Vasto incendio al Mulino di Maroggia.
Nella foto Luigi Fontana (a destra) con il figlio Alessandro (a sinistra) proprietari del mulino di Maroggia (13.05.2014).
Ancora Luigi Fontana e il figlio Alessandro ritratti fra i sacchi di farina all'interno del mulino di Maroggia (13.05.2014).
Vasto incendio al Mulino di Maroggia.
Vasto incendio al Mulino di Maroggia.
Un pezzo di storia che se ne va
I pompieri durante lo spegnimento dell'incendio.
Pompieri al lavoro per diverse ore
I pompieri all'opera al Mulino di Maroggia
In fiamme il Mulino di Maroggia
Vasto incendio al Mulino di Maroggia.
Nella foto Luigi Fontana (a destra) con il figlio Alessandro (a sinistra) proprietari del mulino di Maroggia (13.05.2014).
Ancora Luigi Fontana e il figlio Alessandro ritratti fra i sacchi di farina all'interno del mulino di Maroggia (13.05.2014).
Vasto incendio al Mulino di Maroggia.
Vasto incendio al Mulino di Maroggia.
Un pezzo di storia che se ne va
I pompieri durante lo spegnimento dell'incendio.
Pompieri al lavoro per diverse ore
I pompieri all'opera al Mulino di Maroggia
L’incendio che lunedì sera ha distrutto lo storico edificio a Maroggia ha avuto proporzioni enormi. Sono intervenuti oltre 80 pompieri e 40 agenti. Le fiamme sono ormai spente ma, come riferito alla RSI dal primo tenente dei pompieri Sandro Corvino, c'è il rischio che la struttura crolli.
Il fuoco è oramai spento ma a Maroggia resta ben poco dello storico Mulino. Le fiamme sono divampate lunedì verso le 17.00 e solo nella notte si è riusciti a domarle. Nell'operazione sono stati impegnati un'ottantina di pompieri e una quarantina di agenti di polizia.
Quello di ieri è stato un incendio di proporzioni enormi. Le fiamme che si sono sprigionate in poco tempo dall'edificio erano impressionanti, tanto da essere viste perfino a chilometri di distanza, e hanno divorato in poco tempo la struttura.
C'è ancora molto fumo
Il rogo è spento, conferma alla RSI il primo tenente dei pompieri di Lugano, Sandro Corvino: «Abbiamo ancora una grossa presenza di fumo, anche perché non possiamo entrare all’interno del mulino, in quanto la struttura è molto pericolante».
La situazione, continua Corvino, non è ancora completamente sotto controllo: «C’è il rischio di crolli, quindi tutte le opere di bonifica devono essere eseguite dall’esterno, per mezzo di lance oppure tramite l’uso di autoscale».
In merito alla dinamica, Corvino spiega che si è trattato di un evento molto particolare e non è ancora chiaro il perché si siano verificate delle esplosioni. Spetterà alla polizia scientifica determinare la dinamica dell’incendio.
Tra le strutture pericolanti, c’è anche un muro che confina con la ferrovia e che dovrà essere abbattuto. Anche per questo motivo il traffico ferroviario continua a subire disservizi.
Nessun ferito
Le autorità non segnalano feriti e nemmeno rischio di inquinamento per l'aria. Secondo informazioni raccolte dalla RSI, alcune persone avrebbero lamentato leggeri sintomi di intossicazione. Coloro che sono stati sfollati ieri sera sono potuti rientrare nelle loro abitazioni.
Per proteggere le acque, i pompieri hanno creato uno sbarramento affinché la schiuma usata per spegnere le fiamme non contamini il fiume e di conseguenza il lago.
Quello di Maroggia è il più grande e moderno mulino ticinese: l'antica struttura risale agli ultimi anni del 1800, poi negli anni '50 era stata ingrandita e nel 2017 la parte più antica dello stabilimento era stata riattata e aperta al pubblico.
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