Malattie in aumento Per chi va nei boschi in Ticino è consigliata la vaccinazione contro le zecche

pab

14.4.2023

I casi di meningoencefalite da zecca sono in aumento negli ultimi anni in Svizzera. Anche se il Ticino non è zona endemica non si è del tutto al riparo da cattive sorprese e da altre malattie trasmesse dall'insetto. Ecco perché gli specialisti, come rende noto la RSI, consigliano a chi va per boschi, di farsi vaccinare.

pab

14.4.2023

Quasi 18'000 persone ogni anno sono punte dalle zecche in Svizzera. Pochi anni fa invece erano «solo» 11'000. E le loro punture possono rivelarsi molto pericolose.

Mauro Tonolla, direttore dell'Istituto di microbiologia della SUPSI spiega alla RSI: «Sono il secondo vettore più importante di malattie umane dopo le zanzare». Possono trasmettere malattie anche gravi e nel 2023 questi parassiti potrebbero diffondersi ancora maggiormente.

Il Ticino, come Ginevra (vedi la cartina nella galleria d'immagini), non è considerato fra le zone maggiormente a rischio e non è fra quelle dove la vaccinazione contro la meningoencefalite è raccomandata.

Non c'è il vaccino per la borrelliosi

Non c'è soluzione preventiva contro la trasmissione del batterio che causa la malattia di Lyme o borreliosi, la quale «necessita di un trattamento antibiotico».

Sulla pagina web dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) dedicata alle zecche si ricorda che tale malattia è in grado di colpire diversi organi, tra cui la pelle, le articolazioni, il sistema nervoso e, molto raramente, il cuore. Se non viene riconosciuta o trattata sufficientemente, può causare danni permanenti.

Secondo Tonolla, c'è «una leggera espansione anche alle nostre latitudini», ma «elementi climatici e anche ambientali», in particolare di umidità, fanno sì che le zecche portatrici del virus siano presenti soprattutto nella Svizzera tedesca.

Per la meningoencefalite invece il vaccino esiste

Sempre sulle pagine dell'UFSP si spiega che un’infezione indotta dal virus FSME può provocare la meningoencefalite primaverile-estiva, detta anche encefalite da zecche.

Un encefalite, giova ricordarlo, è l'infiammazione del sistema nervoso centrale contenuto nella scatola cranica.

Nella maggior parte dei casi l’infezione non è riconoscibile e non provoca dolori o disturbi. Se insorge la malattia, invece in un primo momento si hanno sintomi simili a quelli dell’influenza e poi si hanno disturbi neurologici, quali mal di testa (cefalee), sensibilità degli occhi alla luce (fotofobia), vertigini e disturbi della concentrazione e della deambulazione.

Questi problemi possono persistere per settimane o mesi. Nell’1% circa dei casi con sintomi neurologici la malattia causa addirittura la morte.

Non esiste un trattamento per la cura delle cause del FSME, ma, ricorda l'UFSP, è disponibile un vaccino molto efficace.

Per la vaccinazione sono decisive le abitudini di vita

Il medico cantonale Giorgio Merlani, sempre alla RSI, spiega: «Non siamo zona endemica», ma «qualche caso di encefalite ogni tanto viene registrato anche in Ticino. È impossibile dire se la malattia è stata contratta nel cantone o in altri posti».

Afferma però che: «Stiamo monitorando la situazione e ogni tanto in qualche zecca qua e là il virus si è trovato».

Alla domande se il vaccino conviene farlo anche a sud delle Alpi Merlani risponde che sono decisive le abitudini di vita: se si resta in città no, ma se piace passeggiare nei boschi «io la farei» ammette.

«La zecca va tolta il più in fretta possibile»

Si sa poco ancora di un altro virus trasmesso dal morso di una zecca, l'Alongshan, che arriva dalla Cina. Le informazioni scarseggiano perché il numero di casi registrati è molto ridotto.

A chi viene punto, il medico cantonale consiglia di «togliere la zecca il più in fretta possibile, senza necessariamente aspettare di andare dal medico per farlo. Se appaiono sintomi, come rossori locali, meglio andare dal dottore» precisa inoltre.

Esiste un'applicazione (App «Zecca»), ricorda Merlani, che permette di segnalare dove è avvenuta la puntura. Questo è utile come «diario personale» ma anche a fini statistici, conclude.