Cassarate Si attende l’esito delle analisi sulla sostanza inquinante nel fiume

SwissTXT / Red

19.7.2022

Nella foto un momento durante i lavori di bonifica del fiume da parte dei pompieri di Lugano.
Nella foto un momento durante i lavori di bonifica del fiume da parte dei pompieri di Lugano.
© Ti-Press / Pablo Gianinazzi

Sono attesi i risultati delle analisi sulla sostanza inquinante finita lunedì nel fiume Cassarate. Questi permetteranno di stabilire quale tipo di bonifica sarà necessaria per le acque luganesi, l’origine dell’inquinante e i tempi di riapertura alla balneazione, tuttora vietata.

SwissTXT / Red

I lavori lungo il corso del fiume Cassarate, inquinato lunedì sera da degli idrocarburi, sono proseguiti – come notifica la RSI – per tutta la giornata di martedì, ma la situazione non è ancora tornata alla normalità e la balneazione è sempre vietata da Davesco-Soragno fino alla zona della foce.

Per capire per quanto bisognerà aspettare almeno fino a mercoledì, quando arriveranno i risultati delle analisi svolte sulla sostanza finita in acqua.

Dall’esito degli esami di laboratorio dipenderanno le decisioni riguardanti sia le modalità con cui proseguire l’opera di bonifica (il tipo di prodotto determina la tecnica di recupero e l’intensità dell’azione), sia la riapertura delle rive, sia la dichiarazione di fine pericolo per l’uso dell’acqua per, per esempio, abbeverare gli animali.

Le domande senza risposta sono ancora molte

Le analisi dovranno permettere anche di far un passo in più nell’accertamento dell’origine della sostanza che arrivava al fiume tramite una canalizzazione. Il flusso si è interrotto e quindi non c’è il rischio che la situazione possa aggravarsi. Ma le domande senza risposta sono ancora molte.

La polizia e gli specialisti del Dipartimento del territorio (DT) stanno cercando di determinare l’origine esatta della sostanza per capire come sia potuta finire nelle canalizzazioni e dare alla magistratura gli elementi necessari per l’inchiesta volta a stabilire eventuali responsabilità penali.

Quello verificatosi lunedì sera, spiega alla RSI il capo intervento Omar Della Chiesa, è l’inquinamento più grave avvenuto negli ultimi cinque anni nel Cassarate. Per i pompieri di Lugano, non è un fiume particolarmente soggetto a fenomeni del genere. Gli inquinamenti sono ben più frequenti nelle piccole rogge che attraversano le zone industriali.

Non è chiaro cosa andrà fatto con l'idrocarburo nelle acque

La sostanza intrappolata nella terra delle rive è stata in gran parte eliminata già nella giornata di martedì tramite l’asportazione del materiale inquinato. Ma non è ancora chiaro cosa andrà fatto con l’idrocarburo che è finito in acqua e che non è stato possibile raccogliere grazie ai diversi sbarramenti eretti già lunedì sera dai pompieri.

Quattro «dighe» si trovano nella zona della foce ed hanno salvaguardato la qualità dell’acqua del Ceresio. Pertanto a valle di tali opere è possibile fare il bagno senza timori.

Ma anche chi lunedì fosse entrato nelle acque del Cassarate prima dell’allarme non dove preoccuparsi. Il rischio di conseguenze a causa dell’eventuale contatto con l’idrocarburo trovato nel fiume è nullo. «È come dell’olio, per l’essere umano basta lavarsi con acqua e sapone – chiarisce all'emittente radiotelevisiva Della Chiesa –. La nostra preoccupazione lunedì sera riguardava soprattutto i cani. Entrando in acqua si sarebbero sporcati il pelo e lavarlo sarebbe stato complicato».