Ticino Salario minimo contestato su più fronti per ragioni opposte

SwissTXT / pab

12.12.2019

Immagine d'illustrazione
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Ti-Press

L'introduzione in Ticino del salario minimo, approvata mercoledì sera dal Gran Consiglio, è contestato da più parti e non è escluso che i cittadini siano nuovamente chiamati a pronunciarsi sulla questione a oltre 4 anni e mezzo dalla votazione sull'iniziativa dei Verdi «Salviamo il lavoro in Ticino!». 

La legge approvata dal Parlamento, che ha fissato la paga minima oraria tra i 19.75 e i 20.25 franchi, non piace, per ragioni opposte, né a parte del mondo imprenditoriale, né a parte del mondo sindacale.

Difficoltà a far quadrare i conti

Stando alla RSI, infatti, alcune associazioni cantonali di categoria che hanno una quota importante di manodopera frontaliera, come quella dell'orologeria presieduta da Oliviero Pesenti che dovrebbe aumentare i salari di circa un franco all'ora, temono che il loro settore possa entrare in crisi a causa dell'aumento del costo degli stipendi.

Alcune aziende che prevedono grandi difficoltà a far quadrare i conti stanno già valutando la possibilità di ricorrere contro la novità che fa del Ticino il terzo cantone a livello svizzero a introdurre il salario minimo dopo il Giura e Neuchâtel.

UNIA sta valutando il referendum

Sull'altro fronte UNIA che, ritenendo del tutto insufficiente la paga oraria minima prevista, sta già valutando se lanciare il referendum. La decisione, ha spiegato alla RSI il sindacalista Vincenzo Cicero, sarà presa la prossima settimana.

Ad esprimere preoccupazione è anche l'Associazione industrie ticinesi (AITI). Ai microfoni dell'azienda di Comano il direttore Stefano Modenini lancia l'allarme sul fronte dei contratti normali di lavoro temendo che gli stipendi attuali possano essere allineati al ribasso.

Sarebbe un effetto indesiderato di una misura pensata per tutelare i 17'000 lavoratori, di cui 4'000 residenti, che attualmente in Ticino guadagnano meno del salario minimo fissato dalla legge.

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