Guerra fredda Una mostra sulla P-26 al Sasso del San Gottardo

SwissTxt / pab

7.7.2019 - 17:57

L'organizzazione P-26 era pronta nel caso di un'invasione di truppe del Patto di Varsavia (www.sasso-sangottardo.ch)
L'organizzazione P-26 era pronta nel caso di un'invasione di truppe del Patto di Varsavia (www.sasso-sangottardo.ch)
www.sasso-sangottardo.ch

Si è svolto domenica, il vernissage dell'esposizione temporanea «Top Secret: P-26», che è stata allestita al Museo Sasso del San Gottardo.

La mostra permette di fare un passo indietro fino all'epoca della Guerra Fredda, con la paura di un'invasione e occupazione della Svizzera da parte di truppe del blocco comunista.

All’epoca si valutò infatti l’eventualità che i servizi d’intelligence filosovietici compissero attività di spionaggio attivo in Svizzera, verificando strade, ponti e viadotti, realizzando mappe dettagliate per le loro truppe corrazzate e allestendo depositi segreti di materiali vari in territorio tedesco, difesi con trappole esplosive.

Resistenza non violenta

Nell’eventualità che la Confederazione fosse occupata in parte o del tutto dalle truppe del Patto di Varsavia, l’organizzazione segreta P-26 avrebbe fornito al Consiglio federale in esilio rapporti giornalieri sugli sviluppi della situazione.

Una P-26 che avrebbe pure sostenuto la resistenza non violenta dei cittadini, documentato i crimini di guerra degli occupanti e svolto il ruolo di ultimo strumento democratico sotto dominio straniero totalitario.

Una situazione terribile della storia recente che non si è verificata ma che la mostra organizzata al Sasso del San Gottardo dà modo di scoprire nelle sue sfaccettature.

Ticino e Grigioni giorno per giorno

Tornare alla home page