La svolta Accoltellamento alla Manor, «Sono pentita, ma era una mossa diversiva, doveva esserci un attentato»

SDA / SwisTXT/ pab

12.7.2023 - 12:09

Il Tribunale penale federale di Bellinzona
Il Tribunale penale federale di Bellinzona
Keystone

L'imputata fornisce una nuova versione durante il processo d'appello al Tribunale penale federale di Bellinzona per l'accoltellamento avvenuto nel 2020 in cui erano coinvolte due donne. L'attacco sarebbe dovuto essere solo una mossa diversiva per piazzare una bomba dai complici. Le parole dell'imputata però vanno prese con precauzione perché soffre da anni di problemi psichiatrici.

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Hai fretta? blue News riassume per te:

  • L'autrice dell'accoltellamento della Manor cambia versione dei fatti e si dice pentita durante il processo in appello al TPF di Bellinzona.
  • Secondo le sue parole la sua era una mossa per sviare l'attenzione per permettere a tre complici di far saltare il negozio con una bomba.
  • La nuova versione va presa con le pinze poiché la donna da anni è in cura per dei problemi psichiatrici piuttosto importanti.
  • L'imputata era stata condannata in prima istanza a 9 anni di carcere e riconosciuta colpevole di tentato assassinio, violazione della Legge federale che vieta i gruppi Al-Qaeda e Stato islamico e violazione della legge sulla prostituzione.

C'è stata una svolta assai sorprendente nel processo d'appello contro l'accoltellatrice della Manor di Lugano. L'autrice, che con il suo attacco del novembre 2020 voleva sostenere lo Stato Islamico, si è dichiarata completamente pentita.

In prima istanza, la 30enne aveva dichiarato di non avere rimpianti. All'inizio del processo d'appello, però, durante l'interrogatorio ha detto più volte: «È stato il più grande errore della mia vita. All’epoca la mia conoscenza dell'Islam era meno profonda e oggi capisco che uccidere è sbagliato. Solo Dio può decidere chi vive e chi muore».

Ha sorpreso persino i suoi stessi avvocati difensori con la sua dichiarazione.

Doveva esserci anche una bomba?

Ha suscitato sorpresa pure l'affermazione che il giorno dell'accoltellamento ci sarebbe dovuto essere anche un attentato con una bomba.

Il suo compito – ha affermato – ero di attrarre l'attenzione su di sé aggredendo qualcuno con un coltello, in maniera tale da permettere agli altri di far saltare il negozio. Gli attentatori però non si sono presentati, ha aggiunto rifiutandosi di fornire i loro nomi.

Ha quindi compiuto l'aggressione da sola. Voleva dimostrare di essere in grado di compiere un attacco del genere, anche come gesto d'amore verso un combattente dell'ISIS che aveva conosciuto su internet.

I fatti e la prima condanna

Giova ricordare che quel novembre del 2020, alla Manor l'allora 29enne era entrata nel grande magazzino, aveva rubato un coltello da cucina dal reparto casalinghi e poi si era scagliata contro una cliente, ferendola alla gola con la lama e aggredendone poi un’altra, che era però riuscita a difendersi e l’aveva immobilizzata fino all’arrivo della polizia, grazie anche all’aiuto di altre persone che si trovavano nel negozio.

L’imputata era stata condannata, nel mese di settembre, a 9 anni di carcere e riconosciuta colpevole di tentato assassinio, violazione della Legge federale che vieta i gruppi Al-Qaeda e Stato islamico e violazione della legge sulla prostituzione.

La nuova versione va presa con le pinze

La nuova versione dei fatti fornita dall'imputata, secondo la quale ci sarebbe dovuto essere un attentato alla Manor dopo il suo attacco al coltello, deve, sottolinea la RSI, essere presa molto probabilmente con le pinze visto che la donna da anni soffre di problemi psichiatrici.

Poco prima dell’accoltellamento la donna aveva, per esempio, cessato di assumere i farmaci che le erano stati prescritti.

La giovane, come aveva fatto sapere la Polizia Federale poche ore dopo l'attacco, già nel 2017 aveva tentato di raggiungere i territori controllati dall’ISIS per incontrare un combattente jihadista di cui si era innamorata.

Era però stata fermata al confine siriano dalle autorità turche ed era poi stata rimpatriata e sottoposta a una cura psichiatrica.

Il dibattimento continua fino a giovedì e la sentenza è attesa nei prossimi giorni.