorgio Merlani, sono quasi 500.
Le persone in isolamento perché risultate positive una volta reintrate su suolo elvetico sono 15. Tra di loro però ci sono anche turisti tornati da alcune destinazioni molto gettonate dai ticinesi, ma che non figurano sulla lista nera stilata da Berna come Malta, Croazia e Francia, in particolare dalla Costa Azzurra.
Gli ultimi 5 casi sono «importati»
Con l’aumento dei casi registrati nei Paesi vicini, ammette Merlani, il fenomeno dei contagi da rientro preoccupa sempre più: «Se dall'inizio di maggio i casi di rientro sono quasi la metà, nell'ultima settimana sono il 70-80%. Gli ultimi cinque si sono infettati tutti all'estero. E non venivano per forza da paesi sulla lista nera. Ci sono anche Paesi che sono solo ad alto rischio».
«È un po' uno spaccato della vacanza del ticinese medio: la Spagna, la Croazia, Malta. Zone legate anche alla vita notturna e alla movida. Abbiamo proprio notato che parecchi casi vengono da lì. Ed è quasi sicuro che nella prossima ordinanza federale queste nazioni verranno aggiunte alla lista», conclude Merlani.
Contaminati in altri cantoni: non è pensabile una quarantena
Anche in Svizzera ci sono regioni molto più colpite di altre ma non è possibile imporre una quarantena per chi torna al Sud delle Alpi in provenienza da quei luoghi, come ad esempio dal canton Ginevra, che ha una densità di casi che formalmente e se fosse uno Stato, ha spiegato Merlani, potrebbe farlo figurare sulla lista nera poiché ha sorpassato la soglia di guardia dei 60 casi annunciati per 100'000 abitanti nelle ultime due settimane.
«Non vedo di buon occhio l'eventualità di mettere in quarantena gli altri cantoni dopo che il Ticino ha passato quello che ha passato (è stato il cantone di gran lunga più colpito nelle prime settimane dell'emergenza sanitaria ndr.) anche se ora le nostre cifre sono sicuramente più basse della media nazionale», ha concluso il medico cantonale.