Quote rosa Quote rosa: il Parlamento dice «no»

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15.3.2022 - 17:05

Nella foto una veduta panoramica della sala del Gran Consiglio durante la seduta di febbraio (foto d'archivio). © Ti-Press / Samuel Golay
Nella foto una veduta panoramica della sala del Gran Consiglio durante la seduta di febbraio (foto d'archivio). © Ti-Press / Samuel Golay
© Ti-Press / Samuel Golay

Questo martedì il Gran Consiglio ticinese si è spaccato su una mozione che chiedeva di aumentare le cosiddette quote rosa ad almeno il 30% in enti e amministrazione cantonale così come nelle commissioni e organi di nomina governativa.

15.3.2022 - 17:05

Dopo un dibattito di oltre due ore, è stato accolto di misura il rapporto di maggioranza (con 43 voti favorevoli contro 38 e un astenuto). Il rapporto sostenuto da Lega, UDC e PLR rigettava la proposta, chiedendo invece un monitoraggio costante della situazione e un rapporto annuale da parte della Delegata per le pari opportunità.

La discussione si è per finire divisa sul fatto se le quote rosa siano o meno discriminatorie. Come riportato dalla RSI, esemplare lo scambio di battute tra le deputate Nadia Ghisolfi (PPD) e Lara Filippini (UDC).

«Se dite veramente la donna arriva dove vuole basta che ha le competenze – ha detto la deputata Ghisolfi – allora in Ticino sono tutte incompetenti visto che non sono rappresentate? Non abbiamo donne competenti in Ticino? Io non credo. Vuol quindi dire che c’è un altro meccanismo dietro che frena questo accesso della donna».

«Collega Ghisolfi – ha replicato Filippini – certo che ci sono donne competenti, ma lo sa anche lei che il curriculum da solo non basta. C’è anche il margine di apprezzamento che è del datore di lavoro. E poi mi dice non si tratta di discriminare l’altro sesso, ma per aumentare le donne di fatto andate a discriminarlo».

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