Inclusivo, sostenibile e accogliente Dal PS un piano per rilanciare il Ticino

SwissTXT / pab

16.9.2021 - 18:14

Bellinzona: presentazione documento «Un Ticino in cui vivere» del Partito Socialista. Nella foto i co presidenti del PS cantonale Laura Riget e Fabrizio Sirica, durante la presentazione del documento "Un Ticino in cui vivere" del Partito Socialista. © Ti-Press / Samuel Golay
Bellinzona: presentazione documento «Un Ticino in cui vivere» del Partito Socialista. Nella foto i co presidenti del PS cantonale Laura Riget e Fabrizio Sirica, durante la presentazione del documento "Un Ticino in cui vivere" del Partito Socialista. © Ti-Press / Samuel Golay
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Il PS ha presentato 24 misure affinché nel 2030 il cantone sia inclusivo, sostenibile e accogliente: 227 milioni di spese all’anno da finanziare con entrate fiscali.

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Il Ticino, non solo a causa della pandemia, sta attraversando una fase delicatissima ed ha bisogno di un progetto per invertire la rotta che negli ultimi anni ha portato al deterioramento della situazione socio-economica.

Ne è convinto il Partito socialista (PS) che giovedì ha presentato il progetto denominato «Un Ticino in cui vivere. Piano di rilancio per il Ticino 2030: inclusivo, sostenibile e accogliente».

Misure e finanziamento

Prevede che lo Stato assuma un ruolo tramite 24 misure concrete in sette ambiti di intervento (economia, lavoro, formazione, ambiente, territorio, cultura e socialità), si legge sul portale della RSI.

Il costo complessivo netto previsto è di 227 milioni all’anno per avere, per esempio: un salario minimo di 21.50 franchi, sperimentare la settimana lavorativa di 35 ore, un sistema di tassazione delle aziende per incentivare la sensibilità sociale e ambientale, asili nido pubblici gratuiti, assegni familiari doppi o, ancora, una rendita ponte cantonale per i disoccupati anziani.

Per finanziarle, si legge sul sito di RSI, sono previste tre misure per un totale di 210 milioni: aumento delle imposte per i più ricchi (65 milioni), ripristino del coefficiente di imposta cantonale al 100% (45 milioni) e revisione delle stime (100 milioni).

Progettualità non sgravi

Il risultato della riflessione svolta in seno al PS sulla base dello studio commissionato a un ricercatore, è stata presentata dai copresidenti Laura Riget e Fabrizio Sirica, dal capogruppo in Parlamento Ivo Durisch e dalla vice Anna Biscossa.

L’obiettivo, è stato spiegato, è dar vita a una ampia discussione per tentare di ridare slancio al Ticino che, è stato sottolineato, non ha bisogno di sgravi fiscali, ma di progettualità per uscire dalla situazione in cui si trova e migliorare la qualità di vita dei cittadini, riporta il portale RSI.

La crisi legata al Covid, secondo il documento, non ha fatto che peggiorare una situazione già deteriorata di cui è prova l’andamento demografico degli ultimi anni: la popolazione complessiva invecchia e diminuisce, i giovani lasciano il Ticino e gli stranieri «vengono allontanati da una politica destroide e xenofoba» si afferma alla RSI.

Qualche idee piace, l'aggravio fiscale no

La discussione in qualche modo è già partita. Agli altri partiti alcune proposte emerse in linea di principio non dispiacciono. A suscitare critiche in seno agli altri partiti di governo (Lega, PLR, PPD) è sopratutto la parte riguardante il finanziamento, riferisce la RSI.

L'idea di nuove entrate fiscali è esattamente all'opposto degli sgravi proposti di recente per i più abbienti dai liberali-radicali e per gli inquilini dai popolari-democratici.