Ticino Finita la revisione della diga della Verzasca, scoperti reperti archeologici

SwissTXT / Red

17.6.2022

Dopo la vuotatura del lago artificiale della diga della Verzasca, si sono osservate numerose insolite passeggiate sul letto del fiume Verzasca dove sono riemersi manufatti e strade antiche (foto di gennaio 2022).
Dopo la vuotatura del lago artificiale della diga della Verzasca, si sono osservate numerose insolite passeggiate sul letto del fiume Verzasca dove sono riemersi manufatti e strade antiche (foto di gennaio 2022).
© Ti-Press / Samuel Golay

Lo svuotamento del lago artificiale per i lavori di revisione ha permesso di visitare il ventre della struttura e portato alla luce un sito archeologico.

SwissTXT / Red

I lavori di revisione della diga della Verzasca sono finiti – come riporta la RSI – e ora manca solo l’acqua per rimettere in funzione le turbine.

Le precipitazioni scarse, circa un terzo rispetto alla media degli ultimi dieci anni, hanno infatti appena riportato il livello del lago artificiale al minimo per riprendere la produzione di energia.

Lo svuotamento del bacino e lo stop delle turbine hanno intanto permesso di visitare il ventre della struttura, normalmente invaso dall’acqua. Dalla spirale che alimenta le tre turbine per produrre l’elettricità, all’ampia camera di espansione, dove viene raccolta l’acqua, prima di essere restituita al fiume dopo un viaggio in un cunicolo lungo 1,6 chilometri.

Oggetti dell'Età del Bronzo

Lo svuotamento del lago artificiale, oltre ad aver attirato molti curiosi, ha permesso di riportare alla luce diverse strutture, risalenti agli ultimi quattro secoli, ma anche dei reperti dell’Età del Bronzo (1200-900 a.C.), i più antichi mai trovati nella regione.

Le ricerche, stando al quotidiano la Regione, hanno consentito di raccogliere un buon numero di frammenti di ceramica, sia di recipienti sia di laterizi, prodotti in epoche diverse, tutti molto ben conservati. Alcuni di essi, stando al giornale, presentano tratti morfologici o decorazioni che, grazie al confronto con materiali già noti, ne consentiranno una collocazione nel tempo affidabile e precisa.

I reperti e i campioni non sono ancora stati analizzati e risultati definitivi non sono ancora disponibili, ma le prime valutazioni consentirebbero di confermare la presenza di un insediamento protostorico di grande interesse, con un’occupazione del sito almeno a partire dal IX secolo a.C. e fino all’epoca romana.