TicinoStop ai livelli alle medie, il sindacato VPOD pensa a una raccolta firme
Swisstxt
27.1.2022 - 20:23
Un’iniziativa popolare potrebbe essere lanciata per chiedere di abolire i livelli in matematica e tedesco in terza e quarta media. Intanto il direttore del DECS Manuele Bertoli, dopo la bocciatura in Parlamento, parla di un «livello di livore difficile da accettare».
27.01.2022, 20:23
27.01.2022, 20:49
SwissTXT / red
Dopo il «no» di ieri, mercoledì, del Gran Consiglio al credito per la sperimentazione, in nove sedi, di laboratori eterogenei al posto dell’attuale sistema di divisione delle classi, l’ultima parola su questo tema potrebbero quindi averla i cittadini, perché nel mondo della scuola c’è chi non vuole perdere altro tempo.
«Invito la sede di Caslano a continuare la sua sperimentazione e altre sedi a provare a sperimentare il superamento dei livelli», dice ai microfoni della RSI Adriano Merlini, presidente del Comitato docenti del sindacato VPOD.
«Da parte nostra avevamo annunciato che avremmo lanciato un’iniziativa popolare per abolire i livelli; ebbene, la settimana prossima abbiamo invitato a un tavolo di discussione le forze politiche e i rappresentanti sindacali e magistrali per arrivare a un’iniziativa il più condivisa possibile», aggiunge.
Iniziativa popolare che non rientra nei piani dell'altro sindacato dei docenti, l'OCST. «Ci piacerebbe che si riuscisse a creare un gremio nel quale ognuno porti le proprie idee per poi fare una sintesi in maniera collaborativa sin dall’inizio. Questo strumento (l’iniziativa, ndr.) non è forse il più adeguato», spiega dal canto suo il presidente di OCST-Docenti Gianluca D’Ettore.
«Livello di livore difficile da accettare»
Sul tema è stato interpellato giovedì mattina, dalla trasmissione radiofonica Moden della RSI, il direttore del Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport (DECS) Manuele Bertoli, il quale era stato il promotore della proposta di abolire i livelli alle medie.
«Questa sperimentazione non si farà, perché le decisioni vanno accettate, ma spiace che il dibattito sia stato di questo livello. Oltre alla pavidità di chi non ha voluto neanche dare la possibilità di sperimentare (forse temendo che il risultato fosse positivo) - e questo la dice lunga - è stato mostrato anche un livello di livore difficile da accettare, soprattutto verso i funzionari che lavorano per il mio dipartimento. Lavorano anche loro, naturalmente, nell'interesse di una scuola migliore, e soprattutto per una scuola migliore per i ragazzi».
Ricordiamo che il credito da 237'000 franchi è stato bocciato dal fronte del no, composto da PLR, Lega, Unione Democratica di centro e Movimento per il socialismo, dopo un dibattito particolarmente acceso.
Alessandro Speziali, granconsigliere del PLR e presidente del partito, lo ha ammesso ai microfoni di Modem: «È un dibattito che è sfuggito di mano anche nei toni... E questo spiace, perché la scuola non meritava frizioni così forti. Adesso il maggior favore che possiamo fare alla scuola è rilanciare bene questo dibattito nel merito, cercando una condivisione».
Il suo omologo del PPD, Fiorenzo Dadò, invocando a sua volta una ripartenza, ha riconosciuto che ieri «non si è costruito assolutamente nulla. Bertoli ha fatto i suoi errori, ma io posso dire che in Gran Consiglio ho visto raramente una situazione di così bassa politica».
Per Daniele Caverzasio «ogni parlamentare è libero di muovere critiche, ma il tema va affrontato in modo diverso». La Lega auspicava che ci fosse «un messaggio, qualcosa che potesse essere discusso e approfondito anche dalle commissioni stesse in manierà più profonda rispetto a una semplice voce di preventivo».
Il socialista Ivo Durisch ha detto che «abbiamo buttato via il bambino con l'acqua sporca... Ognuno deve prendersi le proprie responsabilità, perché non è così facile, dopo la giornata di ieri, risedersi al tavolo».
E sulla possibilità di presentare un nuovo progetto anche lo stesso Bertoli non è ottimista. «Con questo clima credo sia difficile farlo, bisogna essere realistici. Purtroppo abbiamo questo contesto. Io ci ho provato fino in fondo, più di così non posso fare».