Votazioni federali 7 marzo: sondaggi, sì al divieto del burqa e all'accordo con l'Indonesia

bt, ats

24.2.2021 - 06:01

L'iniziativa per vietare il burqa sarebbe accettata sia per il sondaggio SSR che per quello Tamedia, ma nel primo caso lo scarto è minimo.
L'iniziativa per vietare il burqa sarebbe accettata sia per il sondaggio SSR che per quello Tamedia, ma nel primo caso lo scarto è minimo.
Keystone

Con l'appuntamento alle urne del 7 marzo sempre più vicino, il campo del sì continua a piazzarsi in testa per quanto riguarda l'iniziativa che vieta di dissimulare il proprio viso.

È quanto emerge dagli ultimi sondaggi di SSR e Tamedia, concordi inoltre nell'affermare che il popolo propende per accettare l'accordo di libero scambio con l'Indonesia, ma non la legge sui servizi d'identificazione elettronica.

La seconda indagine di gsf.bern, realizzata su incarico della SSR e pubblicata oggi, accorda il 49% di consensi alla cosiddetta iniziativa anti-burqa. I contrari, secondo i risultati che rispecchiano la situazione al 14 febbraio, non sono comunque distanti (47%) e stanno anzi recuperando terreno.

Le intenzioni di voto variano a seconda della regione linguistica presa in considerazione. In Romandia, la quota di favorevoli si è notevolmente erosa, scendendo dal 63% del primo sondaggio al 46% attuale. I più convinti in favore del sì restano i ticinesi (62%), mentre in Svizzera tedesca si flirta con la parità: il 50% è per approvare il testo, il 49% per bocciarlo.

Il sì è in vantaggio anche per quel che concerne l'accordo di partenariato economico con l'Indonesia. Il 52% di chi intende votare pensa di accettare l'intesa, mentre il 41% dell'elettorato simpatizza per il no. Il 7% si dice ancora indeciso. Le critiche maggiori sono sollevate dai romandi. Svizzero tedeschi in primis e ticinesi poi sono invece per il sì.

Si smarca dalle altre la previsione riguardante il terzo oggetto in votazione, ovvero la legge federale sui servizi d'identificazione elettronica (Legge sull'Ie). In questo caso, è in effetti il no (54%) a essere avanti, con i sostenitori del progetto che rincorrono (42%). Il 4% non ha ancora scelto da quale parte schierarsi.

L'istituto gsf.bern ha condotto la propria ricerca fra il 10 e il 18 febbraio, coinvolgendo 12'166 aventi diritto di voto. Il margine di errore si stabilisce a +/- 2,8 punti percentuali.

Tamedia: meno equilibrio sul burqa

Oggi anche Tamedia ha presentato il suo sondaggio sul 7 marzo, il terzo. Pure in questo caso i pronostici prospettano due sì e un no, ma con scarti diversi rispetto a quelli constatati da gfs.bern. Ad esempio, l'iniziativa popolare che punta a introdurre il divieto di coprirsi il volto verrebbe accettata con molto più agio. A sostenerla sarebbe il 59% dei partecipanti, a respingerla il 40%. Il divario si sta comunque rimpicciolendo.

Quella che si profila è una divisione sinistra-destra, ma anche fra i simpatizzanti dei partiti di sinistra più di un terzo svela di essere favorevole al testo. Gradimento giunge in particolar modo dal Ticino (68%) e dalla popolazione più in là con gli anni.

Secondo Tamedia, si sta diradando la nebbia attorno al voto sull'accordo di libero scambio con Giacarta, a lungo in bilico. Ora in testa appare il campo del sì, che stacca gli scettici di dieci punti percentuali (52% a 42%).

Netta la differenza fra sessi: il 61% degli uomini è a favore, tasso che cala al 44% fra le donne. L'intesa raccoglie consensi soprattutto fra chi vota PLR, Alleanza del centro, Verdi Liberali e UDC. In questo caso i più convinti sono i germanofoni (58%), davanti a ticinesi (50%) e francofoni (41%).

Infine, guadagna un punticino percentuale – salendo al 56% – il no alla legge sull'identificazione elettronica, mentre la quota di chi sembra incline a scrivere sì sulla scheda è al 42%. Per una volta si trovano generalmente concordi gli elettori di UDC (39% di sì), PS (29%) e Verdi (27%), tutti contrari. Discorso opposto per i sostenitori di PLR (60%) e Alleanza del centro (57%).

Il sondaggio confezionato da Tamedia è stato realizzato interpellando 13'924 persone il 18 e il 19 febbraio. Il margine di errore massimo è di 1,3 punti percentuali, indicano gli autori.

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