Contratto di lavoro Procedura di conciliazione fallita tra Divoora e i sindacati

Swisstxt / Red.

28.4.2022

Il 25 febbraio sono state consegnate a Bellinzona 2327 firme a sostegno dei lavoratori di Divoora con la presenza di OCST Diana Camenzind e UNIA Giangiorgio Gargantini.
Il 25 febbraio sono state consegnate a Bellinzona 2327 firme a sostegno dei lavoratori di Divoora con la presenza di OCST Diana Camenzind e UNIA Giangiorgio Gargantini.
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UNIA annuncia il fallimento della procedura di conciliazione, dopo l’introduzione di un contratto di lavoro ritenuto «inaccettabile». L’azienda, come riporta la RSI, per ora non commenta.

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Oggi, giovedì, dopo circa sei mesi, il sindacato UNIA ha annunciato il fallimento della procedura di conciliazione, avviata coinvolgendo il cantone, con l’azienda ticinese di food delivery Divoora.

La ditta, secondo il sindacato, ha sottoposto ai dipendenti un nuovo contratto con condizioni di lavoro ritenute inaccettabili.

«L’azienda ritiene che questo contratto sia migliorativo» dice alla RSI Chiara Landi di UNIA, ma «in molti articoli si ribadisce il fatto che il tempo di lavoro è considerato solo quello dalla presa a carico dell’ordine fino alla consegna al cliente, e che quindi è come se il lavoratore dovesse rinunciare al tempo di attesa come tempo di lavoro».

Rimborsi spese bassi

Un altro punto critico secondo UNIA è quello legato al rimborso delle spese. «Per un rimborso spesa relativo all’uso lavorativo del veicolo privato, propone dei rimborsi pari a 0.16, 0.17 o 0.18 franchi al chilometro» spiega Landi.

Giova ricordare che il riferimento medio previsto dal TCS è di 70 centesimi al chilometro. Non c'è inoltre, contrariamente a quanto indica il codice delle obbligazioni per l'utilizzo della propria auto, il rimborso di alcune spese assicurative o delle tasse pubbliche sul veicolo.

Divoora si sta diversificando? La ditta non risponde

Diversi dipendenti hanno però già firmato il nuovo contratto. «Purtroppo, hanno bisogno di lavorare» sottolinea la sindacalista. «Ma è importante ribadire che nonostante firmino il contratto, hanno sempre la possibilità di rivendicare ciò che spetta loro di diritto e di ottenere giustizia.

Si attende la fine delle indagini che sta portando avanti l'ispettorato del lavoro, ma UNIA intende rivolgersi anche alla pretura. Nel frattempo, il lavoro dell'azienda prosegue, azienda che ha pure iniziato a diversificare la sua attività.

«Stando alle informazioni di qualche settimana fa, Divoora lavora anche consegnando altri prodotti oltre al cibo – spiega il sindacalista Giangiorgio Gargantini, che ha seguito con Landi le trattative, e a questo proposito – e questo mette l’azienda nell’obbligo di rispettare la legge sulla posta, che prevede un obbligo di notifica presso l’autorità federale.

«Abbiamo constatato che Divoora non risulta sulle liste pubblicate finora, come invece è il caso per altre ditte di delivery – prosegue Gargantini –. L’obbligo di notifica prevede tra le altre cose quello di negoziare un contratto collettivo con i rappresentanti del personale, quindi aspettiamo che l’azienda ci contatti per farlo».

La RSI ha provato a contattare l'azienda, ma per ora Divoora preferisce non rilasciare nessun commento. Stesso discorso per quanto concerne il presidente dell’Ufficio cantonale di conciliazione, il consigliere di Stato Christian Vitta.